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Quale città?
15 febbraio 2004

E' questo l'interrogativo che si saranno posti in molti la sera dell'incontro tra Guglielmo Minervini e Lillino Di Gioia che apre una nuova stagione di accordi politici al centro, in vista non sono delle vicine scadenze elettorali per le consultazioni provinciali, ma, si spera, con un orizzonte più ampio per le politiche e soprattutto per le amministrative. Abbiamo usato volutamente il termine “speranza”, perché una ridefinizione del centro è necessaria e premessa indispensabile non solo per qualsiasi alleanza, ma anche per ribaltare una situazione che vede il centrodestra padrone di una città che in realtà non si sente rappresentata non solo da questi uomini, ma soprattutto da questa cultura politica. Ma si sa, le elezioni si vincono anche per una serie fortunata di combinazioni che da una parte o dall'altra, si sono verificate in passato. L'intelligenza politica sta tutta nella capacità di cogliere i momenti propizi per proporre nuove soluzioni e per pilotare il malcontento della gente (ed è tanto, a cominciare dalle delusioni per Berlusconi a finire alle mancate promesse locali). Verifica degli errori del passato Per tale obiettivo, però, non basta un “volemose bene” e “scurdammoce o' passato”. Questo è certamente il primo passo ed è stato fatto, anche se avremmo gradito un'autocritica (non nel senso staliniano del termine, ma nel senso di una verifica degli errori del passato, che indubbiamente ci sono stati) da parte dei protagonisti dei due fronti, all'epoca contrapposti. Daremo noi di “Quindici” a Di Gioia e Minervini l'occasione per un confronto di questo tipo e soprattutto la possibilità di parlare più che di schieramenti e alleanze, di programmi che possano essere riconoscibili, fattibili e soprattutto alternativi a questo centro-destra. Lo faremo con un dibattito nella nostra redazione, che i due protagonisti hanno già accettato e i cui contenuti pubblicheremo sul prossimo numero di marzo. Ci sembra il modo migliore per costruire qualcosa, che sarà poi allargato alle altre forze del centro-sinistra. Il nostro compito non è quello di coagulare uno schieramento, ma di mettere a confronto uomini e partiti politici per dare alla città le risposte che chiede. Insomma, di smuovere ancora l'aria con il nostro ventilatore. Solo su queste basi concrete si può ricercare il consenso per una città diversa. Ma occorre prima proporre quale città si vuole realizzare. Molti progetti del passato sono in fase avanzata e non si può certamente tornare indietro, ma si possono correggere le distorsioni che sono state create in questi ultimi anni e, soprattutto, si può impedire il saccheggio del territorio che si profila con infinite varianti, che stravolgono un piano regolatore finalmente approvato dopo decenni. Giovani condannati ad emigrare E' la qualità della vita, della cultura di questa città, di quell'esempio che deve venire dall'alto che può essere di stimolo ai giovani e che può proporre un futuro diverso, non più fatto di quell'emigrazione, alla quale i nostri ragazzi sembrano essere condannati. Eppure non dobbiamo dimenticare, come ci ricorda il Vescovo in altra pagina, citando Roberto Benigni che «questo mondo non l'abbiamo in eredità dai nostri padri, ma l'abbiamo in prestito dai nostri figli». Del problema dei giovani costretti a lasciare la propria terra per lavoro, cervelli che regaliamo al Nord, che non sempre apprezza, ne parliamo ampiamente nell'articolo di primo piano. E così che il divario Nord-Sud si allarga. Ci piacerebbe anche conoscere le reazioni e i progetti del resto dei partiti di centro-sinistra a queste "prove tecniche di dialogo", reazioni che finora sono mancate. Insomma, l'interrogativo che i cittadini oggi si pongono è: ci sono alternative a questo governo della città? Se sì, quali sono e con quali progetti. L'emergenza della città, messa in evidenza più volte in questi ultimi mesi dalle forze politiche di opposizione, richiede oggi risposte concrete. Indugiare ancora sarebbe colpevole e soprattutto improduttivo. In politica si può vincere anche sugli errori degli avversari. E questo a Molfetta, purtroppo, è già accaduto. E la storia ha il vizio di ripetersi.
Autore: Felice de Sanctis
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