Poesia, musica ed emozioni a Molfetta con l'omaggio a De Gregori e Pasolini
Grande successo per lo spettacolo proposto nell'ambito della rassegna Concerti d'autunno della Fondazione Valente
MOLFETTA – “Un applauso del pubblico pagante lo sottolineerà…” canta Francesco De Gregori in quell’autentico capolavoro che è “La donna cannone”. E di applausi a scena aperta ce ne sono stati tanti durante lo spettacolo “Con la maglia n. 7 – Omaggio a De Gregori e Pasolini”, che ha visto protagonisti il cantautore, già finalista al premio De Andrè, Pietro Verna (voce e chitarra), Francesco Galizia (fisarmonica e sassofono), membro dell’Orchestra Rai, Leonardo Leo Torres (pianoforte), che ha al suo attivo collaborazioni con i Matia Bazar e Aida Cooper, e Gabriele Zanini (voce narrante), autore del libro “Ho vissuto”, da cui è tratta la performance.
Oltre un’ora e mezza di poesia, musica ed emozioni; un viaggio, tra versi, spartiti e aneddoti, alla scoperta di due grandissimi artisti, Francesco De Gregori e Pier Paolo Pasolini, delle tante passioni e di mille coincidenze che legano il cantautore romano, schivo e antidivo per eccellenza, e il poeta, scrittore, drammaturgo e regista friulano.
Coincidenze, si diceva, come quella che lega la tragica fine del partigiano Ermes, al secolo Guidalberto Pasolini (fratello minore del poeta), e dei suoi compagni a quella del loro comandante Francesco De Gregori (zio del cantautore), uccisi nel febbraio 1945.
E poi le passioni: il calcio, in primis. Pasolini con Ninetto Davoli fonda, nel 1971, la Nazionale Calcio Attori, che diventerà poi Nazionale Italiana Calcio Attori, e ne sarà il primo capitano.
Come non pensare a De Gregori e alla sua “La leva calcistica della Classe ‘68”, con quella esortazione “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore…” e quel riferimento alla “maglia n. 7”, la stessa, che dà il tolo allo spettacolo.
Ad accomunarli anche la passione per il cinema (Pasolini diresse 22 film, De Gregori avrebbe voluto recitare per Fellini) e il teatro, la composizione brani cantati da altri interpreti (Pasolini scrive, ad esempio, per Domenico Modugno e Gabriella Ferri; De Gregori per Zucchero), lo spirito riformatore e l’ostilità di alcuni ambienti. A Pasolini, infatti, viene spesso accostato l’aggettivo “eretico”. È un intellettuale che, nel 1973, dalle pagine del Corriere denuncia “il nuovo totalitarismo dato dall’avvento della società dei consumi”, un narratore che descrive «una umanità disperata, selvaggia, al di fuori della morale e della storia», come bene ha sottolineato nel suo monologo Gabriele Zanini. A De Gregori, invece, veniva rivolta l’accusa di vivere in maniera troppo lussuosa e di ricevere compensi troppo alti, giungendo a contestarlo durante alcuni concerti.
Impossibile non lasciarsi emozionare da versi così dolenti come “Supplica a mia madre” di Pasolini e dai brani indimenticabili di De Gregori come “Alice”, “Viaggi e miraggi”, “La storia siamo noi”, “Generale”, “Il bandito e il campione”, “La leva calcistica della Classe ‘68”, “Buonanotte fiorellino”, “Diamante”, “Sempre e per sempre”, “Rimmel” “La valigia dell’attore” che il cantautore dedicò ad Alessandro Haber. E, infine, “La donna cannone” e “Titanic”.
Un discorso a parte merita la struggente ballata “A Pa” che De Gregori ha dedicato a Pasolini, narrandone poeticamente gli ultimi istanti di vita, evocando l’anelito alla semplicità e all’autenticità (e voglio vivere come i gigli nei campi, come gli uccelli nel cielo campare).
Inusuali e raffinati gli arrangiamenti, che hanno reso ancora più coinvolgente e suggestiva l’esecuzione dei brani.
Veramente interessante il connubio poesia-musica che Gabriele Zanini proporrà anche in altri progetti (accomunando Leopardi e Battisti o Dalla e Merini).
Un ulteriore successo per la rassegna “Concerti d’autunno”, proposta dalla Fondazione “Vincenzo Maria Valente”, con la direzione artistica di Sara Allegretta. Come ella stessa ha sottolineato, quello presentato dai quattro talentuosi artisti è stato sicuramente lo spettacolo più innovativo, più creativo tra quelli che in questo 2022 sono stati pensati per celebrare il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (nacque il 5 marzo 1922).
La Fondazione Valente, presieduta da Marcello Carabellese, proporrà altri due appuntamenti: il 6 novembre con “Affresco europeo” a Molfetta, nella chiesa di San Pietro, e il 25 novembre con uno spettacolo dedicato a Gabriele D’Annunzio, ancora una volta a Bari, nel foyer del Teatro Petruzzelli.
@Riproduzione riservata
Autore: Isabella de Pinto