Rosaria Scardigno giornalista
Conosciamo la prof. ssa. Rosaria Scardigno (1877-1972) come educatrice, poetessa e studiosa del dialetto molfettese, ma è sconosciuta come corrispondente del giornale L’Idea di Andria diretta dal molfettese Gioacchino Poli. L’articolo apparve il 2 ottobre 1921 in occasione del varo a Molfetta del motoveliero Anna Maria. Riportiamo l’articolo. Il varo del motoveliero “ANNA MARIA” a Molfetta In uno dei giorni scorsi fu varato a Molfetta il brigantino-goletta Anna Maria, onore e vanto del costruttore S. Mezzina e figli Sergio e Nicola. Il brigantino-goletta di una purissima linea di costruzione, ha le seguenti caratteristiche: Portata T 450, lunghezza franco ruote, m 31,60; larghezza, fuori ossatura m 8; altezza di costruzione m 4,10; Motore Diesel; Durata di costruzione dal 17 ottobre 1920 al 7 settembre 1921. E’ stato costruito su disegni del valentissimo ingegnere Antonio Donnarumma di Castellamare. Capitano d’armamento è il sig. Oronzo de Candia che consigliò e volle la costruzione in Molfetta del motoveliero, dando vita ad un’industria di capitale importanza per la nostra città. Allo svolgersi della cerimonia assistettero il senatore Natale Palummo, il sindaco del Comune cav. dott. Domenico Roselli, e la Giunta Comunale, Il vescovo mons. Agostino Migliori, l’ing. Capo del Genio Civile comm. Bovio, l’ing. Paolo Righini di Milano, Gioacchino Poli dell’Idea, il prof. V. Azzarita del Corriere delle Puglie, l’avv. Cav. Francesco Peruzzi del Giornale d’Italia, il prof. Giuseppe Poli del Mattino. Molte altre personalità cittadine e regionali. Assistettero anche il marchese Carlo Santasilia di Napoli e la Madrina marchesina sig.na Anna Maria di Santasilia di cui il motoveliero porta il nome. La sig.ra Petronilla Mezzina, figlia del costruttore, donò alla madrina un magnifico mazzo di fiori. La musica intonò l’inno di rito. La popolazione, che si riversò in massa a gremire la vasta spiaggia, i balconi, i tetti, e sboccò nel mare affollato da un vasto cerchio di barchette, applaudiva. Prese la parola il Sindaco a magnificare la superba prova, ad incitare la cittadinanza alle civili opere del braccio e del pensiero, così diverse dalle lotte fratricide che insanguino tante città. Il Comandante Berardinelli lesse i telegrammi di adesione di S. E. Domenico Antonio Spada, del Prefetto della Provincia comm. Olivieri, del Presidente della Società Anonima “Molfetta” conte Ludovico Magnagnuti e del Comandante Stefano De Dato. Parlò il rag. Azzollini fervido assertore della necessità di dare più vasta espansione al commercio marittimo locale, per il destino storico pieno di avvenire, verso la Dalmazia sorella e verso l’Oriente, che incombe alla nostra terra. Parlò Gioacchino Poli, mancando al giuramento fatto alle figlie dilette di non esporsi all’emozione di un vento che tanto commoveva per il suo sentire; ed esaltò la bella prova, ed elogiò i costruttori e la Città operosa, ardita e trasse gli auspici per il futuro a prò della Città, della nostra marina mercantile, della regione, delle maestranze che, al primo audace tentativo, hanno fatto opera perfetta di tecnica e di grazia. Aveva in mano un bellissimo mazzo di rose destinato alla marchesina di Santasilia, ma trascinato dal sentimento e dalla parola, le lanciò alla moglie del costruttore Mezzina a nome e col consenso simpatico della gentilissima madrina. Parlò il vescovo mons. Migliori e ricordò la Cattedrale e il tempio dei Martiri, custodi della città e della sua operosità, fari e guide al buon e difficile cammino, vigilanti dai due estremi opposti verso il mare che deve appartenere alle nostre conquiste civili. Il popolo frenetico nell’attesa, applaudiva pino di ansietà. Si compì quindi il battesimo, si dette la benedizione, la marchesina Santasilia ruppe la tradizionale bottiglia; il comandante Berardinelli ordinò al costruttore Mezzina di effettuare il varo. Trenta operai lavorarono attivamente, forzando i martinetti; La nave lenta e sicura, scivolò con impeto e solennità verso il mare, tra le commosse acclamazioni della folla, fra cui moltissimi piangevano. Gli operai seguivano la nave urlando di gioia, al vedere che essa sopravvanzava in velocità e sicurezza la loro stessa volontà. La popolazione commentava con entusiasmo l’evento impareggiabile. Il costruttore Mezzina è sollevato dall’ardore del popolo e portato in trionfo sul palco ove a lui e ai suoi figli fu decretata una grande ovazione. La musica confondeva il suo inno al clamore festoso del popolo. Gli invitati furono quindi ammessi nel nuovo cantiere S.A.M. di cui hanno voluto la istituzione a Molfetta il comandante Berardinelli, consiglire delegato della società, il capitano marittimo Oronzo De Candia, armatore dei galleggianti della ditta, e i costruttori G. Mezzina e figli Sergio e Nicola la cui valentia ha saputo dar via a una istituzione degna della tradizione marinara di Molfetta. Dovere di popolo è contribuire all’aumento del capitale sociale della S. A. M. da £. 1.000.000 a £. 2.000.000 che è necessario e sufficiente al funzionamento della Società cui in seguito sarà possibile, prova pre prova, di affermarsi trionfalmente da sé, spinto dai fati e dai bisogni della della regione; bisogni e destini che non possono non spingere verso i mari ad esigere l’estensione di una grandiosa attività commerciale marittima verso la Dalmazia sorella e l’Oriente in attesa. E la Città e la Regione trarranno dalla volontà e dalla fede dei cittadinii più grandi vantaggi. Molfetta, 18-9-1921 Rosaria Scadigno. Lo stesso avvenimento, raccontato dalla Scardigno con alcune modifiche, apparve su Giornale delle Puglie del 19 settembre 1921. Le foto, che pubblichiamo a corredo dell’articolo, raffigurano Agostino Migliore, vescovo di Monopoli intervenuto alla cerimonia (la Diocesi di Molfetta era sede vacante) e Giovanni Mezzina, costruttore navale. Il brigantino goletta Anna Maria fu progettato dall’ing. Antonio Donnarumma di Torre del Greco e costruito dalla Società Anonima Molfettese che utilizzò il cantiere di Giovanni Mezzina con le relative maestranze; fu varato a Molfetta il 7 settembre 1921. Committenti e, poi, proprietari del veliero furono i fratelli Pansini e Michele Volpicella; lo stesso Volpicella ne era il capitano. Nel 1930 fu venduto a Ucivic Josep e C. di Dubrovnik che cambiarono il nome in Marija. Passò indenne la II Guerra Mondiale e nel 1946 navigava ancora.
Autore: Corrado Pappagallo