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REGIONANDO - Pillola abortiva e attuazione legge 194/1978, dibattito in consiglio
03 febbraio 2006

BARI - 3.2.2006 Riportiamo il dibattito e le conclusioni in consiglio regionale del problema della pillola abortiva e dell'attuazione della legge 194/1978, un argomento di forte attualità e di grande interesse sul quale si è spaccato anche il centrodestra. Cominciamo dalla mozione e dai due ordini del giorno. Mozione Fitto, Palese, Saccomanno, Damone, Cera, Loperfido del 23/11/2005 su “Farmaco denominato RU 486 – pillola abortiva” illustrata da Rocco Palese (Forza Italia). “Noi siamo contro l'utilizzo di un farmaco, l'RU 486, che non è presente nel prontuario farmaceutico nazionale. Questo è un farmaco clandestino. Siamo di fronte ad iniziative messe in atto da consigli regionali e aziende sanitarie assolutamente fantasiose. Mi sembra solo una corsa insensata. Ciascuno va per conto proprio. Il problema invece resta questo. Perché l'azienda produttrice del farmaco non ha ancora avviato l'iter procedurale per chiedere le autorizzazioni alla commercializzazione anche in Italia? Mi sembra una vicenda pirandelliana oltre ad essermi incomprensibile la risposta. Tocca all'azienda farmaceutica chiedere i permessi al Ministero della Salute. E tutto questo non è stato ancora fatto. Perché?”. In chiusura di intervento, il presidente Palese ha annunciato che chiederà, in occasione del voto finale, l'appello nominale. Ordine del giorno Pellegrino, Lonigro, Sannicandro, Borraccino, Lomelo, Dicorato, Giampaolo, Bonasora, Visaggio, Cioce, Potì del 24/11/2005 su “Aborto farmacologioc (RU 486) illustrata da Donato Pellegrino (Sdi). “Troppa drammatizzazione e terrorismo nell'intervento di Palese che3 forse cerca di demonizzare un processo già in atto. L'aborto farmacologico rappresenta un'alternativa all'aborto chirurgico ed è considerato dall'Organizzazione mondiale della Sanità un metodo più sicuro. Alle donne poi – si legge nell'ordine del giorno – secondo la federazione internazionale di ostetricia e ginecologia va offerta la doppia azione. Sia quella chirurgica che quella medica. Quindi le cifre. 120.000 interruzioni volontarie di gravidanza ogni anno in Italia alle quali si vanno ad aggiungere i 70.000 casi di aborti spontanei. Il metodo medico potrebbe essere utilizzabile per evitare la maggior parte di questi interventi chirurgici. Quindi i costi. L'IVG costa al servizio sanitario nazionale circa 1.000 euro ciascuna mentre l'aborto medico costerebbe circa 400 euro in regime di Day hospital e circa 800 euro in regime di ricovero”. In base a questi presupposti i firmatari dell'ordine del giorno chiedono all'intera giunta regionale e all'assessore alla sanità ad attivare dei protocolli per l'aborto medico adottando il protocollo di studio che è stato approvato dal comitato etico della regione Piemonte e che ha superato due ispezioni ministeriali. Ordine del giorno Cappellini, Ognissanti, Stefano, G. Marmo, De Leonardis del 7/12/2005 su “Attuazione legge 194/1978” illustrata da Giuseppina Marmo. “La destra preferisce drammatizzare il tema dell'aborto, colpevolizzare la donna e scatenarsi negli insulti a Prodi che invece nel suo programma di governo ha già dedicato molti punti centrali alle politiche della famiglia”. Per la consigliera Marmo “in Puglia c'è il numero più alto di aborti a fronte di una strategia perpetrata nel passato di soppressione dei consultori” ora il problema è invece “incrementare gli investimenti e lo sforzo di intensificazione dei consultori familiari nell'ambito dei distretti socio sanitari per poter mettere le donne nelle condizioni reali e concrete di poter scegliere senza essere penalizzate doppiamente quando diventano madri. Sono vittime di un doppio mobbing. Tra l'altro quando nascono i bambini le donne sono completamente abbandonate a se stesse. Noi non dobbiamo rendere più facile l'aborto, non è questo i problema. Semmai bisogna rendere più sicura la scelta e creare le condizioni necessarie perchè la famiglia possa essere veramente fattibile”. Ecco tutti gli interventi in aula. Giammarco Surico (Puglia prima di tutto): “Non si può ignorare il fatto che la Puglia sia la prima regione per numero di aborti in Italia, ma d'altro canto in Canada si segnalano cinque morti in seguito all'uso della pillola abortiva. Sono ancora in corso sperimentazioni sul farmaco che daranno maggiori indicazioni per una maggiore tutela alle donne. Noi proponiamo che le tre fasi della sperimentazione siano svolte a livello nazionale. Lo chiediamo con forza perché ne deriverebbe un vantaggio per l'aborto farmacologico rispetto a quello chirurgico, purchè le pazienti siano realmente scevre da rischi e soprattutto costantemente controllate. Il vero problema è quello di creare metodi e soluzioni per ridurre il numero degli aborti. Per trarre conclusioni a favore delle donne, è doverosa in Italia la sperimentazione, ma non a carattere regionale bensì a livello ministeriale”. Vito Bonasora (Italia dei valori): “La modalità di aborto resterà unica prerogativa del medico. La 194/78 non impedisce né impone il ricorso generalizzato all'aborto farmacologico, ma dà alla donna la possibilità di scegliere e demanda ai medici, in base alla scelta, le modalità di interruzione. Una varietà di metodica non crea certamente una richiesta aggiuntiva di aborto. L'aborto è sicuramente una sconfitta della razionalità, ma di fronte ad una gravidanza non desiderata ci sono due interessi da tutelare”. Michele Saccomanno (An): “Alleanza Nazionale è contro l'aborto di qualsiasi tipo. La riflessione che dobbiamo fare sulla RU486 è sui tempi. Vogliamo fare un aborto in solitudine? Vogliamo che qualcuno un giorno decida da sola di abortire? Non sono contro l'aborto farmacologico, ma come medico dico che bisogna scegliere la strada migliore dopo aver creato percorsi organizzativi nel pieno rispetto di quello che la legge stabilisce a garanzia. Noi non facciamo problemi di costi ma bisogna fare una riflessione sulle reali necessità dell'RU486. Al di là delle modalità dell'aborto, bisogna in primo luogo tutelare la maternità , dobbiamo sconfiggere i pregiudizi sulla maternità extra-coniugale, e svolgere educazione sessuale alla contraccezione. Sono questi i temi fondamentali su cui dobbiamo lavorare”. Silvia Godelli (assessore al Mediterraneo): “Non si può impostare il dibattito in termini di fautori ed avversari - ha detto l'assessore Godelli - è fuori luogo ed è al servizio di una dimensione ideologica o di contrapposizione politica assolutamente scorretta”. “I dati sull'andamento degli aborti in Puglia parlano chiaro – ha continuato - e ci inducono a questo tipo di scelta all'interno di forme di applicazione controllate e interventi di prevenzione collegati”. Silvia Godelli ha concluso sottolineando che “occorre perseguire contestualmente percorsi di sostegno alla maternità e alle donne che invece decidono di abortire. La decisione dell'aborto va affrontata con il supporto delle strutture sanitarie tenendo sempre bene presente il rispetto dell'autonomia delle donne”. Angelo Cera (Udc): Il consigliere ha ricordato a tutti i presenti quanto traumatiche politicamente siano sempre state le scelte su queste materie. “Richiamo la morale cattolica, che ha sempre ispirato il partito dal quale provengo, la democrazia cristiana. Voglio ricordare altresì, la storia che ha legato il cammino di queste battaglie della sinistra: il divorzio, l'aborto. Quanti governi all'epoca di queste rivoluzioni culturali sono caduti. Inutile nasconderlo questi sono temi che hanno sempre creato spaccature dolorose e scelte sofferte per la nostra nazione che tradizionalmente ha sempre avuto una vocazione conservatrice”. Paolo Costantino (Ds): L'esponente diessino ha fornito tutti i dati relativi alla sperimentazione sulla Ru486 negli altri Paesi, ha citato tutti i luoghi nei quali è stata adottata con successo e soprattutto ha sottolineato che l'utilizzo del farmaco e d'ausilio alla pratica dell'aborto non è sostitutivo, “con il vantaggio per le donne di non incorrere in tutte le problematiche che un intervento vero e proprio comporta a livello fisico”. Costantino ha sottolineato che i dati forniti dall'opposizione non sono veritieri o quantomeno contrastano con quelli in suo possesso. Raffaele Baldassarre (FI): “Il tema centrale della discussione – ha detto il consigliere di Forza Italia - in realtà non è la pillola abortiva, ma l'interruzione di gravidanza in sé. Il dramma personale che le donne vivono, perché non credo che possa esserci una donna che affronti questo evento con superficialità e senza traumi”. Quindi Baldassare ha sottolineato la necessità di porre più attenzione al sistema dei consultori nella Regione, alla politica di prevenzione, “che comunque va fatta con grande senso di responsabilità per accompagnare la donna nella scelta, qualunque essa sia”. De Leonardis (Udeur-Popolari): “Da sempre l'Udeur è contrario all'aborto”. Il presidente del Gruppo consiliare Udeur-Popolari, Giovanni De Leonardis, nel suo intervento in Consiglio regionale a proposito della sperimentazione della pillola RU 486 in Italia ha affermato quanto segue. “ A scanso di equivoci ribadisco che da sempre l'Udeur- Popolari è contrario all'aborto ed è accanto alle donne che vivono delle maternità difficili. La Legge 194 del '78 anche se di fatto ha eliminato il divieto di aborto in determinate situazioni non significa che è stato eliminato anche il dovere dello Stato e delle Istituzioni Pubbliche di proteggere e di salvaguardare il diritto alla vita del nascituro. Purtroppo, però in molti casi la Legge 194 è stata artatamente interpretata come non soltanto una rinuncia a vietare l'aborto ma anche come una rinuncia a difendere il diritto alla vita anche per questo è assodato che la pillola RU 486 agevola l'aborto, addirittura lo banalizza e favorisce l'uso dell'I.V.G. come strumento di controllo delle nascite. Ma in questo contesto di forti tensioni sociali fa bene e ne ha tutto il diritto la Chiesa cattolica ad intervenire nel dibattito attuale sulla pillola abortiva e su tutto quello che riguarda la legge sulla Famiglia. A tal proposito un ruolo fondamentale e preminente lo assumono i Consultori familiari che grazie all'impegno ed alla dedizione di tanti professionisti che senza clamore e con spirito di puro volontariato aiutano quotidianamente le donne a maturare la consapevolezza verso le problematiche riproduttive anche per questo sarebbe utile a livello regionale ripristinare la collaborazione con l'Istituto Superiore della Sanità affinché vengano forniti indirizzi e sostegni all'attività dei consultori familiari della Regione Puglia”. Vittorio Potì (Socialisti Autonomisti): “Le donne hanno il diritto di poter utilizzare il metodo che è più confacente per ciascuna di loro. Noi non vogliamo affermare che la pillola abortiva sia bella e buona. Ma se c'è una opportunità in più perché non coglierla? Invito l'assessore Tedesco a perseguire tutte le vie possibili per dare la possibilità a tutti di poter scegliere”. Ignazio Zullo (Puglia Prima di tutto): “La pillola RU non è un'aspirina, ha molti effetti collaterali, legati ad emorragie ed infezioni batteriche. Concordo con la consigliera Marmo quando afferma che bisogna rafforzare e irrobustire i consultori territoriali affermando il diritto alla vita”. Arcangelo Sannicandro (Rifondazione Comunista): “E' una vergogna che la mozione di alcuni esponenti dell'opposzione chieda al governo regionale di non avviare la sperimentazione sulla pillola. Questa non può essere impedita. Vi ricordo l'art. 15 della legge 194 che obbliga le regioni ad aggiornarsi costantemente nella ricerca di metodi più rispettosi della donna. Utilizziamo a questo punto lo spazio che ci viene dato dalla legge”. Giovanni De Leonardis (Udeur): “Non dobbiamo utilizzare in questa aula toni polemici e infruttuosi. Noi da sempre siamo contrari all'aborto ma ci sono alcuni punti fermi che vorrei richiamare. Prima di tutto la salute della donna epoi il rafforzamento di alcuni punti della 194, tra i quali il potenziamento dei consultori. Attraverso la 194 lo stato ha il dovere di salvaguardare la salute della donna e di offrire il sostegno perché si possa proseguire la gravidanza. Il numero dei nostri consultori è inferiore a quelli previsti dalla normativa”. Saverio Congedo (An): “Il dibattito che si sta compiendo in questa aula ha un respiro nazionale perché comunque in questo momento il ministro Storace si trova ad esaminare una situazione dieri alquanto anomala. La richiesta di poter utilizzare questo farmaco arriva da una sola regione, la Toscana. E' giusto che il consiglio regionale si appropri di una sua funzione perché non è giusto che la scelta di utilizzare un farmaco sia lasciata al singolo medico”. Francesco Visaggio (Nuovo Psi): “”Siamo di fronte ad un tentativo di strumentalizzare il dibattito. Il ministro Storace pensava di cavalcare la tigre della cattolicità per le prossime lezioni politiche”. L'assessore Tedesco conclude in aula il dibattito sulla pillola: “Sono particolarmente soddisfatto del dibattito che si è sviluppato oggi in aula e ringrazio i consiglieri del tenore complessivo che lo ha animato. Non ci sono state grosse contrapposizioni ideologiche, né bisogna scegliere tra due partiti, quello filoabortista e quello non abortista. Il problema semmai è quello di rendere attuabile l'impianto della 194 e rafforzare le strategie di prevenzione dell'aborto”. L'assessore alla sanità regionale Alberto Tedesco nel concludere il dibattito sulla pillola RU 486 e sulla legge 194 ha evidenziato “i limiti della legge che impongono quanto prima un rafforzamento delle strutture consultoriali che il governo Vendola si impegna a superare e a seguire con grande attenzione”. Poi a proposito dei tre documenti in discussione e dei conseguenti interventi dei consiglieri, l'assessore ha sottolineato che “nessuno vuole difendere la pratica abortiva, semmai tutti avvertono l'esigenza di tutelare la salute della donna nel momento in cui sceglie di abortire”. E qui Tedesco ha richiamato gli articoli (4 e 5) della legge 194 che attengono alla responsabilità e alle attività dei consultori. Poi è la volta della pillola RU 486. “Se è meglio l'aborto chimico di quello chirurgico perché essere contrari? Stiamo parlando di un farmaco sperimentato per la prima volta nel 1988 e sotto rigorosi controlli. E comunque l'utilizzo della RU non può essere argomento in consiglio – ha continuato Tedesco – quindi io mi riferirò alle norme in vigore”. Il vero compito per l'assessore è “la riduzione del danno e garantire l'accesso nella maggiore sicurezza possibile per la donna, laddove non ci sono ingerenze di tipo ideologico”. Poi una panoramica di quanto accade in Puglia, ad esempio nella ASL Le1 che si sta indirizzando all'utilizzo della pillola RU insieme con la prostaglandina. In questo caso non c'è bisogno di chieder l'autorizzazione alla sperimentazione ma ci si dovrà solo sottoporre alle modalità di richiesta di utilizzo di farmaci iscritti nelle liste di altri paesi europei. Per Tedesco poi “si tratta di garantire un procedimento terapeutico per chi decide di sottoporsi alla pratica abortiva previa consultazione medica”. Infine n invito di Tedesco a “non considerare la pillola RU un elemento di spinta all'aborto. Non è giusto affermarlo in una regione come la Puglia dove il tasso di IVG è aumentato e dove il 58,3% di donne che scelgono di praticare l'aborto sono coniugate”. L'assessore ha concluso augurandosi un documento unitario La RU 486 spacca il centrodestra: approvato un documento trasversale La pillola abortiva, la RU 486, quella che ha portato in aula la maggioranza di centrosinistra con lo spettro di un contrasto interno per divergenze di posizioni, spacca sì, ma il centrodestra. Colpo di scena e il centrosinistra si ricompatta su un documento unitario che consegna all'assessore Tedesco alcuni impegni e trascinando una parte del centrodestra che ha condiviso e firmato l'atto. In particolare hanno votato in favore e quindi con la maggioranza di centrosinistra, i consiglieri Francesco Damano e Gianmarco Surico (la Puglia prima di tutto) e Giacomo Olivieri (Gruppo misto), non ha partecipato al voto l'Udc (Angelo Cera) e hanno votato contro Alleanza nazionale e Forza Italia. Le ragioni dell'approvazione di Damone, Surico e Olivieri? Tutti e tre partono dalla conferma della loro posizione contraria alla “pratica abortiva”, nella “consapevolezza però, che deve esistere la libertà di scelta della donna”. Una scelta naturalmente che deve essere “supportata da una corretta ed efficace assistenza sanitaria”. Hanno confermato la loro contrarietà al documento Rocco Palese (FI), Ignazio Zullo (La Puglia prima di tutto), Angelo Cera (Udc), Saverio Congedo (An). Tutti rimarcando la loro assoluta contrarietà all'aborto in quanto cattolici ed in particolare Palese, ha sottolineato l'inesistenza di una codificazione del farmaco a livello nazionale (ha fatto l'esempio della sperimentazione sulla Di Bella). Toni più accesi del consigliere Cera che ha inveito contro i “sedicenti cattolici che non hanno il coraggio di avere una posizione coerente su queste materie”. Il consigliere Congedo ha invece sottolineato la “mancanza di un richiamo alla difesa della vita nel documento” Ha concluso Pina Marmo che proprio a Congedo ha risposto che “la salvaguardia della vita si pratica con l'aiuto alla maternità, con azioni concrete e non con atteggiamenti ideologici che non risolvono i problemi”. Ecco il testo del documento approvato: "Il Consiglio regionale, atteso il dibattito consiliare, approva le conclusioni dell'Assessore alla Salute ed impegna la Giunta a reperire le risorse necessarie per potenziare la rete dei consultori familiari e le strutture sanitarie destinate alla più completa attuazione della legge 194/78; a porre in essere ogni iniziativa utile a contrastare efficacemente il fenomeno ancora persistente e diffuso dell'aborto clandestino; a consentire l'utilizzazione delle metodiche esistenti per l'interruzione volontaria di gravidanza mettendo in atto, con una adeguata azione formativa ed informativa, tutte le misure finalizzate alla tutela della salute della donna, secondo le vigenti disposizioni di legge". Michele Sarcinelli
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