Ristrutturazione Italgas, 10 dipendenti a rischio
Si vuole chiudere la sede di Molfetta
Piano di ristrutturazione, processo di riorganizzazione, riassetto territoriale dei presidi locali: questi sono i minacciosi paroloni che da qualche mese vengono ventilati dall’Italgas Spa di Torino. E che, in termini più concreti, significano il dover immolare sull’altare del dio “più efficienza, meno costi”, circa 200 impianti che rimarranno orfani dei relativi sportelli amministrativi.
Le ricadute occupazionali non sono certe - ma non è facile sentirsi ottimisti - così come non è dato conoscere quali saranno i criteri che l’azienda adotterà per attuare tale riassetto organizzativo.
Ma al n.151 di corso Fornari - sede degli uffici Italgas a Molfetta - non si dormono sonni tranquilli.
Con un bacino d’utenza di 17043 clienti, l’impianto molfettese è il settimo dell’area Sud e il terzo su scala regionale. Attualmente sono 10 i dipendenti - fra responsabili amministrativi, tecnici e operai - che vi lavorano. Ma i numeri non bastano.
Sebbene da Torino giungono rassicurazioni e garanzie sull’intoccabilità del presidio molfettese, alcuni segnali rendono la situazione sempre più - è proprio il caso di dirlo - scottante. Già durante i mesi scorsi, nel risiko che vede contrapposte le sedi dei vari Comuni della zona - fra le quali si sono inasprite le rivalità - quella di Molfetta ha perso il proprio “capo impianto” entrando, di fatto, nell’orbita amministrativa di Bitonto. Una scelta, questa, che oltre a sminuire notevolmente il ruolo operativo e l’autonomia dell’impianto molfettese, si pone in contrasto con la convenzione stipulata dalla stessa Italgas Spa con l’amministrazione comunale di Molfetta. E i dipendenti locali non sono disposti a mandar giù il boccone: “con questa decisione - ci dicono - non ci vengono riconosciute e gratificate la professionalità e la competenza maturate, in quasi vent’anni di esperienza sul territorio”.
Ma non è finita. Dei due operai che dal prossimo mese andranno in pensione, non è previsto un rimpiazzo. E ancora: Andria e Barletta sono state designate come sedi di nuovi centri di assistenza alla clientela, lasciando a bocca asciutta il presidio della nostra città a dispetto del suo consistente bacino d’utenza.
Segnali preoccupanti che hanno richiesto l’intervento del Consiglio comunale e del sindaco Guglielmo Minervini con un documento indirizzato alla Direzione generale dell’Italgas Spa a Torino, ai ministeri del Lavoro e dell’Industria, ai parlamentari locali, alle organizzazioni sindacali e ad altri enti.
Del resto, il ridimensionamento in atto del presidio molfettese (solo in un anno si è passati da 12 a 10 dipendenti) e l’incubo di una possibile chiusura, oltre alle ricadute occupazionali potrebbero avere pesanti risvolti sul fronte della funzionalità e dell’efficienza del servizio ai clienti.
Ma le schermaglie - anche a livello sindacale - sono agli inizi. Il futuro degli uffici Italgas a Molfetta, sarà deciso nelle prossime settimane.
Cosimo de Gioia