Quale idea per il futuro della città?
Egregio Direttore, spero di trovare spazio sul suo giornale per provare a fare qualche riflessione sulla nostra città e sulla idea che di essa abbiamo. Personalmente, sono convinto che le cose per essere belle devono apparire belle. E da questo punto di vista non si può certo dire che Molfetta appaia bella; solo a titolo di esempio riporto un paio di situazioni registrate sia in centro sia in periferia. Credo ci sia poco da discutere. Questo è! E lo stesso potremmo dire per parcheggi, fruttivendoli ecc. Allora la prima domanda è: cosa vogliamo farne di questa città? quale è la nostra visione futura di essa? Perché solo fissando un unico denominatore, possiamo provare a mettere insieme idee e programmi all’interno del recinto comune. Diversamente, continueremo a fare delle cose scombinate tra di loro. Un esempio? I luoghi comuni rinnovati, risistemati. Ma cosa lo facciamo a fare se non fissiamo anche un serio piano di manutenzione e controllo? Dopo poco tempo li ritroviamo nelle stesse condizioni di prima. E lo stesso potremmo dire di opere ben più importanti e che dovrebbero supportare lo sviluppo economico della città. Quale è la idea per il futuro? La seconda domanda fondamentale è: chi dovrebbe costruire questa visione? Anche qui la risposta è molto semplice: noi. E’ evidente che c’è un gran numero di persone che mal sopporta il degrado dei luoghi e di pensiero; ma è come se fosse gente congelata, rassegnata. In attesa dell’uomo forte di turno, capace di risistemare tutto. Ma così non funziona. Ovvio che personalità dotate di idee e leadership possono fare tanto, ma è la coscienza critica della gente che deve mettere le guide a chi è chiamato ad amministrare. E a chiederne conto in caso di deviazione rispetto a quanto immaginato. La politica, per quello che si vede, tenta, con non pochi sforzi, di chiamare alla raccolta delle idee. E questo è positivo. Ma se le persone non aderiscono con entusiasmo è, forse, perchè non si fidano: nè delle infinite discussioni intestine, nè delle false aperture al confronto. E neanche di qualche senza mestiere travestito da uomo della sorte. I diversi soggetti politici hanno di che pensare. Basta che lo si faccia in fretta e capaci si sintesi essenziale. Altra benzina nel motore delle idee potrebbe venire da un confronto continuo e mirato, utilizzando i mezzi della comunicazione che oggi abbiamo a disposizione. Ed anche in questo caso, la politica dovrebbe essere brava ad intercettare le istanze ed i progetti più sentiti. Da ultimo, mi piacerebbe vedere un rinato volontariato civile. Visto quello che c’è in giro, si potrebbe pensare, senza pubblicità e senza tornaconto, di organizzarsi a ripulire e risistemare piccole parti della città. Anche questo suonerebbe come un forte segnale di attenzione; schiaffeggiando le coscienze di chi si gira dall’altra parte. Ecco caro Direttore, laddove queste mie idee trovassero un interesse comune, mi piacerebbe vedere cosa ne pensano gli altri. La saluto cordialmente Ing. Corrado la Forgia P.S. giusto per restare nel concreto: possiamo introdurre una tassa sui volantini pubblicitari, visto che rappresentano una delle fonti primarie di sporcizia stradale e che costano in termini di rimozione? Il principio, non liberticida, è quello del chi sporca paga.