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Rifondazione al commissario prefettizio: bene il ripristino di regole e legalità violate da Azzollini a Molfetta Accolta con favore la notizia della decadenza dei dirigenti esterni e il ripristino delle regole e del civile confronto istituzionale
29 novembre 2012

MOLFETTA – Nuovo comunicato di Rifondazione comunista rivolto al commissario prefettizio che  plaude al ripristino delle regole e della legalità a Molfetta (Nella foto, il consigliere comunale Gianni Porta).

«L'arrivo del Commissario Prefettizio Dott. De Girolamo può contribuire al ripristino di un clima di regole e sereno confronto tra le parti nella nostra città – dice il comunicato -. Apprezziamo, infatti, la scelta di incontrare e ascoltare i capigruppo consiliari oltre che la stampa, un'inversione di stile e di sostanza rispetto al recente passato, così come lo ringraziamo di aver cortesemente incontrato una delegazione del nostro circolo nella mattinata di martedì.

Accogliamo con favore la notizia della decadenza dei dirigenti esterni nominati dal sindaco uscente Azzollini che prima con una delibera di giunta e poi con decreti di rinnovo aveva provato a ipotecare il futuro politico e amministrativo della città.

Del resto abbiamo sempre sostenuto in sede politica e per primi nel nostro esposto-denuncia alla Corte dei Conti che alla decadenza del sindaco sarebbero dovuti decadere anche i dirigenti da lui nominati, come del resto le altre figure del suo staff.

Non eravamo nel torto e ci conforta il fatto che oggi una figura terza e imparziale abbia confermato questa nostra tesi, ristabilendo l'onore e il prestigio delle Istituzioni comunali».

 

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IL MONTISMO DIVENTA LA DOTTRINA UFFICIALE DEL PD - Due ore nel canale classico della TV di Stato dedicati allo scontro tra i due contendenti delle primarie del PD, innumerevoli commenti già cominciati ieri sera su tutte le tv italiane e sui giornali e stamane ore ed ore di discussione di tre martellanti canali: Rai New24, Rai3 e la 7. Già l'enorme attenzione dei massmedia all'evento crea l'evento anche se questo non ci fosse o ci fosse stato in senso tutt'altro che positivo come ci vorrebbero far credere. Oggi tutti i mezzo-busti attribuiscono un punteggio di parità ai due. Anche questo è un atto di vassallaggio del "quarto potere" a coloro che probabilmente gestiranno il governo tra qualche mese. Le due ore di ieri sera hanno fatto compiere un notevole passo avanti al processo di svuotamento e di americanizzazione della politica italiana. Oramai diventa fatto politico di straordinario rilievo la capacità di stare in TV, il modo come si è vestiti, la prontezza nel rintuzzare la capacità di mettere a disagio l'avversario. Mi hanno riempito di tristezza le domande poste dai giovani dei circoli dei due contendenti. Una ragazza da Palermo ha chiesto a Bersani delle liberalizzazioni (sic) apparendo totalmente avulsa dal contesto in cui vive in cui non è certo che le liberalizzazioni fanno perdere il sonno a centinaia di migliaia di disoccupati; da Milano un'altra ragazza di fede renziana ha chiesto come possiamo essere credibili in Europa se critichiamo l'agenda Monti. Un'altra ha chiesto della legge elettorale preoccupandosi della "governabilità". La cultura della "base" del PD è insomma del tutto estranea alla condizione reale del Paese ed è fatta del politichese degli addetti al Palazzo. Confesso che la tenzone mi ha messo disagio. Un giovanotto con modi da bullo e molta cattiveria in maniche di camicia che contesta un uomo di mezza età con la testa calva aureolata come quella di certi monaci della pubblicità di un caffè siciliano che duellano per un paio d'ore senza mai uscire dal seminato comune della cosiddetta agenda Monti. Il duello mi sembrava imbarazzante ed irreale insieme. Mi sembrava già una forzatura il fatto che stessero insieme. Ad onore di Bersani debbo dire che è stato assai più educato del suo petulante oppositore il quale è sceso di livello diverse volte anche con allusioni familiari. Naturalmente i contenuti del dibattito sono stati di puro politichese. C'è stato una differenza tra i due sulla Palestina che tuttavia non incide nella collocazione euroatlantista dell'Italia e sull'Europa e sulle politiche della BCE e della UE c'è stato da parte di entrambi un appiattimento sulle posizioni di collaudato liberismo già sperimentati in questo anno di governo Monti. Sul lavoro la differenza tra i due è data dalla intransigenza assoluta di Renzi ad azzerare del tutto la legislazione e partire dal modus Marchionne. La realtà del Paese è rimasta estranea a grandissima parte del dibattito. Che cosa è diventata l'Italia dopo un anno di cura Monti e che cosa sta diventando con il fiscal compact in un paese sfasciato dal dissesto idrogeologico alla scuola alla deindustrializzazione galoppante non si evinceva in nessun passaggio del lungo dibattito. Non uno straccio di idea nuova o diversa da quelle che conosciamo dalla politica. Niente. Ma eppure ieri sera abbiamo assistito ad una grossa operazione. Il montismo diventa la dottrina ufficiale del PD. Il PD si colloca su posizioni specialmente per le questioni dell'Euro e dell'Europa che sono a destra di quelle del gruppo dirigente del PDL. Mentre da Brunetta ed altri arriva qualche critica all'Europa, la consegna di Bersani e di Renzi è: nessuna critica, va tutto bene. Due personaggi che in diversa misura ed in modi diversi hanno una bussola dalla quale non staccano mai gli occhi: l'euroatlantismo. Non una parola di critica per le banche e la speculazione e l'insulsa giustificazione ai guai che abbiamo avuto ed abbiamo è quella di attribuirli al berlusconismo ed ai suoi errori. Ieri sera è scomparsa per sempre l'illusione che il PD in qualche modo potesse avere ancora un qualche "profumo di sinistra". Puzza della merda della Merkel e dei bombardamenti della Nato in Libia ed altrove. Bersani è Renzi erano in gara e guardavano all'ambasciata americana al solo scopo di carpirne la benevolenza, il consenso. Noi siamo migliori di Berlusconi, di Casini e degli altri.
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