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Risoluzione del contratto della “Cittadella degli artisti” di Molfetta, da parte del commissario prefettizio per gravi inadempienze, oggi la Fondazione Valente spiega la propria posizione La Fondazione era uscita dall'Associazione temporanea di imprese quasi un mese prima del provvedimento
08 luglio 2016

MOLFETTA – Cronaca di una morte annunciata, nuovo pasticcio dell’eredità del sindaco Azzollini e del centrodestra, gestione inadempiente, vicenda bis della piscina comunale? Sono questi gli interrogativi che i cittadini di Molfetta si sono posti di fronte alla risoluzione del contratto per la gestione della “Cittadella degli artisti” da parte del commissario prefettizio dott. Mauro Passerotti.

In realtà, l’iter era già stato avviato dall’amministrazione di centrosinistra di Paola Natalicchio ("opacità, debiti, lavoratori pagati a singhiozzo, decollo faticoso", secondo l'ex sindaco), e ratificato dal commissario che ha ritenuto fondate le motivazioni addotte per l’inadempienza dell’Ati (Associazione temporanea di imprese) Fantarca società cooperativa che con la Fondazione Valente, la Compagnia teatrale “Tiberio Fiorilli” e la Coop. Gea avevano ricevuto in gestione la struttura (ex capannone Asm) di via Bisceglie finanziata col progetto “Bollenti spiriti” dell’assessore regionale dell’epoca Guglielmo Minervini.
L'opera da 4 milioni di euro, rimase a lungo in stand by con l’amministrazione Azzollini che non riuscì a completarlo, anzi ci furono grossi problemi strutturali, che costrinsero l’amministrazione Natalicchio a intervenire per portare e termine l’opera lasciata incompiuta, come altre tipo la pista di atletica leggera. Altro che buona gestione delle opere pubbliche del centrodestra che qualche sprovveduto oggi celebra, facendo dimenticare i fatti che parlano di un’esperienza fallimentare per la città!

Sulla vicenda, “Quindici” aveva pubblicato un dettagliato articolo sulla rivista mensile, alcuni mesi fa e ne pubblicherà un altro nel numero che sarà in edicola a metà luglio. Oggi quelle perplessità che noi avanzavamo, sembrano aver trovato conferma nell’iniziativa del Comune di Molfetta di risolvere il contratto e chiedere il rilascio dell’immobile e di tutte le attrezzature interne di proprietà comunale.
La determina del 23 giugno scorso del settore Lavori pubblici ricorda che già il 24 maggio scorso era stata disposta la “ultimativa diffida” ad adempiere e contestuale comunicazione di avvio del procedimento di risoluzione contrattuale del contratto di appalto n. 7841 di rep. del 17.12.2010 nei confronti della Coop. Sociale Fantarca a.r.l. in ATI con coop. Sociale Gea, Fondazione F.M. Valente, Compagnia teatrale T.Fiorilli.

Queste le motivazioni e il riassunto della vicenda che si ricavano dalla determinazione dirigenziale del 23.6.2016 a firma del funzionario Mauro de Gennaro e del dirigente Lazzaro Pappagallo:

• con determinazione dirigenziale n. 1249 del 09.12.2014 si è provveduto a liquidare in acconto la somma di euro 50.000,00 a titolo di anticipazione prevista all’art. 5 del capitolato speciale d’appalto;

• in data 21.05.2015, in vista dell’approssimarsi della scadenza del 30.06.2015 (termine ultimo fissato per la rendicontazione della spesa), la cooperativa Fantarca a r.l., nella sua qualità di capogruppo, chiese la liquidazione della seconda quota del finanziamento pari ad euro 41.942,19;

• il Comune di Molfetta, dopo aver chiesto ed ottenuto una proroga dei termini di rendicontazione fino al 31.12.2015, ha avviato una serie di verifiche volte ad accertare lo stato di attuazione delle attività di gestione, richiedendo la documentazione attestante le spese sostenute; all’esito delle verifiche, con nota prot. n. 2467 del 15.01.2016, veniva contestato alla coop. Fantarca il parziale inadempimento rispetto a quanto richiesto con diversi solleciti e precedenti note assegnando un termine di gg. 15 a valere quale messa in mora con minaccia di risoluzione per inadempimento;

• la coop. soc. Fantarca a r.l - con nota del 01.02.2016 n. 5594 di prot. - ha riscontrato la precitata nota di diffida lamentando il ritardo nell’erogazione dell’ulteriore quota di finanziamento e trasmettendo con successiva nota parte della documentazione contabile richiesta dal Comune a giustificazione delle spese effettivamente sostenute.

• In considerazione del superamento del limite temporale di rendicontazione fissato alla data del 31.12.2015, nonché del fatto che erano pervenuti al Comune di Molfetta – nella qualità di terzo pignorato - alcuni decreti ingiuntivi di pagamento nei confronti della soc. coop. Fantarca a r. è stata richiesta e concessa dalla Regione Puglia una seconda proroga dei termini di rendicontazione fino al 30.06.2016;

• con determinazione dirigenziale n. 316 del 08.04.2016 si è provveduto a liquidare, a titolo di secondo acconto, la somma di euro 13.310,19 (iva inclusa) per la parte di spese effettivamente sostenute e rendicontate al 31.12.2015, attesa l'avvenuta erogazione da parte della Regione Puglia del saldo del finanziamento.

Dopo le diverse contestazioni e a distanza di oltre 17 mesi dall'avvenuta liquidazione della prima tranche di finanziamento, pari ad euro 50.000,00 a titolo di anticipazione contrattualmente prevista è stata concretamente avviata soltanto una minima parte dei servizi previsti nell'offerta tecnica in virtù della quale la predetta ATI si è aggiudicata la gara d'appalto di cui trattasi;

constatato che
- tale condotta omissiva dell'appaltatrice, peraltro perdurante anche dopo la trasmissione della prima diffida di cui alla nota prot. n. 2467 del 15.01.2016, integra gli estremi del parziale inadempimento delle obbligazioni contrattualmente previste.

- Più in particolare, atteso il rilievo preponderante delle attività laboratoriali della “Cittadella degli Artisti” nell'economia generale della lex specialis della gara d'appalto e, conseguentemente, del rapporto contrattuale avviato all'esito dell'aggiudicazione della gara stessa, il mancato avvio della maggior parte dei laboratori previsti nell'offerta tecnica presentata in gara dall'ATI affidataria deve ritenersi riconducibile al novero delle “continue irregolarità o reiterati abusi commessi nella gestione dell'impianto e/o nello svolgimento delle attività in esso organizzate”, fattispecie che, ai sensi dell'art. 10 del capitolato speciale d'appalto, costituisce causa di “automatica e immediata risoluzione del contratto di gestione”;

- per altro verso, e allo stesso tempo, la descritta condotta omissiva appare qualificabile alla stregua di uno dei “comportamenti dell'appaltatore che concretano grave inadempimento alle obbligazioni di contratto tale da compromettere la buona riuscita dei lavori”, ai sensi dell'art. 136, comma 1, del codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo n. 163/2006 (applicabile ratione temporis alla vicenda).

ACCERTATO che

- a seguito dei già richiamati solleciti e, soprattutto, della richiamata formale diffida ad adempiere, trasmessa con nota comunale prot. n. 2467 del 15.1.2016, l'ATI affidataria, lungi dall'attivarsi per adempiere alle obbligazioni contrattuali e ottemperare alle richieste della stazione appaltante, si è limitata, in sostanza, a confermare l'avvenuta attivazione soltanto di una minima parte dei laboratori urbani giovanili e, per altro verso, ha ascritto a questo Comune asserite responsabilità per la mancata corresponsione della seconda quota del finanziamento regionale (nota Fantarca del 28.01.2016); neppure dopo l'avvenuta liquidazione del secondo acconto del finanziamento regionale (con la predetta determinazione dirigenziale n. 316 del 08.04.2016) la condotta dell'ATI affidataria è mutata.

Tutto ciò premesso,

DATO ATTO che in data 24.05.2016 si è proceduto a notificare l’ avvio contestuale del procedimento di risoluzione contrattuale nei confronti della Coop. sociale Fantarca a.r.l., quale capogruppo dell'ATI appaltatrice del servizio in oggetto, ad ogni effetto di legge ed in particolare ai sensi dell'art. 136 del decreto legislativo n. 163/2006, nonché ai sensi e per gli effetti dell'art. 10 del capitolato speciale d'appalto;

la cooperativa Fantarca a r.l., nella sua qualità di capogruppo, ha riscontrato il provvedimento di cui innanzi in data 13/06/2016, inviando unicamente la dimostrazione dei pagamenti della polizza fideiussoria e nulla dicendo in merito al persistente stato di inattività dei laboratori; ed, invero, in data 20.06.2016 la capogruppo Coop. Fantarca ha trasmesso un’altra nota n. 33028 di prot di (tardive) controdeduzioni nella quale nulla si aggiunge rispetto alla situazione in essere, ed anzi si addebita al Comune il mancato versamento della intera somma contrattuale relativa al finanziamento regionale;

RITENUTE del tutto prive di fondamento le tesi sostenute dalla Fantarca sia perché non sussistevano i presupposti previsti dall’art. 5 del capitolato per la liquidazione della intera somma finanziata (e cioè la dimostrazione della spesa di euro 40.000,00 nel primo semestre di attività), sia perché gli stessi presupposti non sussistono neppure oggi (anche dopo la liquidazione del secondo acconto di cui alla d.d. 316/2016). La Fantarca non ha controdedotto nulla in proposito e pare fondare i suoi addebiti al Comune solo sull’assunto di un incondizionato obbligo del Comune di liquidare a saldo la seconda quota di finanziamento regionale a prescindere da ogni verifica circa le spese effettivamente sostenute e loro rendicontazione.

Le tesi della Fantarca, secondo il Comune appaiono del tutto inconferenti anche rispetto alle esigue attività laboratoriali concretamente avviate (dei cui esiti non viene fornita alcuna dimostrazione) atteso che il fatto di non aver effettivamente avviato le attività del capitolato malgrado le quote di finanziamento versate a titolo di “start-up” lascia prevedere che, non potendo più disporre di finanziamenti pubblici, le criticità verificatesi non potranno che aumentare; giova sottolineare, ai fini della valutazione dell’inadempimento contrattuale che, ai sensi dell’art. 3) del capitolato speciale d’appalto, il finanziamento viene espressamente destinato alla “creazione di laboratori nel campo della musica, teatro, danza e cinema rivolti a fasce giovanili di età compresa tra i 14 e 29 anni di età con l’obiettivo primario di : fornire sostegno alla creatività di giovani artisti; creare figure professionali nei vari settori artistici; creare momenti di aggregazione sociale; organizzare corsi di perfezionamento, stages, masters; realizzare supporti digitali; sostegno della creatività giovanile in sinergia con le buone pratiche e le attività promosse dall’Amministrazione comunale per costruire un fattore di ripresa della vitalità strategica su territorio e strumento per la scoperta di giovani artisti”.

RICHIAMATE integralmente le motivazioni riportate nella richiamata comunicazione di avvio del procedimento di risoluzione e rammentato che, in pendenza del termine assegnato, sono altresì pervenute – per conoscenza - al protocollo comunale due comunicazioni di licenziamento per due dipendenti in data 06 e 07 giugno 2016, così avvalorando l’ipotesi di totale inattività della struttura contestata da questo Comune;

RITENUTO, pertanto, dover concludere il procedimento avviato con la immediata risoluzione del contratto ai sensi e per gli effetti delle disposizioni di cui all’art.136 del d. lgs. 163/2006 e dell’art. 1456 del Codice Civile per grave inadempimento contrattuale con contestuale incameramento della cauzione definitiva , ai sensi dell’art. 10 del C.S.A.;

RITENUTO necessario che, contestualmente alla presente risoluzione contrattuale, il settore LL.PP. in uno con il settore Welfare Cittadino procedano, in contraddittorio con il legale rappresentante dell’A.T.I. Fantarca, alla redazione del verbale di riconsegna della struttura con ogni attrezzatura di proprietà comunale;

VISTA la relazione in data 23.05.2013 a firma dell’avvocato incaricato dal Comune di Molfetta nella quale, a seguito di una approfondita disamina della questione, viene evidenziato lo stato di inattività della gestione delle attività previste dal capitolato causa di grave e persistente inadempimento; vista, altresì, la successiva integrazione trasmessa dall’Avvocato incaricato in data 23.06.2016 a seguito dell’esame della nota di controdeduzioni del 20.06.2016 inviata dalla Fantarca nella quale vengono confermate tutte le deduzioni della precedente relazione;

VERIFICATO che sono numerosi gli atti e le note di contestazione ed i verbali in

contraddittorio con cui il Comune di Molfetta ha diffidato l’ATI aggiudicataria al ripristino delle condizioni e degli adempimenti contrattuali rimasti ancora inevasi e tenuto conto del fatto che il Comune ha adempiuto ai pagamenti delle tranches di finanziamento regionale per le spese effettivamente documentate e sostenute;

CONSIDERATO che il negligente ed omissivo comportamento dell’ATI aggiudicataria non consente più di proseguire la gestione sia a causa dei decreti ingiuntivi medio tempore pervenuti che non permettono più di effettuare liquidazioni in favore dell’ATI fino alla concorrenza del debito sia perché in tale situazione gestionale non sarebbe assolutamente garantito né il rispetto del capitolato né il mantenimento in efficienza della struttura e delle attrezzature affidate e ciò costituisce motivo di grave pregiudizio per l’Ente.

RITENUTI sussistenti attuali e fondati i motivi per disporre la risoluzione contrattuale, ex art.136 del d lgs. 163/2006 e art 10 del C.S.A.

VISTO il parere favorevole espresso (anche) dal dirigente del settore Welfare Cittadino,
D E T E R M I N A

la premessa narrativa costituisce parte integrante e sostanziale del presente atto dirigenziale

1) Di risolvere, ex art. 1456 C.C., per grave inadempimento e per le ragioni richiamate in premessa e nel provvedimento n.28367 del 24.05.2016 di ultimativa di diffida e messa in mora del contratto n. 7841 di rep. del 17.12.2010, con cui il Comune di Molfetta affidava la gestione dei laboratori urbani giovanili e il servizio polivalente per minori presso la Cittadella degli artisti alla A.T.I. FANTARCA soc. coop a r.l. (capogruppo) + Fondazione V.M. Valente, Compagnia Teatrale TIBERIO FIORILLI, Coop. GEA.

2) Di intimare il concessionario al rilascio dell’immobile entro il termine di gg. 10 dalla notifica della presente ed alla sottoscrizione del verbale di riconsegna di ogni attrezzatura di proprietà comunale ivi presente.

3) Di dare comunicazione della presente risoluzione all’Osservatorio presso l’ANAC, nonché alla Regione Puglia.

4) Di notificare il presente atto all’A.T.I. FANTARCA a r.l. (capogruppo) alla Fondazione V.M. Valente, alla Compagnia Teatrale TIBERIO FIORILLI, alla Coop. GEA, a mezzo di messo comunale dando atto che la risoluzione del rapporto contrattuale avrà effetto a far data dal ricevimento della stessa comunicazione e che l’immobile dovrà essere rilasciato libero e sgombro da persone e cose non di proprietà pubblica, previa redazione di verbale di consistenza di cui innanzi siglato in contraddittorio da delegato dell’Amministrazione comunale e dell’ATI FANTARCA.

Fin qui la dirigenziale, alla quale va aggiunto un particolare: la Fondazione Valente è fuori dall’Ati da circa un mese. Quali siano state le motivazioni di questa scelta, lo si saprà questa mattina nel corso di una conferenza stampa alle ore 11 nella Sala Stampa del Museo Diocesano di Molfetta. Il presidente della Fondazione, dott. Pietro Centrone, incontrerà gli operatori dell’informazione per illustrare l’attività del 2016 e spiegare i motivi della fuoriuscita dal Raggruppamento temporaneo di imprese gestore della Cittadella degli Artisti. Probabilmente la Fondazione con questa mossa ha voluto giustamente prendere le distanze da una gestione discutibile, secondo il Comune, e non farsi coinvolgere in eventuali azioni giudiziarie che il commissario prefettizio potrebbe mettere in atto nei confronti della Fantarca.

«La decisione, infatti – sottolinea un comunicato della Fondazione -, è stata deliberata dal CdA della Fondazione in data 9 giugno, giorni prima della risoluzione contrattuale della gestione adottata, con provvedimento dirigenziale a firma del funzionario, Mauro de Gennaro, e del dirigente Lazzaro Pappagallo, revoca già impugnata dalla capofila della Rti, cooperativa Fantarca e dalla cooperativa Gea per insussistenza di motivazioni».

Anche l’ex sindaco Paola Natalicchio dice la sua sulla “cittadella”: «si parla anche della chiusura della Cittadella degli Artisti. Arrivano, su questo, vere e proprie lezioni di vita. Ha sbagliato il centrodestra a fare quel bando, ma ha sbagliato anche il centrosinistra a non cambiare il destino di quella storia. Incredibile, davvero. In tre anni abbiamo completato un'opera incompiuta da oltre 4 milioni di euro, messo in funzione il Centro Minori "La Bussola" e avviato la programmazione della struttura, che è in totale gestione esterna, da parte di una ATI che è stata selezionata dalla precedente amministrazione. Anche qui, opacità, debiti, lavoratori pagati a singhiozzo, decollo faticoso. Grande vigilanza, nei mesi. E, purtroppo, lo stop. Cosa potevamo fare di diverso oltre che completare la struttura e vigilare sulla sua gestione? Occuparla e far sventolare una bandiera rossa? Non mi è chiaro e sorrido amaramente a chi, intanto, esalta Fausto Leali (patrocinato dall'amministrazione uscente) come modello alternativo a politiche culturali snob, eppure non radicalmente alternative (promosse dall'amministrazione uscente)».

Ci si augura, comunque che la Fantarca restituisca subito l’immobile e i suoi contenuti al Comune (non deve essere consentita alcuna violazione delle regole e delle disposizioni contrattuali, come è avvenuto in passato quando è stato il Comune ad essere inadempiente e tollerante nei confronti dei gestori delle strutture pubbliche, basti per tutte la vicenda dei campi di calcetto che vede coinvolta la famiglia Minuto) e che il commissario prefettizio provveda ad istituire un servizio di vigilanza per evitare quello che sta accadendo nella piscina, ormai alla mercé dei vandali. I soldi dei cittadini vanno tutelati con azioni decise.

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Uno dei tanti casi di "coscienza sociale". Parliamo sempre di soldi, del "vile" denaro. Il denaro simbolo e motore della modernità. Il denaro che da un prezzo a tutto, quindi un valore a tutto. Anche alla dignità e alla vita. Abbiamo coniato lo slogan di questi tempi : "Put the people last". Appunto, le persone: il denaro come espressione e misura del merito professionale (però assistiamo al declino sociale del "prestigio del lavoro"). Categorie di lavoratori invisibili, inesistenti, deprivati della propria identità sociale. E' la legge dei numeri. I nuovi attori sul palcoscenico del teatro "Lavoro" sono loro: comunicatori, business-man, imprenditori, uomini di (mal)finanza, immobiliaristi (new entry del momento). Cosa accomuna queste figure di successo? Amoralità, assenza di scrupoli. Cosa li salva: l'apparenza. Uomini che producono il denaro, a prescindere. Il denaro come identità. Simboli di un epoca nella quale il denaro si auto(DE)genera in un processo apparentemente ineluttabile, avviluppando tutto ciò che tocca, permeando, plasmando menti e ragione, a propria immagine e somiglianza: fredda materia senza anima. Il denaro che ha reso mercificabili i nostri diritti (anche quelli sanciti dalla Costituzione), i principi, i valori etici. Dove sono finiti i "GRANDI UOMINI", profili carismatici che hanno fatto la storia a dispetto del tempo? Pensatori, statisti, politici, imprenditori, manager, è di persone così che abbiamo bisogno per ricominciare a credere. E' vero che si consuma tutto in fretta, ma ciò che vale non si consuma, si consolida!



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