Rivoluzione a Corso Dante: nuovo look e zona pedonale. Scelta a rischio caos
INCHIESTA - Il traffico rischia di andare in tilt, mentre aumenterà il problema della carenza di parcheggi
Dopo Corso Umberto, anche corso Dante (nella foto, il nuovo look) e via San Domenico saranno chiuse a traffico per diventare zone pedonali permanenti. I fondi Por finanzieranno a breve già il primo stralcio dei lavori del progetto, ideato dall'architetto Eliana de Nichilo con la collaborazione dell'Ufficio tecnico comunale, e l'appalto definitivo dovrebbe arrivare entro l'estate. Il progetto prevede l'eliminazione dei marciapiedi e l'adeguamento al basolato lavico già esistente della zona calpestabile risultante, da abbellire con fioriere e altri elementi di arredo urbano; inoltre all'altezza dell'ingresso della banchina Seminario sarà realizzato uno spazio verde corredato da siepi; infine l'area antistante il Duomo Vecchio sarà anch'essa sottoposta ad interventi volti ad arginare episodi di inciviltà cui la chiesa è continuamente sottoposta da quando sono terminati i lavori dei restauro.
Con queste premesse abbiamo pensato di immaginare in concreto gli sviluppi e le conseguenze dell'eventuale attuazione di questo progetto. Una passeggiata partendo dalla chiesa del Purgatorio fino al monumento del marinaio – e ritorno – consente di farsi un'idea abbastanza precisa di quello che la realizzazione del progetto potrebbe comportare.
Innanzitutto, un breve conteggio delle realtà commerciali (e non) di Corso Dante, fa venire in mente una domanda: in una strada in cui le attività commerciali “stricto sensu” sono poco più di una decina, a fronte di tredici associazioni e circoli di vario genere, dieci attività legate al ristoro (bar, pizzerie, ristoranti) e servizi di altra natura, come si giustifica un intervento di tale portata che avrebbe conseguenze poderose sul traffico e l'ormai annosa penuria di parcheggi con cui tutti i cittadini combattono da anni?
E ancora, posto che in quasi tutti i centri storici esistono aree pedonali che hanno la funzione di facilitare il passeggio e, di conseguenza, favoriscono i commercianti con un incremento delle vendite nonché la promozione di aree cittadine particolarmente suggestive, è certo che questo potrebbe verificarsi anche nel caso di corso Dante Alighieri?
Il nostro non è scetticismo gratuito, dal momento che anche una parte dei commercianti della zona in esame ritiene assolutamente controproducente la chiusura al traffico del Borgo che ora è facilmente raggiungibile e costituisce un'isola felice per quanto riguarda il problema circolazione e parcheggio. La soluzione, stando al progetto, sarebbe quella di attuare la prima fase del piano urbano del traffico che prevede il cambiamento del senso di marcia in via Sergio Pansini e in via Tenente Ragno, mentre le auto dovrebbero poter parcheggiare all'altezza del mercato ittico.
Progetto poderoso giustificato sicuramente dal fatto che Corso Dante necessita di manutenzione… come tante altre zone nevralgiche della nostra città e il pensiero va subito al centro storico, la più logica isola pedonale che la parte storica della nostra città già possiede e che, nonostante sia ormai un cantiere a cielo aperto continua a combattere quotidianamente con la sporcizia, il degrado e l'incuria.
Il suo recupero – veloce, sostanziale e definitivo – non solo lo restituirebbe a tutti i cittadini e a quanti vorranno visitarlo, ma valorizzerebbe di sicuro tutta l'area che lo circonda come quella, appunto, di corso Dante Alighieri che, del centro storico, è la via d'accesso privilegiata. Sono le cose ben fatte e ben tenute che attirano il visitatore e se il “ben fatto” è una caratteristica di Molfetta Vecchia, di certo non lo è il “ben tenuto”.
La storia di qualche panchina e altrettante fioriere, invitanti arredi dell'ennesima zona pedonale, destinati a durare l'effimero tempo di qualche settimana, ci è stata già raccontata con un finale noto ormai a tutti: Corso Umberto, Piazza Principe di Napoli, giusto per citare qualche esempio ormai noto, docent. A questo punto non ci resta altro che attendere che il nostro fondato scetticismo verso questo tipo di iniziative sia smentito da questa ennesima “scommessa”.
Francesca Lunanova
francesca.lunanova@quindici-molfetta.it