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Rifondazione, no alla privatizzazione dell'impianto di compostaggio Ritornato al Comune di Molfetta, l'amministrazione Azzollini vorrebbe favorire l'ingresso di un privato per finanziare altri 5,4milioni di euro per la riattivazione (2,3milioni già dalla Provincia di Bari). Prc: alla Regione Puglia disponibili non meno di 20milioni di fondi europei. Perché ancora il privato?
13 settembre 2011

MOLFETTA - Quando sarà riattivato l’impianto di compostaggio? La struttura pubblica, unica nella Provincia di Bari, sembra essere caduta nel dimenticatoio, ma secondo il Partito della Rifondazione Comunista altre sarebbero le motivazioni di questo silenzio logistico e politico.  
«Per più di dieci anni il Comune di Molfettaè stato contrapposto all'azienda privata Mazzitelli, concessionaria dell'impianto di compostaggio, relativamente alla disputa sulla proprietà dell'impianto destinato a produrre compost (che sarebbe, in estrema sintesi, il prodotto della decomposizione di materie organiche biodegradabili utilizzabile come fertilizzante per migliorare la resa produttiva del suolo), ricorda Rifondazione e, «dopo contenziosi pagati a peso d'oro, è stato riconosciuto nel 2009 come proprietario il Comune, ma nel frattempo l'impianto è stato fermo e si è malridotto».»
Il funzionamento dell’impianto potrebbe rimpinguare le casse comunali, ma occorrono una serie di finanziamenti per riadeguarlo, come quello ottenuto dalla Provincia di Bari, grazie «all'interessamento dell'assessore Antonello Zaza, che stanziò 2,milioni di euro per procedere alla riattivazione dell'impianto». Ma occorrono ulteriori risorse che l'amministrazione Azzollini non ha saputo (o voluto) cercare.
«Perché questo immobilismo insolito nel reperire fondi pubblici da parte del Sindaco-Senatore-Presidente della Commissione Bilancio? - domanda/risposta di Rifondazione - perché l'impianto fa gola per i profitti che ne possono derivare e quindi si vorrebbe affidarne nuovamente la gestione ad un privato Infatti, nell'ultimo Piano comunale approvato delle Opere Pubbliche 2011, è prevista la spesa di 7,7milioni di euro per l'integrazione, adeguamento e rimessa in funzione dell'impianto di compostaggio (per i restanti 5,4milioni di euro si prevede l'apporto di capitali privati).».
Secondo Rifondazione è «difficile, per non dire impossibile, che un privato investa quella cifra senza poter poi ottenere un periodo di gestione in cui rientrare dall'investimento e guadagnarci qualcosa».Eppure, «il lungo contenzioso con l'impresa Mazzitelli a Molfetta dimostra che nella delicata gestione dei rifiuti è bene non affidarsi ai privati, anche perché Molfetta è dotata già di un'azienda pubblica, l'Asm, che si occupa di rifiuti».
Inoltre, «i guadagni provenienti dall'impianto devono restare al Comune ed essere reinvestiti con criteri di pubblica utilità», dunque non si avverte «l'esigenza di fare arricchire qualche privato in particolare a scapito della collettività». E alla Regione Puglia per i lavori di rimessa in funzione «sono disponibili non meno di 20milioni di fondi europei». Necessario che l’assessorato comunale competente si attivi con le opportune procedure per ottenere la quota necessaria.
«All'amministrazione comunale chiediamo di (chiarirsi e) chiarire le intenzioni sull'impianto di compostaggio, facendo marcia indietro da qualsiasi ipotesi di riaffidamento a privati dell'impianto - la richiesta di Rifondazione - non vorremmo che cominciasse un nuovo calvario giudiziario senza che la collettività possa finalmente giovarsi di questo bene pubblico». Convinzione rafforzata anche dalla vittoria dei “sì” nel referendum contro la privatizzazione del servizio di gestione idrica, con l'abrogazione di passaggi decisivi dell'art. 23bis della Legge 133/2008 che metteva sul mercato i servizi pubblici locali, tra cui anche i rifiuti.
 
 
 
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