ReMec, vince la sfida della qualità
La giovane azienda molfettese tra gli espositori alla fiera meccanica di Hannover
La meccanica è il settore più rilevante del manifatturiero locale che negli ultimi 10 anni ha conosciuto un trend di crescita costante. Sono una trentina le aziende dislocate nella zona artigianale di Molfetta e Bisceglie, cui bisogna aggiungere una decina di piccole officine. Il settore è molto articolato in cui ci sono differenziazioni per dimensione, livello tecnologico, professionale e produttivo.
Tranne qualche eccezione, come la Promove che produce e commercializza demolitori idraulici, quasi tutte operano nell'ambito della sub-fornitura, con punti di eccellenza nel campo della produzione di componenti meccanici di precisione. La crescita della meccanica è stata possibile per la presenza di grossi marchi del settore nella zona industriale di Bari (Bosch, Getrag, Firestone, Magneti Marelli, Osram, Pirelli). Questa situazione ha innescato un ciclo virtuoso: operai che si mettono in proprio e quindi nascita di nuove piccole imprese contoterziste.
Per chi vuole crescere la sfida si sta spostando sui fattori della competitività: specializzazione, innovazione tecnologica, qualità e marketing. Tutto ciò significa: selezione della produzione, promozione dell'immagine dell'azienda, trovare nuovi canali e strumenti per l'acquisizione di nuove e qualificate commesse anche al di fuori del proprio tradizionale bacino territoriale.
Questi aspetti di crescita e nuove sfide sono presenti nella breve ma significativa evoluzione della ReMec, un'azienda meccanica espressione di una nuova generazione di piccoli imprenditori che da operai hanno scommesso su se stessi, mettendosi in proprio.
Da operai a imprenditori
Correva l'anno 1995 quando Michele Murolo e Nicola de Bari decisero di saltare il fosso e si tuffarono nell'avventura di un'officina tutta loro prendendo in fitto nella zona artigianale est di Bisceglie, un capannone di 270 mq che allora sembrava enorme e iniziando a lavorare con un tornio e due frese di seconda mano, ma con l'idea ben precisa di migliorare e crescere. Sin dall'inizio Murolo e de Bari si divisero i compiti: de Bari a gestire e organizzare la produzione, Murolo a curare l'aspetto commerciale e i rapporti con i fornitori. Inizialmente le ditte committenti erano le aziende del territorio come la Mec System, Diamec e Masmec a loro volta imprese patnership dei grossi gruppi nazionali. Nei primi anni tutti i guadagni furono investiti in macchine e attrezzature. Per crescere era necessario puntare a commesse per lavori di componenti meccanici speciali di precisioni, insomma di entrare nel segmento di nicchia della sub-fornitura di qualità.
Questa scelta ha comportato un costante adeguamento tecnologico e anche investimenti in settori inediti per una piccola impresa: promozione e marketing con un sito internet e brochure costantemente aggiornate, pubblicità e costanti relazioni con le ditte committenti. Un lavoro efficace al punto che 90% delle commesse provengono dal tessuto industriale del Nord Italia. “Un passaggio importante – dice Murolo - fu la partecipazione alla Fiera della sub-fornitura di Parma del '99. Capimmo l'importanza di questi eventi, perché consentono di allacciare contatti con aziende nazionali ed estere, che possono diventare collaborazioni se si è in grado di rispondere a precisi requisiti produttivi di qualità e tempistica”.
Certificazioni di qualità e sicurezza
Sulla qualità la Remec non si è tirata indietro e dopo la Certificazione ISO 9002, quest'anno ha acquisito la ISO 9001/2000 e l'importante certificazione ambientale ISO 14001 che significa attenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, stoccaggio e selezione dei materiali di risulta e dei rifiuti speciali. “I risultati ci stanno dando ragione, ma non abbiamo inventato nulla. Lavoro di squadra, professionalità, qualità del prodotto, rispetto dei tempi di consegna e del cliente sono alla base del nostro modo di essere impresa, caratteristiche che ci hanno portato ad essere fornitori ufficiali di imprese importanti. Fornitore ufficiale significa essere patner e parte anche se piccola, di un grande progetto industriale e permette di programmare il lavoro per l'intero anno”.
Per Murolo e de Bari si apre ora la sfida del mercato estero dopo una prolifica prima esperienza con un'azienda francese, in tale quadro si inserisce la partecipazione alla rassegna internazionale del settore meccanico di Hannover in Germania svoltasi il 6-13 aprile scorso. “A questo evento abbiamo lavorato per un anno, curando tutti i particolari, senza nessun sostegno economico nonostante avessimo chiesto alla Regione i finanziamenti previsti per la partecipazione alla fiere, mentre le altre Regioni hanno contribuito patrocinando gli stand. L'iniziativa è stata positiva perché abbiamo avuto contatti con aziende praticamente di tutta Europa e già abbiamo ricevuto le prime richieste interessanti”.
Otto anni in crescita
Certo che la Remec in otto anni ne ha fatta di strada. Due capannoni adiacenti per un totale di 540 mq., 20 macchine utensili di cui 10 a controllo numerico tra cui un innovativo centro erosione a controllo numerico, sala metrologica per le misurazione di precisione e collaudo, 20 dipendenti tra tecnici e amministrativi, e un progetto di lungo periodo di trasferimento in una nuova sede produttiva nella zona Asi su una superficie di 5.200 mq., dimostrano una crescita qualitativa che fanno di questa azienda tra le più interessanti e dinamiche della realtà produttiva locale.
Una realtà dalle molte potenzialità ancora inespresse per l'incapacità delle imprese di fare sistema per il troppo individualismo. L'idea se non proprio di un consorzio, di un'associazione che li rappresenti, come hanno fatto i calzaturieri di Barletta, renderebbe più competitivo su vasta scale un sistema già esistente di aziende specializzate nella meccanica di precisione e sarebbe un primo passo verso un polo o distretto metalmeccanico, a beneficio di tutta l'economica cittadina.
Francesco del Rosso