Riaperta la Biblioteca comunale
Dopo tre anni di chiusura per lavori di restauro
La riapertura dell’ex Fabbrica San Domenico si è trasformata in una festa grazie al concerto della Sa- viOrchestra. I giovanissimi musi- cisti dell’I.C. Scardigno-Savio non si sono risparmiati, eseguendo egregiamente com- plessi brani di Musorgskij (La porta di Kiev), Šostakovic (valzer), Karl Jenkins (Pal- ladio), Bizet (Carmen), Goblin (Profondo rosso), Brian Tyler e Danny Elfman (The Avengers), l’inno della Champions League, composto da Tony Britten sull’inno di in- coronazione composto da Georg Friedrich Händel, e la colonna sonora del videogioco Unchained. «Abbiamo pensato di far riviere questo luogo – ha dichiarato il sindaco Tommaso Minervini, affiancato dalla dirigente dell’I.C. Scardigno Savio Nicoletta Paparella – chiamando la Savio, continuatrice di questa grande nostra tradizione cultura, che pratica da tempo, a grande livello la cultura musicale nei nostri ragazzi». L’antico convento del XVII secolo, dopo tre anni di chiusura, è tornato a nuova vita dopo gli interventi di ristrutturazione e restauro che, pur ripensando e riqualificando gli spazi, non li hanno snaturati. Gli ambienti risultano indubbiamente più ariosi, dopo il rifacimento degli infissi e l’eliminazione di sovrastrutture che soffocavano alcuni corridoi. È stata migliorata l’illuminazione, sono state aumentate le postazioni nella sala consultazione (ciascuna fornita di lampada e presa elettrica per l’alimentazione di cellulari e pc portatili), è presente una sezione dedicata ai piccoli lettori, è stato realizzato un completo restyling della sala conferenze “Beniamino Finocchiaro”. Le maggiori novità riguardano il restauro dell’ultimo piano dell’edificio, sinora inutilizzato, in cui è stata allestita una sala polifunzionale, e l’acquisizione dell’importante patrimonio librario appartenuto all’indimenticato professore Giovanni De Gennaro. Per esaudire il desiderio del padre, il quale aveva chiesto di non disperdere quei libri, le figlie Serena e Rosanna hanno donato circa tremila volumi con l’intento di «far vivere una nuova vita a questi libri attraverso le mani di generazioni nuove, che scoprissero in essi ciò che vi aveva scoperto lui». Si tratta di opere enciclopediche, di testi di filosofia, di antropologia, di storia, sul metodo storico, sulla scuola degli Annales e Nouvelle Histoire, oltre a testi di storia locale. Più idonea collocazione ha trovato la Raccolta d’Arte Contemporanea (sinora a Palazzo Giovene) con dipinti e sculture di Michele e Liborio Romano, Renato Guttuso, Leonardo Minervini, Franco Poli (solo per citare alcuni autori) che si affiancano alle donazioni di Anna Rita Spezzacatena e Franco D’Ingeo. Riaperta anche la Mostra Etnografica Permanente del Mare, fondata e gestita dall’Archeoclub d’Italia – sede di Molfetta “Giuseppe Maria Giovene”. Non sono mancate polemiche, legate all’alto costo degli interventi, all’assenza di computer (ma la maggior parte di studenti e ricercatori, di solito, utilizza i propri portatili). All’esiguità dei posti disponibili e degli orari di apertura della sala studio (che ha 11 postazioni). In risposta a tali sollecitazioni, l’assessore alla cultura Rossiello ha garantito la fruibilità di tre sale studio (due a piano terra e una all’ultimo piano) e della sala consultazione dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19.15. Ciò che andrebbe realizzata è la digitalizzazione dello schedario, che renderebbe più agevole la ricerca dei testi. © Riproduzione riservata