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Presentato il libro “Il potere dei segni” Fra Onofrio Farinola al Rotary Papa Francesco e don Tonino quante somiglianze
15 giugno 2014

Alzi la mano chi, all’indomani della salita del cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio, non abbia pensato a similitudini con don Tonino Bello; alzi la mano chi, col trascorrere delle settimane, non abbia creduto di riudire le parole antiche ma sempre attuali del nostro amato vescovo. Sensazioni, emozioni ed infine conferme ricevute in oltre un anno di pontificato. Papa Francesco, Vescovo di Roma, è un uomo di popolo. Un filo impercettibile lega questi due uomini di Chiesa, relazione oggetto di studio di Fra Onofrio Antonio Farinola, il quale ha presentato il suo libro “Il potere dei segni. Don Tonino e Papa Francesco” (Ed. Insieme), nell’ambito di un convegno organizzato dal Rotary International Distretto 2120 Italia, Club di Molfetta. Molfettese doc Fra Onofrio Antonio, classe 1979, confessa che la sua vocazione si è manifestata all’indomani della morte di Don Tonino, quando poco più che bambino, è entrato in Seminario. Antonio, infatti, è il nome che il frate ha scelto di acquisire, a sottolineare la profonda devozione verso Don Tonino. Con emozione ricorda la celebrazione di una messa con Papa Francesco, al termine della quale, ha domandato al Papa se conoscesse Don Tonino: «Sì, sì, lo conosco», ha confermato Bergoglio con un sorriso. Le similitudini si manifestano già la sera del 13 marzo del 2013, quando Francesco, affacciandosi e vedendo il mare umano che aspettava le sue prime parole da Papa, esprime una richiesta: «Datemi voi la benedizione»; la medesima richiesta fu fatta da don Tonino ad una coppia di sposi, in procinto di intraprendere un cammino speciale verso una missione. Un Papa venuto da lontano, quasi dalla fine del mondo, come da lui dichiarò, un mondo povero, come lo era il Salento di don Tonino nell’immediato dopoguerra, un Papa e un vescovo, che utilizzano lo stesso stile, lo stesso linguaggio, che hanno messo al centro del loro ministero pastorale, i poveri. Un papa che viene accusato di essere comunista, un vescovo che viene definito «rosso», solo perché entrambi mettono in pratica il Vangelo. Un gesuita ed un francescano, un gesuita che sceglie in nome di Francesco che durante un incontro con le famiglie ad ottobre 2013, legge un brano scritto da don Tonino, il vescovo che auspicava la chiesa del grembiule, una chiesa in uscita, che va incontro alle periferie. Un Papa argentino che durante la celebrazione dei riti del giovedì santo, mentre lava i piedi agli ultimi del carcere minorile o di una casa di cura, indossa la stola del diacono trasversalmente, togliendosi la casula, esattamente come don Tonino usava indossare la stola, per ricordare a se stesso di essere un servo. Papa Francesco ha fatto conoscere il volto misericordioso della Chiesa, accogliendo tutti, come don Tonino e mentre quest’ultimo nel 1990 si recò a Bari per accogliere gli immigrati albanesi, Papa Francesco raggiunge Lampedusa, ultimo lembo dell’Italia che accoglie. Don Tonino spalanca le porte, non solo metaforicamente, della casa del Signore, a tossicodipendenti, senza fissa dimora, prostitute. Papa Francesco invita a casa sua i capi di altre religioni per pregare insieme per una pace artigianale, termine usato per la prima volta da don Tonino per definire una pace che si lavora tutti i giorni. La serata è stata arricchita dall’interpretazione di Alessia Garofoli della preghiera di Don Tonino Dammi Signore un’ala di riserva e della riflessione Maria donna di parte che mette in evidenza come Maria fosse una donna, moderna, una partigiana degli ultimi, dei poveri, una donna che decide di giocare nella squadra che perde e che ci ha rivelato che anche Dio era un partigiano. Alessia esprime con rare doti comunicative e forte partecipazione il prezioso messaggio di don Tonino. Infine la testimonianza di Don Giuseppe Pischetti, che ricorda come il nostro vescovo Don Luigi Martella abbia composto una preghiera per don Tonino in occasione dell’apertura della sua causa di beatificazione e che essendo stato proclamato Servo di Dio, è possibile rivolgere anche lui le nostre preghiere. Non poteva essere colta occasione migliore per la consegna di una borsa di studio, donata dal Rotary, ad un alunno particolarmente meritevole che vive o ha vissuto, situazioni di disagio. Quest’anno, come ha dichiarato il vicesindaco Bepi Maralfa, presente alla serata e che ha collaborato all’individuazione dell’alunno, la borsa di studio è stata assegnata ad Antonio Zaza, ragazzo che frequenta la classe prima presso la Scuola Secondaria San Domenico Savio. Antonio, come ha affermato il vicesindaco, proviene da una famiglia numerosa. Antonella, la sua grande mamma è l’unica a farsi carico di quattro bambini. Sarebbe stato facile per Antonio scegliere la strada ma, grazie alla sua mamma e al suo insegnante di strumento, si è aggrappato all’input che la vita gli ha offerto, trovando nella tromba e nel sacrificio che comporta lo studio di uno strumento, il riscatto sociale. Antonio ora è parte dell’orchestra della Scuola Secondaria Savio, non più promessa, ma certezza di talenti musicali, e al termine della sua performance musicale, ha ricordato le parole del suo maestro: «Sii clemente e suona». Papa Francesco e Don Tonino approverebbero.

Autore: Beatrice Trogu
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