Pin, un geniale artista di strada
Intervista esclusiva
“Mi propongo come pioniere della comunicazione contemporanea, spazzino dei media, frullo concetti, idee, creatività…”
Si presenta cosi Pin, esponendo il suo biglietto da visita di artista di strada, visionario ed anticonformista alla sua prima mostra personale, installata nello spazio comunale aperto all'arte di Via Termiti, dal 26 dicembre all'8 gennaio.
Pare che la Molfetta artistica abbia dato alla luce una nuova promessa, nonostante il lungo letargo alla quale è stata condannata da una gestione amministrativa spesso sbrigativa e distratta delle risorse, soprattutto giovanili, dell'ambiente culturale della nostra città.
Ma Pin non è solamente un artista di strada, ma anche un grafico pubblicitario che realizza loghi, siti internet e campagne pubblicitarie.
Pin propone al suo pubblico immagini dalle forme definite, moderne ed originali; un artista eclettico, capace di tradurre in “figure metafisiche” la sua personale visione della società contemporanea, mettendone a nudo le contraddizioni. Si potrebbe azzardare che Pin fa, con la propria arte, ciò che un altro artista molfettese, Caparezza, fa con la sua musica: entrambi trovano assiomi per denudare gli aspetti più contraddittori della nostra società, sempre con una sana dose di graffiante ironia.
L'intervista rilasciata da Pin, in esclusiva per “Quindici”, evidenzia il profilo di un giovane artista locale venuto fuori dall'ombra.
Se dovesse fare un bilancio di questa prima personale a Molfetta, quale sarebbe?
“Sicuramente un bilancio molto positivo, sotto tutti i punti di vista: sono venute molte persone, soprattutto ragazzi, che apprezzano l'immagine ed il disegno e che sono incuriositi dalle mie produzioni. Sono abbastanza soddisfatto, perché ho riscontrato una risposta positiva da parte di un pubblico eterogeneo, e la cosa fa ben sperare per il futuro”.
Quando si è accorto che il suo nome stava venendo fuori dalla clandestinità?
“Non ho avuto un preciso segnale di svolta nella mia attività, visto che mi rapporto soprattutto alle persone che conosco e che mi hanno poi spinto anche a fare questa mostra.
Sono arrivato a questa mostra per caso, senza un percorso da artista “ufficiale” e spero, comunque, che questa personale possa dare vita a qualcosa di nuovo e di positivo”.
Secondo lei, è possibile che la sua arte possa trovare maggiore spazio e dignità anche al di fuori dei confini molfettesi?
“Spero di si. Personalmente mi sento in obbligo di ampliare la mia esperienza artistica fuori da Molfetta, magari spingendomi di più nella provincia di Bari. Io penso che anche attraverso le varie forme di comunicazione si possa pubblicizzare il proprio marchio ed il proprio nome. Un'operazione non facile, perché la comunicazione visiva non è sempre compresa da tutti e non sempre trova spazio”.
Facciamo un passo indietro, come è nato Pin e come sono nate le sue produzioni artistiche?
“Pin è nato un pomeriggio d'estate, quando sfogliando il vocabolario di inglese mi è caduto l'occhio sul verbo Pin, che si traduce in “pungere”. Visto che la mia intenzione era di pungere con i miei graffiti, per lasciare un segno nella mente di chi guarda i miei disegni, ho scelto Pin come mio “nickname”, anche perché è in assonanza con Pino, così come mi chiamavano gli amici.
Per quel che riguarda le mie opere, cerco di mettere in evidenza la realtà urbana moderna, cercando di dare ad ogni disegno uno stile estremamente nuovo e facilmente riconoscibile”.
Ho notato una installazione di anfore con all'interno vari oggetti, cosa rappresentano?
“E' un'installazione a me molto cara, perché rappresenta il mio modo di conservare i ricordi personali, che ritengo fondamentali per la crescita di una persona.
Molti conservano i propri ricordi in modo freddo, lasciandoli scivolare nel dimenticatoio, mentre io credo che sia importante che ogni ricordo abbia il suo spazio nella memoria di ognuno di noi, ecco perché ho usato quei contenitori per conservare oggetti a me cari: ogni oggetto corrisponde ad un ricordo, ed ogni ricordo ha il suo spazio nella memoria, ben distinto da tutti gli altri”.
Vito Piccininni
vito.piccininni@quindici-molfetta.it