Rock all'Istanbul Café di Squinzano (Le) da lunedì Keep Cool
LECCE - Molto rock nella seconda edizione di Keep Cool, la rassegna di musica internazionale organizzata dalla Cooperativa CoolClub, con la direzione artistica di Cesare Liaci, che si terrà nel mese di aprile all'Istanbul Café di Squinzano.
Nello storico locale della scena alternativa salentina, all'interno del quale sono transitati decine di gruppi locali, italiani e internazionali, una nuova occasione imperdibile per riportare la calma (Keep Cool, in italiano, significa proprio Stai Calmo) nella scena internazionale del rock caratterizzata da successi meteora. Quattro appuntamenti per tentare, ancora una volta, con una programmazione interessante ma non eclatante, di mettere al centro dell'attenzione progetti e artisti (lontani dalla pizzica e dal reggae) che possono donare nuova linfa ai musicisti (soprattutto quelli più giovani) che in questa terra crescono.
La rassegna prende il via lunedì 3 aprile con il drag-queen glam punk delle statunitensi Demolition Doll Rods (nella foto), un terzetto di Detroit che, in un modo o nell'altro, non mancherà di sorprendere. Prima di tutto perché Dan Kroha (voce e chitarra) e le due sorelline Doll Rod, Margaret (voce e chitarra) e Christine (batteria), mettono a ferro e fuoco il palco con un paio di chitarre e una mezza batteria.
E poi perché non capita tutti i giorni di vedere sul palco un gruppo formato da un efebico biondino in tanga e trucco da drag queen, assieme da due belle figliole altrettanto svestite. L'ormai storico superpornoshow accompagna una performance coinvolgente, ironica, divertente che sembra riportare agli antichi splendori il rock giovane, sporco e bello delle origini. Le Demolition Doll Rods, infatti, si inseriscono in quel filone di primitivismo rock, scarnificato da strumentazione e strutturazione sonora tanto in voga negli ultimi tempi e che trova in gruppi come White Stripes, Blues Explosion e The Kills i suoi più celebri rappresentanti.
La rassegna prosegue il 13 con l'emo-core dei bolognesi Settlefish, un giovane quintetto bolognese di nascita ma statunitense di adozione. Attiva da circa cinque anni, la band ha nel corso degli ultimi tre anni suonato in oltre 200 concerti in giro per il mondo, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada. I ragazzi hanno finora pubblicato 2 album per l'etichetta di culto americana “Deep Elm”, nota per le produzioni nel campo dell'indie, ma nel 2005 il gruppo si lega ad una importante realtà indipendente italiana, l'etichetta Unhip Records che provvede a diffondere, in versione vinilica, il sound dei Settlefish in tutto il mondo. Un indie rock, quello dei Settlefish, che è stato definito emo-core: liriche sentite rincorse da un groviglio di chitarre esaltato dalla cornice di casse che sembra isolare il gruppo in una dimensione parallela, durante un live definito impedibile e coinvolgente.
L'ultimo lavoro della band, “A Plural of a Choir” è un'ulteriore evoluzione di questa linea sonora. Rabbia e passioni, sussurri e urla, carezze e pungi nello stomaco impreziositi anche da collaborazioni prestigiose come quelle con Brian Deck, batterista negli anni '90 del gruppo culto “Red Red Meat, e Jukka Riverberi dei Giardini di Mirò.
Lunedì 24 aprile, la vigilia della Liberazione sarà festeggiata con i siberianostatunitensi Red Elvises che sono stati definiti “ più showmen che musicisti”. Una vera live band e uno dei gruppi più noti dello show business, con innumerevoli concerti e apparizioni (cinematografiche e televisive) all'attivo. Volendoli inquadrare musicalmente, si potrebbero definire un incrocio tra Elvis Presley, Spice Girls, rock-a-billy e folk siberiano, la loro terra d'origine, dalla quale emigrarono più di dieci anni fa come rifugiati politici. Il live viene aperto dalla frase “Siamo i Red Elvises e diventeremo la tua band preferita”.
Rimanere indifferenti è impossibile: una chitarra impazzita, un enorme basso triangolare rosso, un cantante vestito come Elvis Presley. Keep Cool si concluderà sabato 29 con l'art rock dei francesi Chevreuil. Quando nel 1999 Tony C. (chitarra su 4 amplificatori) e Julien F. (batteria) danno vita al gruppo Chevreuil, nulla lascia presagire la particolarissima atmosfera musicale che si svilupperà dal loro incontro e che aprirà la strada non solo ad un 45 giri con Ulan Bator e a tre album, ma soprattutto ad una maniera unica di presentare le loro performance sceniche. Nel 2003 il duo registra “Chateauvallon” con Steve Albini, che riprende con cura il suono di quella sola chitarra collegata a 4 amplificatori e di quella batteria meccanica/metronomica. Infatti, ai due musicisti bastano questi strumenti, per creare dei pezzi organici, sofisticati e spazialmente inediti. Ma è dal vivo che il gruppo rende la sua musica tanto 'art' quanto 'rock', una musica che si guarda e si ascolta sbalorditi.
I tour e i concerti successivi con, tra gli altri, Oxes, US Maple, Rumah Sakit, Storm And Stress non fanno altro che dimostrare quanto sia universale il suo linguaggio. Capoeira è il loro ultimo album. Una nuova dimensione e un campo d'azione inedito alla batteria, alla chitarra e alla tastiera, come per inaugurare un'estranea forma di musica: la tastiera si mescola ai riff della chitarra provocandone una sorta di mutazione. Ogni pezzo conduce, attraverso una moltitudine di sottigliezze, a un riff ancora più rock. Non si parla di semplice chitarra ma di “chitarra magnetica”, uno strumento ibrido che ha un piede nell'universo del rock e l'altro nell'atmosfera della musica elettronica. Se noi viviamo in un mondo a tre dimensioni, Chevreuil ne ha creata una quarta.
Inizio concerti 23.00
Programma completo
lunedì 3 aprile Demolition Doll Rods – ingresso 8 euro
giovedì 13 aprile Settlefish – ingresso 5 euro
lunedì 24 aprile Red Elvises – ingresso 5 euro
sabato 29 aprile Chevreuil – ingresso 5 euro
Autore: Domenico Sarrocco