MOLFETTA - Riconfermata la candidatura del sen. Antonio Azzollini (foto) di Molfetta nelle fila del Pdl. E’ stata premiata la fedeltà al capo e tutti i favori resi al partito di Silvio Berlusconi e anche alla Lega (non ultime le quote latte e poi ci sono i finanziamenti del porto), come presidente della Commissione Bilancio ed ha ottenuto addirittura il secondo posto dopo il capo.
Per lui, che si era dimesso dalla carica di sindaco di Molfetta e per altri tre senatori uscenti (Francesco Amoruso, Antonio Leone e Donato Bruno) è stata accolta la deroga, anche perché Berlusconi punta a raccogliere il maggior numero di consensi possibile e perciò nel timore di una perdita di peso, ha preferito candidati vecchi a nomi nuovi che non avrebbero portato molti voti. Con il vergognoso Porcellum, Azzollini è sicuro di rientrare in Parlamento.
Come sempre Berlusconi dice una cosa e ne fa un’altra, ma il popolo bue crede a tutte le chiacchiere e le bugie di chi ha portato l’Italia alla rovina. Stesso discorso per l’ex sindaco di Molfetta che negli anni del suo mandato ha affossato la città e poi vanta miracoli che non ci sono.
Dice il proverbio: “chi ha colpa del suo mal, pianga se stesso” e gli italiani si lamentano delle troppe tasse, ma poi come tante pecore vanno a pagarle, si lamentano dell’economia in crisi, ma poi credono che non ci sia crisi né disoccupazione, che i ristoranti siano pieni e non si trovi un posto in aereo. E via di seguito restano creduloni di tutte le altre barzellette che racconta Silvio. E poi piangono.
Nelle prossime 48 ore si avrà la conferma ufficiale delle candidature, anche se pare che l’ex premier in persona sia stato favorevole ad accordare un numero di deroghe maggiore in Puglia, proprio per arginare le attese dei sondaggi che vogliono il centrosinistra in vantaggio nel collegio regionale.
Nessuna deroga invece per Salvatore Mazzaracchio e Simeone Di Cagno Abbrescia, mentre resteranno al palo i sindaci di Corato Luigi Perrone e di Noci Pietro Liuzzi, che aspiravano ad entrare in Parlamento.
Da questa vicenda ne esce molto malconcio l’ex ministro Raffaele Fitto perdendo credibilità e autorità per non essere stato in grado di gestire la situazione e garantire la regola delle mancate candidature per chi aveva già tre legislature e più di 65 anni di età. Fitto ha dovuto cedere anche ad Azzollini suo avversario nel partito, che è riuscito a farsi valere presso il capo, e lo ha in pratica bypassato. Ma il ministro leccese ha subito la pressione anche dei suoi, come Amoruso, che non volevano essere secondo a nessuno e quindi la squadra del Pdl pugliese è tutt’altro che nuova e giovane. Vecchi nomi, vecchie logiche, vecchi guai in vista.
© Riproduzione riservata