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RAI, 60 anni di storia. La televisione a Molfetta Archivio storico “Ass. Eredi della Storia”, Fondazione ANMIG, Centro elettronico Sergio Ragno
04 gennaio 2014

MOLFETTA - Dopo 30 anni dalla nascita dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), il 3 Gennaio 1954, nasceva la RAI (acronimo di “Radio Audizioni Italiane" poi diventata “Radiotelevisione Italiana”) dando inizio così al regolare servizio televisivo.
A Molfetta, nel 1954, erano in corso le “prove tecniche di trasmissione” e soltanto nella primavera del 1955 furono visibili in chiaro le trasmissioni. In quel periodo passarono dalla radio alla televisione programmi come il Festival di Sanremo e il concorso di “Miss Italia” (che prima si chiamava “5.000 Lire per un sorriso”).
L’avvento della Rai e con essa della televisione, portò ad uno sviluppo impressionante di negozi che vendevano, oltre ai piccoli elettrodomestici, anche televisori. I pionieri molfettesi furono: la ditta Rutigliano Vincenzo, che fu il primo radiotecnico e radiotelegrafista di bordo della nave “Elettra” di Guglielmo Marconi. Il suo laboratorio e negozio era in via Vittorio Emanuele n° 17, poi negli anni ’60 si trasferirono via Ugo Bassi n° 3, come ditta Rutigliano e Todaro. Piccininni Corrado, in Corso Umberto, ai numeri 72 e 76; Felice Cavallotti, in via Margherita di Savoia e poi in Corso Umberto, Corrado Gadaleta e tanti altri. Quando i televisori erano accesi nelle vetrine la gente si radunava al di fuori delle stesse per assistere agli eventi più importanti trasmessi, come gli avvenimenti sportivi: i Campionati Mondiali di calcio, le partite del campionato italiano, le Olimpiadi ed i programmi d’intrattenimento come il Festival di Sanremo.
La novità rappresentata dalla televisione portò alla necessità di formare i tecnici per la costruzione e manutenzione dei nuovi apparecchi; dunque a Molfetta sorse prima l’istituto POA (in piazza Garibaldi) poi diventato CNIOP (Centro Nazionale per l’Istruzione e l’Orientamento Professionale) per la formazione di tecnici specializzati (montatori e riparatori di apparecchi radio e TV), L’ENAIP in via Vivaldi. A Bari iniziò la sua attività di formazione l’Istituto Tecnico Professionale “Eufon”, il cui direttore, nonché professore di elettronica, era il dott. Ing. Guido Catacchio laureato in elettronica ed ingegneria nucleare.
All’Eufon furono formati i tecnici più preparati, impiegati nell’industria elettronica e nella stessa Rai, ed i primi specialisti per la televisione a colori (giunta negli anni ’70). L’Eufon era anche industria in cui si costruivano apparecchi radio e TV.
I primi radiotecnici trovarono non pochi problemi nel montare le antenne, poiché il segnale era in VHF ed in alcune zone “basse”, come per esempio nei pressi del lungomare, non c’era una buona ricezione. Si dovevano portare i cavi elettrici fin sui tetti per alimentare i misuratori di campo, ancora a valvole, e alzare le antenne fino a 20 metri d’altezza per ricevere il segnale. Per le riparazioni si doveva lavorare fino a notte fonda. I televisori erano montati interamente a mano e costavano quanto due mensilità di un dipendente statale. Nelle case di chi poteva permetterselo, si riunivano diverse famiglie e a volte anche l’intero condominio.
Anche a Molfetta, entrarono a far parte della memoria collettiva e del costume popolare di diverse generazioni, trasmissioni come: “Carosello” (1957 – 1977), che, sotto forma di piccoli sketch o cortometraggi, interpretati anche da personaggi famosi, raccoglieva tutte le pubblicità in un unico programma a conclusione del palinsesto quotidiano; “Lascia o raddoppia” (dopo una puntata di presentazione il 19, partì dal 26 Novembre 1955 e fu in onda fino al 16 Luglio 1959) e “Rischiatutto” (dal 5 Febbraio 1970 fino al 25 Maggio 1974) entrambi condotti dall’indimenticabile Mike Bongiorno; “Canzonissima” (dal 1958 al 1974), programma musicale; “Domenica in”, trasmissione d’intrattenimento domenicale,  iniziata nel 1976 e mai terminata del tutto, poichè col tempo è stata più volte modificata la formula; "Indietro tutta" (1987 - 1988), varietà condotto da Renzo Arbore e Nino Frassica; “Fantastico” (1979, 1981-1991, 1997), varietà.
Col tempo sono stati attivati altri canali Rai e col progresso tecnologico in continua evoluzione, si è giunti anche ad avere canali satellitari (RaiSat, 1997) e recentemente i canali digitali e web.
La storia della Rai è andata di pari passo con la storia sociale, economica e scientifico-tecnologica nazionale e mondiale. Numerosi, infatti, sono stati gli avvenimenti annunciati sui canali Rai come per esempio l’attentato a John F. Kennedy (1963), l’allunaggio (1969), le elezioni papali (28 Ottobre 1958 – Giovanni XXIII, 21 Giugno 1963 – Paolo VI, 26 Agosto 1978 – Giovanni Paolo I, 16 Ottobre 1978 – Giovanni Paolo II, 19 Aprile 2005 – Benedetto XVI, 13 Marzo 2013 Francesco), e numerosi fatti del costume e della società in generale tra cui gli avvenimenti degli "anni di piombo"; gli attentati ai giudici Giovanni Falcone (Capaci, 23 Maggio 1992) e Paolo Borsellino (19 Luglio 1992); l’arcinoto attentato alle Twin Towers del WTC (World Trade Center) di New York ed al Pentagono a Washington dell’11 Settembre 2011. Numerose sono state, inoltre, le iniziative televisive per le celebrazioni dei 50 anni della stessa Rai (2004) e del 150° anniversario dell’unità d’Italia (2011) di cui la Rai ne ha vissuti e raccontati più di un terzo.
A livello locale (cittadino) la Rai ha parlato anche degli eventi culturali che hanno caratterizzato la nostra storia. A tal proposito, recentemente sono stati montati servizi TV sulla mostra “T.S.F. - Marconi, Molfetta e il mare”  (20 Ottobre - 4 Novembre 2012) riguardante anche la storia della radio e della televisione (senza l’invenzione della radio da parte di Guglielmo Marconi non sarebbe stato possibile inventare la televisione) e, dal 28 Settembre al 13 Novembre 2013, in occasione dell’80° anniversario, la mostra sulla trasvolata atlantica del decennale dell’Aeronautica (avvenuta nel 1933).
Entrambe le mostre, inaugurate dai rispettivi convegni, hanno messo in risalto quanto l’Italia, con le sue aziende ed i suoi “cervelli”, fosse rinomata in passato dando così un enorme contributo allo sviluppo ed al progresso, non solo nazionale, ma anche mondiale.
Nonostante tutto, però, la Rai continua a raccontare gli avvenimenti che ogni giorno accadono in Italia e nel mondo creando anche momenti culturali di alto livello con trasmissioni più specifiche e settoriali.
Rai, 60 anni e non sentirli. Sicuramente ciò è dovuto all'entusiasmo degli esordi ed al rinnovamento continuo che, non senza difficoltà, fa continuare il lavoro quotidiano dell'azienda televisiva che per prima ha portato visivamente il mondo nelle case degli italiani.

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La Tv non va demonizzata, nemmeno considerata l'unica colpevole dei nostri mali. Non si sa quanto volontariamente, ha dettato legge nel creare dei “miti”, quei miti che hanno, in seguito, addormentato le coscienze, annullando le “idee” critiche e costruttive. Quei miti così radicati nella nostra mente da agire in noi come dettati ipnotici che non sopportano nessuna critica, alcuna obiezione. Classica la risposta: “L'hanno detto in Tv”! E non perché siamo rigidi o dogmatici, ma perché non le abbiamo mai guardate da vicino. A differenza delle idee che pensiamo, i miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi che non sono logici, ma psicologici, e quindi radicati nel fondo della nostra anima, dove anche la luce della ragione fatica a far giungere il suo raggio. E questo perché i “miti” sono idee semplici che noi abbiamo mitizzato perché sono comode, non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola ci rassicurano, togliendo ogni dubbio alla nostra visione del mondo che, non più sollecitata dall'inquietudine delle domande, tranquillizza le nostre coscienze beate che, rinunciando al rischio dell'interrogazione, confondono la sincerità dell'adesione con la profondità del sonno: “L'ha detto la Tv”!. Ma occorre risvegliarsi dalla quiete che le nostre idee mitizzate ci rassicurano, perché molte sofferenze, molti disturbi, molti malesseri nascono non dalle emozioni di cui si fa carico la psicoterapia, ma dalle idee che, comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero, non ci consentono di comprendere il mondo in cui viviamo, e soprattutto i suoi rapidi cambiamenti, di cui i media quotidianamente ci informano senza darci un discernimento critico che ci consenta di intravedere quali idee nuove dobbiamo escogitare per capirlo. Per recuperare la nostra presenza al mondo, una presenza attiva e partecipe, dobbiamo rivisitare i nostri miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, dobbiamo sottoporli a critica, perché i nostri problemi sonom dentro la nostra vita, e la nostra vita vuole che si curino le idee con cui la interpretiamo, e non solo le ferite infantili ereditate dal passato che ancora ci trasciniamo.
Egregio Marc.... scusami, MARCO, mi stavo mangiando ancora una volta la O, porca miseria, sarà per l'ora, ho una fame da lupo. Io semplice "ortolano", senza nessuna pretesa culturale e intellettuale, a mio modo la vedo così la differenza della "vecchia" Tv con quella contemporanea. Non è che sia tutta da buttare via, per l'amor del cielo, però una cosa vorrei sottolineare. Nelle "vecchie" trasmissioni della "vecchia" Tv, non si può negare che, se non cultura almeno c'era istruzione. Es: per vincere una somma piccola o grande in denaro, dovevi presentarti con una certa conoscenza in argomenti vari, sport, matematica, geografia, storia, italiano, scienze etc, etc.. ne traeva anche vantaggio anche chi seguiva da casa stando seduto su di una poltrona. Io da semplice e ignorante ortolano, quanto cose imparai a quei tempi e, riconoscendo il mio non sapere, fui incuriosito e trascinato alla "conoscenza" cambiando le mie direzioni di letture in vari campi pur se con qualche difficoltà, non avendo un' istruzione come si dice, di "base". Poi tutto cambiò, tutto divenne lentamente, solo e solamente gossip. Curiosità pruriginose, interesse su personaggi equivoci che nulla davano e insegnavano, culi, cosce e tette a più non posso. L'intelligenza e l'istruzione, l'educazione, l'etica, i comportamenti civili e rispettosi passarono in secondo piano, quasi annullate del tutto. Contava solo la "bellezza", quella fisica, non quella morale, etica comportamentale. Successo a gogò solo per personaggi stomachevoli, bellimbusti sciocchi, petulanti e squallidi: uno squallore generale. Quello che più mi stupì, ora non più, fu il seguire delle masse popolari a imitare questo squallore, ancora ben evidente. Intere generazioni senza carattere, solo portati a imitare e scimmiottare quelli che erroneamente venivano definiti da una certa stampa, i vip del momento. Cattivi esempi seguiti da generazioni intere – il cui gap si assottigliava – divenute inconsapevolmente al maschile “teste di cazzo”, al femminile “teste d'utero” (argomento già affrontato da un forumista ). Anche gli anziani, coloro i quali dovevano trasferire e trasmettere ai giovani quelli che devono essere i valori base della vita, anche se in trasformazione in una società in “rivoluzione”, venivano risucchiati in una sub-cultura popolare: i ladri non erano più ladri, le baldracche non erano più baldracche, i mascalzoni e disonesti, traditori, schifosi lestofanti non erano più tali, ma persone, “gente che ci sa fare”, fessi invece gli altri, quelli onesti e fedeli alle regole e al rispetto. Tutto questo ancora lo si vede in giro e in largo. Ricordo una “schifosa” battuta di un personaggio televisivo quasi santificato dall'imbecillità popolare, il quale rivolgendosi a un concorrente di parte, apostrofò in questo modo, guardandolo con la bava alla bocca: “Sei bello, meriti tutta la fortuna di questo mondo”! CATTIVA MAESTRA LA TELEVISIONE, caro Marc……..o! Nel mondo televisivo - non in tutto si capisce -, come per una certa carta stampata, pare che l'"intelligenza" e la "conoscenza" sia un handicap.(?!)



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