Relitto Alessandro 1°, oggi ricognizione subacquea a Molfetta
Per verificare eventuali dispersioni di idrocarburi residui ancora presenti a bordo della nave
MOLFETTA - Oggi gli uomini del 1° nucleo sommozzatori della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, su disposizione del Comando generale del corpo delle Capitanerie di porto, unitamente ad un fotografo subacqueo della trasmissione televisiva “Linea blu” effettueranno una seconda ricognizione subacquea, tramite l'ausilio di attrezzatura rov (telecamera subacquea), al fine di verificare eventuali dispersioni di idrocarburi residui ancora presenti a bordo del relitto della nave cisterna Alessandro 1° (nella foto).
Nel corso dei mesi precedenti sono stati effettuati numerosi controlli nel punto dell'affondamento da parte della motovedetta CP 2047 con a bordo il personale dell'Arpa Puglia. Si è proceduto, inoltre, ad eseguire diversi prelievi di campioni d'acqua di mare, le cui analisi sono risultate negative e non sono emerse, da quanto comunicato dalla predetta agenzia regionale per l'ambiente, tracce di inquinamento.
Alle operazioni di verifica di questa mattina parteciperanno, inoltre, due mezzi navali della Guardia costiera di Molfetta (CP 2047 e GC A 40) e una motovedetta dell'Ufficio marittimo di Trani (CP 539).
La Capitaneria di porto di Molfetta, sempre sensibile alla salvaguardia dell'ambiente marino e in considerazione dell'inizio della stagione estiva, continuerà l'opera di monitoraggio e controllo del tratto di mare interessato.
La petroliera Alessandro I, affondò il 1° febbraio 1991 al largo tra Molfetta e Bisceglie. Oggi il relitto della nave, si trova a 100 metri di profondità. Una recente ispezione del relitto fu fatta il 4 marzo scorso e non risultarono dispersioni di gasolio in mare.
Già nel settembre 2004 ci fu un allarme inquinamento e il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Antonio Savasta, chiese informazioni, alla capitaneria di porto di Molfetta, sulla presenza di macchie di gasolio in mare. Secondo una segnalazione fatta da Legambiente, il petrolio si stava riversando in mare dalla motocisterna Alessandro I, per la presenza di macchie di gasolio in superficie.
La nave, che trasportava 3.000 tonnellate di dicloroetano e 550 tonnellate di acrilonitrile, due sostanze catalogate come altamente dannose e cancerogene dall'Istituto Superiore della Sanità, affondò 18 miglia a largo delle coste di Molfetta durante il viaggio da Cela a Ravenna.
Durante l'affondamento parte del carico di acrilonitrile si disperse in acqua; nella zona vennero compiute operazioni di bonifica e i serbatoi del carburante furono sigillati.