Rischio Lame, Regione e Autorità di Bacino rimettono in discussione il PIP
Torna alla ribalta la notizia dei rischi connessi all'ampliamento della zona PIP, soprattutto con riferimento alle lame per le quali non sarebbero stati osservati tutti gli adempimenti necessari ad evitare che, in caso di alluvione ( l'ipotesi secondo i geologi e gli ingegneri idraulici potrebbe verificarsi nell'arco dei prossimi 30 anni), possa accadere una catastrofe. A riportare di attualità il problema è un'interrogazione con richiesta di risposta scritta presentata alla Regione Puglia il 22 luglio scorso dopo l'approvazione del Putt/P (Piano Urbanistico Territoriale Tematico particolareggiato per il Paesaggio) da parte del Consiglio Comunale di Molfetta. L'interrogazione è stata formulata dal consigliere regionale del Partito dei Comunisti italiani, Carlo De Santis, che si rivolge ai presidenti del Consiglio ed al segretario della Giunta, all'assessore alla tutela ed all'assetto del territorio e al presidente dell'autorità regionale di bacino, Onofrio Introna. Vediamo il testo dell'interrogazione: «Premesso che: • in data 7 marzo 2008 il Consiglio Comunale di Molfetta ha approvato il PUTT/P della zona di ampliamento del PIP del PRGC/P; • tale piano non tiene conto della presenza, nell'area prevista dall'ampliamento, della Lama Scorbeto o Marcinase est, che proviene dall'alta Murgia o, se ne tiene conto, lascia intendere —senza addurre dati tecnici che dimostrino tale esito — che, in caso di inondazione, parte della sua portata andrebbe a confluire in altra lama più ad est; • in tale lama più ad est il Comune di Molfetta ha peraltro collocato un piano di recupero abitativo, che prevede la costruzione di nuovi manufatti; • il citato piano di ampliamento del PIP non contiene lo stralcio delle superfici delle lame presenti, individuate e perimetrate dall'Autorità di Bacino della Regione, in cui c'è il divieto assoluto di edificabilità, né prevede opere di tutela e protezione dai deflussi di piena; • le premesse che hanno portato a individuare quella zona di ampliamento del PIP sembrano sottovalutare il fatto che, nonostante la continuità geomorfologica delle lame che attraversano il territorio di Molfetta appaia a volte interrotta nel suo percorso verso il mare, ciò non può essere letto come una interruzione permanente della loro continuità idraulica, perché l'esperienza dice che quando si verificano deflussi di piena, si ripristina il percorso delle lame, con esiti spesso catastrofici; • tali eventi catastrofici si verificano raramente, ma i cambiamenti climatici in corso li rendono purtroppo più frequenti e violenti, rispetto ai decenni scorsi; • ove si verificassero piogge torrenziali nella zona murgiana, l'acqua nel suo deflusso verso il territorio di Molfetta rischia di travolgere manufatti e opifici già esistenti in lame ritenute a torto colmate, con presumibili, gravi pericoli per le persone e per le cose che si trovassero sul loro cammino; • il dirigente del settore territorio della città di Molfetta, con nota n.11666 del 26/2/2008, propone tra l'altro all'Autorità di Bacino di: a. introdurre lama Manna come corso d'acqua sfociante in una dolina e pertanto non confluente in bacini posti più a valle; b. rivedere i tracciati di tutte le lame rappresentati all'interno delle zone già urbanizzate (aree industriali e residenziali) per una corretta previsione degli ambiti di intervento; c. rivedere il tracciato di lama Martina nella zona immediatamente a valle di via Berlinguer; ritenendo in tal modo di affrontare il problema mediante modifiche di tipo cartografico, ma riconoscendo, d'altra parte, che “alla luce della situazione compromessa a ridosso delle aree industria le e artigianale di Molfetta il Comune, come peraltro già confermato nell'ambito di incontri in formali con i Vostri consulenti, ha già avviato studi volti alla individuazione di eventuali opere di protezione o mitigazione del rischio idraulico”; • i tecnici appositamente inviati in zona dall'Autorità di Bacino per un sopralluogo, con nota n.3509 del 9/4/2008, hanno dichiarato fra l'altro che: a. la lama Marcinase risulta interrotta, all'altezza della zona PIP, a monte “dalla presenza di un rilevato stradale che ostruisce completamente la lama e a valle dalla presenza di numerose in fra strutture realizzate completamente in alveo”; b. “il rilevato stradale non presenta alcuna connessione idraulica fra monte e valle e, pertanto, il rilevato costituisce uno sbarramento assoluto al percorso delle eventuali portate di piena”; c. “in destra idraulica della lama Marcinase, a monte della ferrovia e a nord dell'area ad alta pericolosità idraulica presente nel PAI si è verificata la presenza di un cantiere che in prima analisi risulta esterno alle aree vincolate. In adiacenza allo stesso si è riscontrata la presenza di una recinzione tipica di un cantiere in partenza che, questa volta, risulterebbe all'interno dell'area ad Alta Pericolosità Idraulica”; • in definitiva, l'ampliamento del PIP sembra non tenere in alcun conto i rilievi dell'Autorità di Bacino. Ritenuto che il problema, peraltro riconosciuto nella sua gravità dal settore territorio della città di Molfetta, non possa essere superato con semplici aggiustamenti cartografici, come si propone nella nota citata; Chiede di sapere: • se risulta alle SS.LL. quanto dichiarato in premessa; • quali interventi si intende mettere in campo per verificare se il PIP di Molfetta insiste in un'area sicura, ovvero a rischio per l'incolumità delle persone e se in zona esistono, o sono in partenza, cantieri abusivi; • ove risulti che il progettato ampliamento del PIP non è conforme alle prescrizioni regionali in materia, se le SS.LL. non ritengano: • di fermare l'iter volto all'ampliamento del PIP; • di prescrivere all'Amministrazione Comunale della città di Molfetta di progettare e realizzare nel più breve tempo possibile le necessarie opere di protezione da eventuali ondate di piena, anche attraverso il concorso finanziario della Regione, al fine di scongiurare il verificarsi di eventi luttuosi, nonché di danni ai manufatti; • di verificare la sicurezza complessiva del deflusso delle acque nei territori segnalati, al fine di valutare se non sia il caso di rivedere complessivamente, le destinazioni d'uso vigenti». Intanto il 10 luglio scorso l'autorità di bacino (Adb) della Puglia, presieduta dall'assessore regionale pugliese ai lavori pubblici, Onofrio Introna, ha ridefinito i livelli di pericolosità idraulica di alcuni Comuni della Regione, fra cui quello di Molfetta, predisponendo la perimetrazione definitiva del Comune per realizzare una cartogra-fia adeguata alle nuove situazioni di pericolosità ignorate dall'amministrazione comunale. Di fronte a questa nuova situazione, la stessa amministrazione comunale, che aveva ignorato in precedenza gli inviti dell'Adb ha chiesto (dopo tre anni) un incontro urgente per definire la cartografia. Con la nuova perimetrazione si dovrebbe evitare di edificare dove ci sono le lame e aumentano i rischi di possibili disastri ambientali. Tra le perimetrazioni da rivedere ci sono sia quelle di Lama Cupa (prima cala) che raccoglie le acque provenienti da Bitonto, Terlizzi, e tutto quello che eccede Lama Balice a Bari sia quelle di lama Scorbeto in zona ampliamento PIP che proviene dal territorio di Ruvo e Terlizzi e tutto ciò che eccede lama Balice. E' proprio quest'ultima lama, Lama Scorbeto quella che è stata trascurata dalla amministrazione locale con il piano di ampliamento PIP incautamente approvato lo scorso 10/04/2008 dal commissario Antonella Bellomo, la quale però avvertiva nel testo della sua delibera: “omissis - … si approva, fatto salvo e sentito il parere favorevole della ADB della regione Puglia … - omissis”. Solo ora ci è noto che la predetta autorità non ha mai condiviso la parte cartografica e la perimetrazione delle lame con l'organo amministrativo comunale di Molfetta. L'edificazione selvaggia di questi ultimi anni ha ignorato le lame e le stesse autorità comunali sono rimaste indifferenti ai richiami dell'Adb, non tenendo conto alcuno del rischio di possibili alluvioni che metterebbero in pericolo non solo le costruzioni, ma anche le persone. E tutto questo per evitare le opere di protezione di inalveamento che costano milioni di euro, ma che sono indispensabili a garantire la sicurezza. A lanciare l'allarme è anche il dott. Guglielmo Facchini già Membro Onorario dell'Accademia Europea per le Relazioni e lo Sviluppo economico dei Paesi del terzo mondo, quindi esperto di leggi che disciplinano la creazione di nuovi insediamenti produttivi ha avanzato alcune osservazioni al piano PUTT/P della variante in ampliamento PIP al PRGC del Comune di Molfetta. Facchini nelle sue osservazioni si basa anche sullo studio di geologi e ingegneri idraulici della Geo Exploration di Triggiano che hanno previsto una alluvione a Molfetta nell'arco dei prossimi 30 anni. Secondo Facchini il piano comunale «ignora la presenza della pericolosa Lama Scorbeto o Marcinase est, che attraversa tutta la superficie dei suoli in ampliamento con un larghissimo bacino di raccolta che quasi nessuna area lascia disponibile alla costruzione di eventuali insediamenti produttivi nell'area prevista e perimetrata dall'ampliamento. Esso proviene dall'alta Murgia, con un fronte d'acqua alto più di dieci metri in alcuni punti della zona interessata dall'ampliamento PIP del PRGC a causa delle ostruzioni provocate dalle urbanizzazioni selvagge dell'area PIP già esistente che formerebbero degli invasi pericolosi che allagherebbero alcuni capannoni in costruzione. Il piano costituisce di fatto la violazione delle norme ambientali, urbanistiche e di tutela idrogeologica non rispettando affatto il codice ambientale civile e penale. Basti pensare all'auto porto, la cui progettazione è stata approvata proprio su un suolo posto vicino alla confluenza di ben cinque lame che trasformandosi in un solo enorme corso d'acqua, sfociano a Cala San Giacomo. Questa imponente Cala è stata scavata non dall'erosione marina, ma da queste cinque lame che ivi confluiscono e prima della foce formano un unico smisurato corso d'acqua con grossa capacità erosiva». Speriamo che all'incontro con l'Autorità di Bacino si arrivi finalmente a realizzare quelle opere di protezione necessarie ad evitare eventuali tragedie in caso di alluvione, come vediamo sempre più spesso nei telegiornali, mentre ci si chiede come mai siano potuti accadere queste tragedie. Questo dove per è già stato edificato nell'alveo delle lame. Dove invece è previsto l'ampliamento PIP e per la zona della prima cala, il Comune farebbe bene a tener conto delle perimetrazioni della autorità di bacino e del divieto di inedificabilità previsto dalle leggi, per non incappare in reati gravi ed in spese costosissime per progettare e realizzare opere di protezione, il cui costo sarebbe superiore al valore dei manufatti ivi eventualmente edificati e sarebbe a spese delle tasche dei nostri concittadini. Non sempre è colpa della natura, ma spesso è colpa dell'uomo che non rispetta la natura, che poi si vendica. C'è un rischio simile anche per Molfetta? Meglio correre ai ripari oggi, per evitare pericolosi rischi domani.