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Rifondazione sui box del mercato diffuso a Molfetta: esposto alla Corte dei Conti? Installato il primo chiosco, la Giunta Azzollini indice un nuovo bando di gara per altri due box: il prezzo aumenta da 21mila a 70mila euro ciascuno. Le domande e l'interpellanza di Rifondazione.
26 agosto 2011

MOLFETTA - «Dopo l'istituzione con il nuovo Piano di commercio su aree pubbliche del cosiddetto “mercato diffuso” (esperienza più unica che rara in Italia), l'amministrazione Azzollini si dimostra questa volta disinvolta (troppo disinvolta) nell'affidare la fornitura dei chioschi di vendita per gli ambulanti di ortofrutta». Rifondazione Comunista commenta l’installazione in città dei primi chioschi-box frutta introdotti dal Piano del Commercio approvato lo scorso ottobre 2010.
«Il primo chioscoè stato installato nei pressi del Palazzetto dello Sport di Zona 167 (Via Papa Montini) e realizzato da una ditta privata (scelta a caso?) come prototipo con una spesa di 21mila euro - continua il comunicato - a maggio scorso la Giunta comunale decide di indire una gara pubblica per la realizzazione di altri 2 chioschi, identici al prototipo già realizzato dalla ditta privata, che però lievitano alla cifra di  140mila euro. Ci saremmo aspettati di leggere che i soldi stanziati servissero per la realizzazione dei rimanenti 7 chioschi e invece si provvede per soli 2 asserendo che per gli altri 5 chioschi non ci sono soldi. Come mai i costi necessari per ciascun chiosco lievitano da 21mila a 70mila euro?».
Come l’amministrazione Azzollini giustifica questo improvviso e ingente aumento dei costi? Quali motivazioni?
«Infine, a completare l'opera, arriva la delibera n. 145 della Giunta comunale ai primi di agosto - quando (non) tutti sono al mare - con cui l'Amministrazione Azzollini forse in preda ad un colpo di sole affida la realizzazione dei 2 chioschi direttamentea una ditta privata, contraddicendo la delibera assunta in precedenza, individuata dalla Giunta stessa».
La ditta incaricata è la stessa che ha realizzato il primo prototipo. Lecite le domande poste da Rifondazione: «come è possibile che a Molfetta la Giunta comunale - anziché il Dirigente competente - proceda ad affidamenti diretti individuando le ditte private che devono realizzare i lavori?Come mai i chioschi si realizzano “a rate” invece di indire una gara per realizzarli tutti ed abbattere i costi?A cosa è servito realizzare un prototipo se alla fine i costi sono aumentati in maniera abnorme?In base a quali criteri si assegnano i chioschi che vengono realizzati agli ambulanti di ortofrutta?
Perché dopo che si indice la gara pubblica a maggio la si cancella con una nuova delibera ad agosto? Forse per tener fede all'atteggiamento di questi ultimi anni che ha portato Azzollini e la sua giunta a preferire le nomine dirette dei dirigenti, anziché i concorsi, e gli affidamenti milionari senza gare pubbliche a ditte private?».
Necessaria per Rifondazione la revoca della delibera G.C. n.145/11 «in via di autotutela», attivando «le procedure di garaper tutti i chioschiche intendesse realizzare per il “mercato diffuso”». Protocollata anche un’interrogazione consiliare per diradare i dubbi e ottenere delle spiegazioni. «Nel caso in cui la risposta non arrivi nei 30 giorni previsti dalla legge (mai rispettati in questi anni da quest'Amministrazione)  - conclude Rifondazione - ci riserviamo di interessare della vicenda la Corte dei Conti».

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"Le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni", non riesco ad iniziare in maniera diversa. Che la situazione pregressa, quella ante le azioni ripetute della magistratura, fosse intollerabile, stante la completa deregulation del settore, e l'assenza, in pratica, di qualsiasi forma di controllo, o perlomeno capacità di ridurre in termini tollerabili (e legali), il fenomeno, non ci piove, per cui, stante i numerosi esposti, l'intervento della Magistratura rendevasi, in pratica, necessitato. Però, oggi ci troviamo con una situazione senza altro peggiore, e per un semplicissimo motivo: mentre prima "le capanne", "le baracche", con gli ammennicoli vari, erano, pur nella loro bruttura, perlomeno rimovibili, non avevano alcun elemento di fissità e staticità nel tempo, per cui ben poteva essere intrapresa, una azione, caso per cosa, con valutazione di conformità, della postazione, alle prescrizioni normative tutte, oggi invece ci troviamo al cospetto di strutture che hanno non solo elementi di fissità e staticità, ma al momento risultano essere legali. E vengo al punto ed alla conclusione: quando un anno fa sostenevo che tale azione non solo era inutile, ed eccessivamente dura e vessatoria nei confronti di soggetti che, in alcuni casi, esercitavano quel tipo di attività, in quelle forme, poiché non avevano alcuna alternativa reddituale, per sostenere le loro famiglie, sono stato accusato di partigianeria, nei confronti dei fruttaroli. Come si vede, oggi, non era affatto così. Anzi, i fenomeni come questo vano discussi, ragionati... Io avevo suggerito una strada che era quella di lasciar stare le cose come stavano, non perché mi piacessero quelle strutture (spero di spiegarmi bene, anche se qua non è sempre semplice farsi comprendere), ma per dare tempo, alla polizia urbana di verificare la conformità, caso per caso, di quelle strutture alle norme che già c'erano. Ma v'è di più, mi ero spinto ancora altre: Avevo chiesto che anzi la Magistratura, si concentrasse piuttosto, o prioritariamente, su eventuali omissioni di controllo che potevano esserci da parte di chi era deputato a tale funzione a livello locale. Insomma, facevo l'esempio della multa all'automobilista. Se un pubblico ufficiale passa dinanzi ad una autovettura parcheggiata in violazione alle norme del codice della strada, senza verbalizzare alcunché, mettiamo in atto l'azione repressiva nei confronti dell'indisciplinato automobilista, dimenticandoci che, a monte, è mancata la multa, il verbale, su quella infrazione? Io mio sono convinto nel corso di questi anni, che ci fosse una precisa volontà politica da parte dell'amministrazione a "sistemare" le cose in questa maniera, a lasciare questi spazi proprio per accontentare queste famiglie, e anzi mi sono convinto che i vigili sapessero perfettamente che dinanzi a certe situazioni non avrebbero dovuto calcare la mano. Chiaro no? E' inutile che ci prendiamo in giro, non facciamo gli ipocriti, la gran parte di questi... (per me la totalità), sono elettori del nutella... Premesso ciò, condannata senza se e senza ma la politica del nutella, che di conseguenza ha favorito l'atteggiamento blando degli organi di controllo della municipalità, occorre però dire che qui, qualcuno ha sbagliato, ha proposto una cura che si è rivelata alla fin fine, peggiore del male. Insomma, quando la capiremo che la politica delle emergenze, provoca danni irreversibili in ogni settore? Sostenevo che l'azione della Magistratura avrebbe dovuto concentrarsi, sulla verifica dell'operato dei vigili, e sul perché (e per ordine di chi... ovvio...), gli stessi avessero de facto consentito che questa città divenisse progressivamente la baraccopoli dell'ortofrutta. Ora a che punto siamo giunti? Abbiamo la proliferazione di enormi pagode in città, MOSTRI!!! OVVIO!!! nelle quali manca tutto, tranne gli ortaggi e la frutta... ma manca veramente tutto. Mi viene quasi da dire, "ben vi sta..." in questo settore, la città "è caduta dalla padella alla brace". Adesso i soloni che hanno predicato l'azione dura di repressione, voglio vedere che soluzione hanno da proporre oggi. Dimenticavo: la situazione pregressa "alle pagode", era sicuramente critica sotto molteplici aspetti, ma aveva un solo elemento di positività: che quelle strutture, in ogni caso, non erano stabili, potevano essere rimosse, ridimensionate, in ogni momento, con una verifica puntuale fatta caso per caso, nell'ordinaria esecuzione dei compiti di polizia urbana, senza invocare misure eccezionali. Oggi invece abbiamo delle strutture fisse, stabili che, tra l'altro costano un sacco di soldi e che, anche con un cambio di amministrazione saranno difficilmente rimovibili.





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