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Referendum sulla fecondazione, anche a Molfetta il Comitato per il Sì
15 maggio 2005

È stato istituito a Molfetta il “Comitato per il Sì”, in vista dei referendum parzialmente abrogativi della legge 40 sulla procreazione assistita che si terranno il 12 e 13 giugno. L'iniziativa è partita da privati cittadini, associazioni e partiti, tutti convinti che sia necessario modificare radicalmente una legge sbagliata, soprattutto nelle parti che ledono la salute della donna e la libertà di ricerca scientifica, negano la fecondazione eterologa (cioè la fecondazione realizzata grazie ad un donatore esterno alla coppia) ed, equiparando i diritti del concepito a quelli della madre, aprono la strada alla possibile rimessa in discussione della legge 194 sull'aborto. Fino ad ora hanno aderito al comitato molfettese Democratici di sinistra, Rifondazione Comunista, Movimento del Buon Governo, Verdi, Repubblicani europei, Pri, Comunisti italiani, Nuovo Psi, Arci, Casa dei Popoli, Legambiente, Cgil, Cobas scuola, Auser, le Passioni di sinistra. È stata individuata una sede, in Corso Dante n. 14, da cui si irradieranno una serie di iniziative, volantinaggi, dibattiti, volti ad informare i molfettesi sull'esistenza della consultazione, sulla necessità di recarsi comunque a votare e sul valore del Sì ai quattro quesiti. Per giovedì 19 maggio, alle ore 19, nella Fabbrica di San Domenico, è programmato un incontro con il senatore repubblicano Antonio Del Pennino, presidente nazionale del “Comitato per il sì ai referendum” e il prof. Tommaso Fiore, direttore del dipartimento di anestesia e rianimazione di Bari, coordinato dal dott. Michele Zanna, oncologo. Sabato 28 maggio, alle ore 18, a Corso Umberto, altezza Liceo Classico, ci sarà una manifestazione con l'on. Titti De Simone, di Rifondazione comunista, l'on. Alba Sasso, parlamentare diessina, e il dott. E. Tajani, ginecologo. Il 3 giugno, sempre alle ore 18, a Corso Umberto, altezza Liceo Classico, un'iniziativa con la senatrice della Margherita, Cinzia Dato, il prof. Giacomo Lucifero, dell'Università di Napoli, e il prof. Nicola Colajanni, dell'Università di Bari. Dal comitato il referendum viene vissuto come un'occasione di confronto democratico, con l'intento di combattere, quindi, lo strisciante invito a non andare alle urne, facendo fallire, così, la consultazione popolare. I riferimenti fondamentali sono il principio della laicità dello stato, il sostegno alla libera scelta delle persone e quello alla ricerca scientifica e non certo ultima la difesa dell'autodeterminazione delle donne, che debbono essere libere di decidere con la loro coscienza, e non con quella imposta dallo Stato, se avere un figlio con il seme del proprio compagno o di un donatore, quanti ovuli farsi impiantare e se far eseguire o no degli esami sull'embrione che portano in grembo. Certo, nel quadro di una sistema di regole, ma che non pretendano di imporre una morale assoluta a cittadini e cittadine che sono in grado di decidere in maniera responsabile su questioni che li riguardano tanto intimamente. La vittoria dei Sì ai quattro referendum potrà, in definitiva, contribuire a rendere più libero e rispettoso delle diverse convinzioni, il dialogo sulle questioni della bioetica e sulle norme che regolano la fecondazione assistita. Lella Salvemini lella.salvemini@quindici-molfetta.it
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