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Pietro Centrone lascia la presidenza della Fondazione Valente e critica la gestione della “Cittadella degli artisti” di Molfetta
11 luglio 2016

MOLFETTA - Pietro Centrone lascia la presidenza della Fondazione musicale Vincenzo Maria Valente di Molfetta. Con un annuncio a sorpresa, è stato lo stesso presidente a darne notizia alla stampa convocata per discutere della chiusura della “Cittadella degli artisti” disposta dal commissario prefettizio del Comune di Molfetta Mauro Passerotti, per inadempienze della società di gestione.

Centrone (a destra nella foto, col vice presidente Matteo Azzollini) è apparso amareggiato sia per le polemiche relative alla Cittadella, ma soprattutto per quelle che riguardano la Fondazione, critiche definite ingenerose “da parte di nullafacenti di questa città” che passano il tempo a scrivere e denigrare il prossimo dai blog e dalle bacheche Facebook, spargendo veleni e sospetti su tutti, “tranne che su parenti e amici”.

Così il presidente ha detto basta, annunciando che la sua scelta è irrevocabile e diventerà operativa il 19 agosto al termine della stagione di concerti di questa estate. Resterà nel consiglio, ma passerà la mano per quanto riguarda la carica di vertice.
Centrone non ci sta a subire accuse senza prove, come quando si arriva a parlare di “imbroglio bipartisan” della Cittadella degli artisti.
Ma prima di affrontare questo argomento, il presidente ha ricordato come in 13 anni la Fondazione abbia promosso oltre 300 concerti (documentati in un video trasmesso per l’occasione e realizzato da Vincenzo Bisceglie), dei quali ben 100 gratuiti, portando a Molfetta artisti di fama nazionale e internazionale. Certamente, ha ricordato Centrone molti concerti sono stati a pagamento, sia perché la Fondazione, a differenza di altre associazioni culturali, non ha ricevuto un solo euro di contributo dal Comune per i concerti (non maxi-concerti, come li ha definiti qualcuno), sia perché lo stesso Ministero delle Attività Culturali richiede il pagamento degli spettacoli per poter erogare il contributo.
Ma i proventi dei concerti sono serviti anche ad organizzare mostre ed eventi e ad aiutare associazioni ed enti sociali, a promuovere giovani artisti, erogando anche borse di studio e realizzando master class, tutto a proprie spese.

Passando alla vicenda della “Cittadella degli Artisti”, il presidente Centrone ha sottolineato come già dal 9 giugno scorso, ben prima della determinazione dirigenziale di risoluzione del contratto e della revoca della concessione (“stranamente firmata da un dirigente e un funzionario” e non deliberata dal sindaco o dal commissario) del 24 giugno successivo, la Fondazione aveva deciso di uscire dall’Ati, l’associazione temporanea di imprese di cui è capofila la Fantarca e della quale fanno parte anche la Gea e la compagnia teatrale Tiberio Fiorilli, non condividendone più l’operato. La motivazione era legata alla constatazione che la capofila non poteva reggere la gestione, per scelte poco oculate e con un corto respiro imprenditoriale. La Fantarca, non avendo risorse proprie, si era trovata nei pasticci con i fornitori e personale, poi licenziato, a fronte di spese enormi, confidando nell’erogazione del Comune, che poi non è arrivata.

L’opera costata ben 4.432.580 euro era stata assegnata con una gara vinta dall’Ati con capofila la cooperativa Fantarca e godeva di uno stanziamento regionale, per la legge “Bollenti spiriti”, di ben 83mila euro per il primo anno di attività, come pure erano previsti contributi di 52mila euro per i servizi sociali erogati dalla Gea per i primi 5 anni.

La gestione della Cittadella, che poteva essere il fiore all’occhiello della città (con cinema, teatro, biblioteca, sale per mostre e laboratori, oltre a una terrazza per eventi estivi) secondo Centrone, ha lasciato a desiderare e si è conclusa dopo appena un anno di attività, ma il Comune ha la sua responsabilità (e la Fondazione valuterà anche la possibilità di impugnare il provvedimento comunale) per non aver esercitato i poteri sostitutivi nei confronti della Fantarca, avendo a sua disposizione i fondi regionali per operare. Infine Centrone, ricordando come la Fondazione abbia rimesso energie e soldi per la Cittadella, ha respinto le motivazioni del Comune relative alla mancanza di laboratori artistici, ricordando che l’impegno di realizzarli era da spalmare nei 5 anni della concessione e che comunque i laboratori, tranne un paio di eccezioni, erano andati deserti.

Infine un timore e una preoccupazione, già espressi da “Quindici” prima della conferenza stampa: il rischio che la struttura, priva di assicurazione e vigilanza, possa essere vandalizzata, come è avvenuto con la piscina comunale.

«Forse se le cose fossero state fatte nella maniera giusta dal centrodestra che ha sbagliato a fare quel bando - dice l’ex sindaco Natalicchio -, ma ha sbagliato anche il centrosinistra a non cambiare il destino di quella storia. In tre anni abbiamo completato un'opera incompiuta da oltre 4 milioni di euro, messo in funzione il Centro Minori "La Bussola" e avviato la programmazione della struttura, che è in totale gestione esterna, da parte di una ATI che è stata selezionata dalla precedente amministrazione. Anche qui, opacità, debiti, lavoratori pagati a singhiozzo, decollo faticoso. Grande vigilanza, nei mesi. E, purtroppo, lo stop. Cosa potevamo fare di diverso oltre che completare la struttura e vigilare sulla sua gestione?».

Una storia amara, una cronaca di una morte annunciata, come in pratica si legge fra le righe del discorso di Centrone che accusa di superficialità e pressapochismo la capofila e parla di un’occasione mancata per la città.

ALTRI PARTICOLARI SU QUESTA VICENDA SUL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE “QUINDICI” IN EDICOLA A FINE SETTIMANA.

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