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Prima postazione del mercato diffuso in via Papa Montini
15 febbraio 2011

Il primo box della frutta in via Papa Montini, di fronte l’ingresso del Pala Poli: il primo passo del “mercato diffuso”, che trasforma Molfetta in una piazza mercatale. Sono passati quasi quattro mesi dall’approvazione in Consiglio comunale, con soli voti di maggioranza, del Piano quadriennale del Commercio su Aree Pubbliche, con cui l’amministrazione Azzollini cercava «di rimediare alla desertificazione commerciale cittadina, causata dalla scomparsa della dorsale mercatale dalla metà degli anni Novanta» (Maria Brattoli, assessore all’Annona, nella relazione introduttiva del consiglio di ottobre 2010). Un know-how tutto molfettese, il “mercato diffuso”, con cui si accordano autorizzazioni tipo A (posto fisso decennale) ai possessori del tipo B (commercio itinerante): la legge regionale assegna le concessioni tipo A solo a posteggi interni a piazze o mercati giornalieri, mentre il tipo B agli uniposteggi - per intenderci, le postazioni degli ambulanti, fisse a Molfetta con il rinnovo abituale delle concessioni. A Molfetta, invece, quelli che sarebbero per legge uniposteggi ambulanti assegnatari di autorizzazioni B divengono, per un sofistico gioco di logica, posteggi fissi beneficiari di autorizzazioni A. Il rischio, ingolfare il mercato cittadino e creare un precedente: anno dopo anno si potrebbero autorizzare altre postazioni, seminando per le strade banconi, box e camioncini di frutta e verdura. La scusante, assecondare le richieste dei cittadini anziani che vorrebbero sotto casa il punto vendita: molti posteggi sono vicini a altri punti vendita o supermercati (via Terlizzi angolo via Aliende, via di Vittorio, Piazza San Michele, via Giovinazzo angolo via Leoncavallo, parallela via Salvucci, via Capitan de Candia angolo via Cozzoli, via Salvemini angolo Tenente Marzocca, via Mazzarella). «Si incoraggia una situazione al di fuori delle regole, creando privilegi sociali e disparità di trattamento», la replica del consigliere di opposizione Giovanni Abbattista (Pd), durante il consiglio dell’ottobre 2010. La farsa «dell’ambulante a posto fisso», aggiungeva Nicola Piergiovanni (Sel), consigliere di opposizione, una sanatoria che «istituzionalizza le postazioni ambulanti fisse sotto l’etichetta di mercato diffuso, senza regole e controllo». Saranno 15 le postazioni di vendita da 30m2, chioschi in legno lamellare, dotati di impianti per il rispetto delle norme di sicurezze, igiene e decoro. Sembra sia una prima sperimentazione, per misurare l’impatto sull’opinione pubblica. La vera sfida sarà non solo rispettare le norme igieniche e la competitività commerciale, ma soprattutto garantire il decoro delle postazioni, senza che nessuno oltrepassi l’area assegnata o danneggi la struttura. Il dubbio resta perché nella Piazza Minuto Pesce, riqualificata proprio per garantire il rispetto del decoro e delle norme igienico- sanitarie, alcuni commercianti (banconi ai lati) avrebbero eliminato i supporti in plexiglass che impedivano al pubblico di toccare il pesce.

Autore: Marcello la Forgia
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