Questa sera a Molfetta il giornalista Felice de Sanctis parla di “Referendum, una scelta difficile tra il SI' e il NO” all'Università della Terza età

Direttore Responsabile: Felice de Sanctis

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25 novembre 2016

MOLFETTA – “Il referendum una scelta difficile”, questo il tema che sarà affrontato questa sera alle 18 all’Università della terza età (Piazza Domenico Picca) dal giornalista economico della “Gazzetta del Mezzogiorno” Felice de Sanctis, direttore della rivista “Quindici” e del quotidiano “Quindici on line”.

Quali sono le ragioni del SI e quelle del NO messe a confronto per offrire elementi utili a decidere come votare il 4 dicembre per il referendum costituzionale che potrebbe cambiare l’Italia nel bene o nel male, secondo i difensori dell’una o dell’altra tesi.

SUL NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE "QUINDICI" IN EDICOLA SPECIALE REFERENDUM UNA GUIDA AL VOTO

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Giorgetto, il peso netto

27 Novembre 2016 alle ore 09:06:00

Quanta verità nascosta in questi quattro post! Quindici on line, quello che gli altri non dicono, non scrivono. Quindici on line, il giornale che si sceglie sul web.

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Domenico il megalosplenico

26 Novembre 2016 alle ore 18:03:00

Hanno ragione da vendere i tre lettori. Dov'era la politica e politici quando con l'ingresso nell'euro, tutto aumentava del 100% per colpa della loro indifferenza e menefreghismo? Non era loro compito controllare e intervenire? Tutti zitti, tutti a guardare da altre parti, voltarono le spalle al popolo, per interessi personali e di casta. Come sono bravi nel parlare tutti a favore del popolo: "il popolo deve scegliere i propri senatori"; "il popolo, la gente è sovrana, spetta al popolo decidere democraticamente"; "Si, No, No, Si. Con il SI ci sarà la dittatura del premier; con il No voleremo tutti più in alto", etc., etc.. Quando allora il popolo si impoverì, e, pur lavorando non si riusciva ad arrivare a fine mese, questo ancora succede, dov'erano i paladini della politica, dov'erano i difensori dei poveri e degli oppressi? Dov'era la destra, la sinistra, il centro......codardi, vili, vogliacchi! Non si è "popolo sovrano" solo perchè si vota ogni quattro anni.......basta guardare come siamo ridotti, tutti: operai, disoccupati, lavoratrici, ammalati, pensionati, invalidi......e non venite a dirmi: "ma le pizzerie sono piene il sabato sera, etc., ec.." Sordi e ciechi!

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Solimin l'altro dell'altro, il Muezzin

26 Novembre 2016 alle ore 10:14:00

Leggendo Anselmo e Ludovico, mi si apre una vecchia ferita che ancora fa male. La codardia della politica è quanto di vero si possa dire e immaginare. A proposito dell'euro, come non dare ragione ad Anselmo. Esempio: piccolo commercio di consumo casalingo: TUTTO MILLE LIRE. Con l'euro diventava: TUTTO 50 centesimi. Invece divenne: TUTTO 1 EURO - ovvero 2.000 lire! COsì fu per tutti i consumo, per non parlare poi dell'edilizia, degli appartamenti: 100 milioni diventarono 100 mila euro! Per colpa di chi? Dell'euro? La politica italiana si rifà sempre al cetriolo: gira, gira, gira, sempre in culo al popolo sovrano va'. Perdonatemi quest'ultima scurrilità ma, è la pura verità, altro che cambiamenti in meglio o in peggio con un SI, con un NO.

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Anselmo Torpignatta

26 Novembre 2016 alle ore 09:44:00

Condivido e sottoscrivo quanto postato da Ludovico. Non dimentichiamo quello che successe con l'euro: i prezzi tutti raddoppiarono, paghe e pensioni si ridussero del 50%, tutti a gridare: "la colpa è dell'euro, ritorniamo alla lira!". Falsi, bugiardi, codardi......si arricchirono tutti, il popolo "sovrano" si impoverì e, ancora lo è ma, quello che è peggio, scomparve il ceto medio, il cuore pulsante della società civile. Questi sono e saranno sempre i risultati della politica all'italiana, altro che cambiamenti.......codardi, bugiardi, falsi, vili.

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Ludovico Arrosto

25 Novembre 2016 alle ore 12:39:00

Sarà difficile anche per un grande esperto in materia come il direttore Felice de Sanctis, dimostrare le ragioni del SI e del NO. Personalmente sono convinto niente cambierà, qualsiasi risposta gli elettori daranno. Per il popolo, per le masse popolari sarà tutto come prima e, se qualcosa cambierà in peggio, non sarà certo per colpa del referendum. Se qualcuno è convinto di un qualche cosa in meglio, sarà deluso e depresso......come sempre avviene in questo "strano" Paese.

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