Presentato a Campi Salentina il libro di padre Onofrio Farinola di Molfetta: Don Tonino e Papa Francesco
CAMPI SALENTINA – Nel salone san Francesco della parrocchia san Francesco d’Assisi in Campi Salentina (Le), Padre Onofrio Antonio Farinola di Molfetta, parroco della stessa, ha presentato dinanzi alla stampa e ad una folta platea, il suo ultimo lavoro “Don Tonino e Papa Francesco. Per una profezia di misericordia” . Il testo, così già lo si evince dal titolo, parla delle innumerevoli somiglianze tra Papa Bergoglio ed il nostro sempre caro e amato Vescovo Don Tonino Bello . Inoltre, l’autore, non è nuovo a pubblicazioni del genere che trattano le molteplici similitudini tra le due figure; infatti un altro testo già da diverso tempo in edicola, è denominato “Il potere dei segni” e che poi egli stesso ha consegnato tra le mani del Santo Padre(come lo si evince nelle foto in allegato alla presente).
Il libro di fra’ Onofrio è una litania di temi che approfondiscono, da diverse angolature, le differenti prospettive della profezia cristiana, così come è possibile intravederla in don Tonino e in Papa Francesco. Si tratta di un insieme di melodie che formano la grande sinfonia della profezia evangelica. Una profezia che investe tutta la Chiesa e si manifesta come condivisione di ideali e di orizzonti, e insieme, come enucleazione di forme inedite di “ospitalità della soglia”; una profezia che è partecipazione alla vita del popolo e condivisione del linguaggio, dei gesti,dei simboli; una profezia che ha il sapore di una fede colma di umanità e di prossimità con tutti, soprattutto con i più poveri e i più deboli; una profezia che mantiene sempre aperte le porte, fa il primo passo e si mette al passo con gli ultimi; una profezia che ha il “timbro francescano” e, del Poverello di Assisi, intende riprendere l’anelito alla “perfetta letizia”; una profezia che è, nello stesso tempo, denuncia e annuncio, provocazione e stimolo, preghiera e azione; una profezia che vale per tutti i membri della Chiesa e diventa esortazione speciale per i consacrati.
Così mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, si è espresso nella presentazione che apre il nuovo lavoro di fra Onofrio Antonio Farinola, frate cappuccino nativo di Molfetta, che senza troppe forzature ha saputo individuare nelle figure del vescovo Tonino Bello e di Papa Francesco due espressioni di profeti di misericordia.
Il libro è una vera e propria litania di tutti quei temi che accomunano i due protagonisti in discussione. Suddividendosi in due capitoli, il testo tratta della “questione” Chiesa e della “questione” mondo. Sembra che la domanda di fondo che congiunge i due capitoli e i paragrafi sia: come oggi il cristiano può vivere la sua vocazione nella Chiesa e nel mondo?
A vedere le due figure si può individuare il modo dell’agire morale del cristiano nella profezia. Il credente in Cristo è fondamentalmente un profeta.
È dalla profezia che nasce l’idea di una “Chiesa povera e per i poveri” (Papa Francesco), o di una “Chiesa estroversa” (don Tonino Bello); è dalla profezia che può svilupparsi il concetto di una Chiesa che vive la periferia (cfr. Papa Francesco) e di una Chiesa capace di mettersi agli incroci delle strade del mondo per annunciare la Parola (cfr. don Tonino); è dalla profezia che possono germogliare sacerdoti e religiosi che profumano di pecore (cfr. Papa Francesco) e che profumano quindi di popolo (cfr. don Tonino); è dalla profezia dei cristiani che la pace può essere un ideale che sia concretamente realizzabile come “prodotto” artigianale (cfr. Papa Francesco), fabbricato cioè da una chiara testimonianza di vita (cfr. don Tonino); è dalla profezia che si evita quella cultura dell’indifferenza e dello scarto (cfr. Papa Francesco), senza far prevalere sull’uomo una economia che uccide i poveri (cfr. Papa Francesco e don Tonino); è dalla profezia che i giovani possono essere grandi sognatori di sogni diurni (cfr. Papa Francesco e don Tonino).
Secondo il nostro Autore don Tonino Bello nel suo agire pastorale ha anticipato quello che oggi Papa Francesco attualizza in favore di una Chiesa che profumi realmente di popolo, di una Chiesa umana, di una Chiesa che sta davvero dalla parte dei poveri, di una Chiesa che non ha paura di annunciare l’eversività del Vangelo.
Quello spirito che ha animato il vescovo di Molfetta e che oggi anima Papa Francesco, uno spirito marcatamente francescano, può e deve animare oggi ogni singolo credente per costruire una Chiesa che viva al fianco del mondo, soprattutto di un mondo segnato dalla sofferenza e dal dolore, dalla povertà e dalla miseria.
Spero, infine, vivamente che questi eventi così acclamati e sentiti in altre parti d’Italia, possano finalmente avere il giusto peso anche nella nostra amata Molfetta, la quale potrà avere sicuramente mille e mille difetti, dove ogni giorno ad ogni ora si pensa al bene proprio e non a quello comune, ma resterà sempre e comunque la città (della pace) più bella in assoluto.