Raccolta rifiuti, Legambiente pronta a collaborare con l'Asm
In occasione della campagna “Puliamo il mondo” organizzata da Legambiente in una domenica di settembre, durante la quale membri dell’associazione e cittadini volontari hanno rinunciato al meritato riposo settimanale per ripulire dai rifiuti un terreno che appartiene a tutta la comunità molfettese, ho avuto la possibilità di parlare con la presidente di Legambiente, Giovanna Grillo e di rivolgere qualche domanda ai suoi collaboratori. In un discorso inerente al problema dei rifiuti, Arcangelo Ficco ha spiegato che i Comuni non virtuosi, ovvero quei comuni che registrano una bassa percentuale nella raccolta differenziata, sono obbligati dalla Regione a pagare un aumento dell’ecotassa. Entro il 30 giugno scorso, infatti, Molfetta doveva aumentare la percentuale di differenziata di almeno il 5% per evitare una sanzione di 300.000 euro. L’obiettivo è stato raggiunto, ma non è abbastanza. “Noi di Legambiente siamo disponibili ad una collaborazione con l’ASM e con l’amministrazione per introdurre la raccolta dei rifiuti porta a porta che, obbligando alla differenziata, ci permetterebbe di raggiungere la percentuale prevista dall’attuale normativa del 65%, più che doppia rispetto all’attuale. Un esempio positivo di tale genere ci viene dalla vicina Andria, che vanta appunto una percentuale che si aggira intorno al 65%. Inoltre,” aggiunge Ficco, “come associazione abbiamo proposto all’amministrazione un “Centro del riuso”, un luogo in cui i cittadini possano portare oggetti di cui si vogliono disfare, ma che, ancora in buone condizioni, possano tornare utili ad altri. Questo sarebbe un modo per ridurre i rifiuti da un lato e per aiutare chi ne ha bisogno dall’altro. Il progetto non è ancora partito, ma in attesa che ciò accada ogni anno promuoviamo, sempre in collaborazione con l’ASM, la “Giornata del riuso”, l’ultima si è svolta a maggio scorso. Se l’amministrazione decidesse di fornirci una sede per il centro, i nostri volontari sarebbero a disposizione per rendere il centro operativo”. Massimiliano Piscitelli mi ha invece informata di un altro interessante progetto, quello del compostaggio collettivo. Si tratta di una compostiera elettromeccanica in dotazione a un gruppo di condomini o a un quartiere, in grado di trasformare i rifiuti organici biodegradabili (gli scarti rivenienti dalla preparazione dei pasti) in compost, un materiale che, miscelato al terreno, ne migliora le qualità. Secondo Legambiente se ne ricaverebbero solo vantaggi: “Quando si passerà al porta a porta – ormai una scelta obbligata che da tempo chiediamo di intraprendere con urgenza – non sarà più possibile conferire i rifiuti quotidianamente. Le compostiere collettive, dunque, potranno essere una valida alternativa alla conservazione dei rifiuti biodegradabili in casa, agevolando il recupero dei rifiuti e percependo un piccolo sconto sulla tassa comunale dei rifiuti”. Come si può ben vedere i progetti ci sono e sono validi. Per realizzarli sarà necessaria l’approvazione e il sostegno dell’amministrazione e dell’ASM, oltre alla collaborazione di tutti i cittadini, con lo scopo sì di pagare meno tasse, ma anche e, oso dire soprattutto, per una città che possa dirsi più ecologica.