Rischio idrogeologico tutto da rifare: la Cassazione boccia il Pai. La sentenza della discordia
Qualcuno di rebbe di non avere nulla da replicare. Qualcun altro direbbe di parlare con il lavoro, e altri direbbero che per loro a parlare sono gli atti. Sta di fatto che la decisione della Corte di Cassazione sul pronunciamento del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche sul Piano di Assetto Idrogeologico è da definire davvero la sentenza della discordia. INCOMPATIBILITA’ DELL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE E TERRITORIO? Il polverone è stato alzato nel primo consiglio comunale della gestione Natalicchio, quando il consigliere di minoranza, Mariano Caputo (Molfetta Futura), ha espressamente chiesto le dimissioni dell’assessore al Territorio e Ambiente, Rosalba Gadaleta. Difficile contestare l’accaduto “carte alla mano” visto che la stessa Gadaleta è stata il legale rappresentante di Legambiente costituitasi in giudizio proprio contro il Comune di Molfetta nel contenzioso tra il Comune e l’Autorità di Bacino (AdB) per il PAI. Ora rivestendo la carica di assessore al Territorio e Ambiente, il suo ruolo potrebbe apparire in palese conflitto di interessi, essendo stata nominata dal sindaco Paola Natalicchio. Alla questione non poteva mancare la replica dell’ex sindaco nonché senatore della Repubblica e Presidente della Commissione Bilancio Antonio Azzollini esperto in conflitti di interesse personali, mai sanati: «Per la coerenza e la trasparenza invocata dalla sinistra, chiedo che l’avvocato Rosalba Gadaleta compia l’unico atto conseguente alla sua sconfitta: dimettersi. Lei è la persona che ha sostenuto una tesi contraria rispetto a quella sostenuta dal Comune di Molfetta, sono certo che da gentildonna qual è vorrà immediatamente rimuovere la sua posizione in palese conflitto d’interessi». IL TIRA E MOLLA L’oggetto del contendere tra il Comune di Molfetta e l’Autorità di Bacino è tornato a far capo al Tribunale Superiore della Acque Pubbliche (TSAP), almeno secondo quanto decretato dalla Cassazione il 5 luglio scorso nella sentenza n.16885/13 Sezioni Unite Civili. Un film già visto e rivisto con prima il ricorso presentato da Antonio Azzollini nell’aprile del 2012 contro la sentenza dello stesso TSAP (ricorso rigettato contro la perimetrazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dell’Autorità di Bacino (AdB) ratificata nell’aprile 2009). Ora la decisione spetta solo ed esclusivamente al Comune di Molfetta. La giunta di centrosinistra deve decidere se continuare il tira e molla con l’Autorità di Bacino oppure annullare il ricorso con una delibera di giunta e una ratifica del Consiglio comunale, dopo che la Suprema Corte ha sancito la «conseguente cassazione della sentenza impugnata e il rinvio al TSAP per le determinazioni di competenza in ordine alla domanda di annullamento». TUTELA DEL TERRITORIO Che il dissesto idrogeologico rappresenti per la nostra città un problema di notevole rilevanza, non è cosa che scopriamo oggi. A Molfetta il rischio idrogeologico è diffuso in modo capillare e si presenta in modo differente a seconda dell’assetto geomorfologico del territorio. Tuttavia il rischio idrogeologico è stato fortemente condizionato dall’azione dell’uomo e dalle continue modifiche del territorio che hanno, da un lato, incrementato la possibilità di accadimento dei fenomeni e, dall’altro, aumentato la presenza di beni e di persone nelle zone dove tali eventi erano possibili. Sulla questione tutt’altro che semplice è intervenuta la stessa Paola Natalicchio affermando: «Lo scopo preciso di questa nuova stagione di collaborazione strategica tra Comune e Autorità di Bacino è quello di salvaguardare due interessi ugualmente rilevanti. Da un lato, la difesa della sicurezza del nostro territorio, dall’altro lo sviluppo pianificato dei numerosi insediamenti economici ed edilizi. Sempre nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e urbanisticamente compatibile con le esigenze ambientali». Il tutto sta a sancire una decisione più che plausibile e ponderata: la parola “fine”ad un contenzioso che dura da troppo tempo. A ribadire tale presa di posizione ci ha pensato proprio l’assessore Gadaleta dichiarando: «Questa amministrazione condivide sia i presupposti che le risultanze tecniche del PAI e intende tutelare il territorio ispirando la propria azione istituzionale ai principi di salvaguardia e precauzione. Per questo non abbiamo intenzione di proseguire l’azione legale contro l’Autorità di Bacino, ma ci adopereremo affinché siano eliminati i vizi formali della delibera del 2009 riscontrati dalla Cassazione. Al tempo stesso, abbiamo già concordato con l’Autorità di Bacino di insediare un tavolo tecnico con lo scopo di individuare le misure di mitigazione del rischio idrogeologico sul nostro territorio». ZONA ASI A RISCHIO IDROGEOLOGICO L’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente, l’apertura di cave di prestito, l’occupazione di zone di pertinenza fluviale, l’estrazione incontrollata di fluidi (acqua e gas) dal sottosuolo, il prelievo abusivo di inerti dagli alvei fluviali, la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio locale. Il continuo verificarsi di questi episodi necessita di una politica di gestione del rischio che affrontasse il problema non solo durante le emergenze. E proprio Legambiente ha espresso una forte preoccupazione per la realizzazione delle opere di mitigazione idraulica finanziate per 14 milioni di euro dall’Accordo di Programma Quadro sottoscritto il 26 luglio tra Regione Puglia e Ministero dello Sviluppo Economico. Infatti il “canale di gronda” potrebbe rappresentare una pessima soluzione tecnica costituendo una nuova e massiccia invasione di cemento a danno di terreni destinati a produzioni agricole di pregio a monte dell’area industriale. APPROVAZIONE DEL PROGETTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO Il 6 agosto si è tenuta presso l’Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia una Conferenza di Servizi che ha visto la partecipazione di rappresentanti del consorzio Area di Sviluppo Industriale (ASI) e del Comune di Molfetta. Tema centrale nell’incontro è stata l’approvazione del progetto di mitigazione del rischio idraulico risultante dalla decisione di integrare funzionalmente due progetti distinti: quello che l’ASI aveva elaborato a protezione dell’insediamento di Molfetta e quello, adeguatamente modificato, che il Comune di Molfetta aveva immaginato a protezione della ancora da realizzare nuova zona artigianale (PIP3). Secondo Legambiente ad oggi l’unica strada percorribile ed efficace per contrastarne il rischio allagamenti e quella di riattivare il percorso originario delle Lame nella zona ASI.
Autore: Andrea Saverio Teofrasto