Questa sera l'atteso confronto fra il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e il sen. Antonio Azzollini: dialogo costruttivo o scontro?
MOLFETTA – L’atteso confronto tra il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e il sen. Antonio Azzollini, incontro che tutti già chiamano scontro (anche giornali on line e blog vicini al senatore, che evidentemente hanno avuto l’ordine di presentarlo così) è previsto fra poche ore, alle 18.30, nell’arena dell’associazione industriali.
Gli imprenditori puntano, giustamente, ad un incontro per parlare dei problemi della zona industriale e sperano che questo “duello”, come l’ha definito qualcuno, possa essere un confronto civile (si spera che non partecipino anche le solite claque del senatore). Lo speriamo anche noi, anche se le premesse non sono delle migliori. Purtroppo! E ci auguriamo che non si scatenino anche i bookmakers.
Le truppe cammellate di mercenari e lacchè del senatore (su giornali on line e blog), anziché augurarsi un civile e sereno confronto (anche se ahimè l’ex sindaco non ci ha abituati finora a dialoghi pacati, come dovrebbe essere caratteristica di chi si dichiara, a parole, moderato) soffiano sul fuoco: parlano di “ora X”, di “asfaltare la Natalicchio”, di “ridurla al silenzio” (un po’ difficile, in verità) e così via, con continui panegirici del senatore, definito “grande realizzatore di progetti”, mentre l’attuale sindaco sarebbe solo “attenta alla colonie feline anzichè alle politiche di sviluppo”.
Che dire? Non è un buon inizio, partire lancia in resta non giova a nessuno. Certamente l’abitudine a sfuggire al confronto anche con i giornalisti da parte del sen. Azzollini, che dà ordine ai suoi di boicottare la stampa non amica, non rappresenta un buon viatico al dibattito. Lui, però, è fatto così. Ma speriamo che almeno per una volta l’irruento parlamentare offra un’immagine migliore di sé, nel senso di preferire il dialogo costruttivo allo scontro, non ascoltando i falchi (che lo hanno ridotto all’attuale emarginazione, con tanti ex amici che lo hanno abbandonato) e coloro che godono dei conflitti e delle divisioni che hanno caratterizzato la vita politica e anche sociale di Molfetta.
Meglio ascoltare i moderati, quelli che lui dovrebbe rappresentare anche nei fatti e non solo con le parole: cominci a riconoscere il sindaco della città, eletto democraticamente dai cittadini di Molfetta senza ignorare la volontà popolare (e perfino la persona) come ha fatto finora, anche negli incontri pubblici e perfino nelle processioni (un bel lavoro per il nuovo vescovo don Mimmo Cornacchia). Il riconoscimento reciproco ed istituzionale deve essere il primo passo per un confronto civile e democratico.
Che sia, perciò, un confronto sui fatti e non sui misfatti, o presunti tali. Noi siamo per i fatti, che vi racconteremo e non vi faremo mancare anche le nostre opinioni. Come sempre. Noi ci saremo anche per voi. L’incontro, infatti, è chiuso al pubblico: è una scelta degli imprenditori che hanno organizzato in questo modo il confronto, proprio per evitare che possa diventare uno scontro politico, con i vari supporter.
Se gli imprenditori, e la loro presidente Loredana Lezoche, riusciranno nel loro intento, credo che si potrà parlare di “miracolo”, magari con abbraccio finale e promessa di collaborazione futura. Un “miracolo” che sarebbe utile a tutta la città, stanca di lotte anche fratricide da 15 anni a questa parte. I problemi si affrontano e si risolvono insieme e non uno contro l’altra armati. Le sconfitte politiche vanno accettate e non drammatizzate. Occorre che l’amministrazione in carica possa lavorare. I conti si faranno alla fine: l’alternanza al governo è una garanzia di democrazia e va accettata, senza proseguire in una campagna elettorale continua.
Ma a dialogare bisogna essere in due, altrimenti partire in attacco, costringe l’altro alla difesa. Ecco perché ci auguriamo sinceramente che si operi su un piano di parità e di riconoscimento e rispetto reciproco. La città sarebbe grata ad entrambi i “contendenti”, che sarebbe meglio definire rappresentanti delle istituzioni. A noi piace così.
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