Piergiovanni: Paola ha sbagliato Io candidato sindaco? Possibile con le primarie
Paola Natalicchio ha sbagliato a dimettersi, doveva restare in carica e andare avanti anche con 13 consiglieri, fino a quando non la sfiduciavano. Quante amministrazioni comunali sono durate anni con un solo voto di scarto? Esterna la sua amarezza senza mezze misure, l’ex presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni (Sel), senza concedere alcuna attenuante all’ex sindaco. «I consiglieri comunali avevano detto che avrebbero votato il bilancio e lei non poteva tradire un patto con gli elettori. Se fosse stata poi sfiduciata, allora la responsabilità sarebbe caduta su chi votava contro. E’ stata impulsiva, non ha sentito nessun consigliere comunale, non si è consultata con la sua maggioranza. Ma doveva andare avanti soprattutto perché questo era un anno di raccolta, dopo aver seminato tanto nell’urbanistica, nella cultura, ecc. (altro che inefficienza, immobilismo, come blatera qualcuno), dovevamo raccogliere i frutti di quel lavoro che si sarebbero visti e sarebbero stati copiosi. Invece, ora ci tocca il commissario e quindi una paralisi amministrativa lunga un anno». Tra l’altro, secondo l’ex presidente del consiglio, il segretario del Pd Piero de Nicolo aveva fatto una giravolta di 180° gradi (per timore di spezzare la corda e mandare a casa i suoi consiglieri): dopo aver detto che non avrebbe fatto votare il bilancio, ha, poi, parlato di voto tecnico e questo significa comunque che i consiglieri del Pd l’avrebbero votato. Tra l’altro Paola non poteva prevedere il voto dei 13 consiglieri di maggioranza e dare per scontati eventuali ricatti, andavano verificati volta per volta alla prova dei fatti, perché il sindaco non può mettere in dubbio il nostro patto con gli elettori (poi la stessa Natalicchio ha corretto questa affermazione). «Sono amareggiato, non per me che sono uno di quelli che ha concrete possibilità di essere rieletto (tanti altri, fra cui alcuni congiurati, dovranno fare la valigie definitivamente, ndr), ma per gli altri e la città che non merita questo lungo commissariamento: non aiuta». Cosa pensa dell’affermazione di De Nicolo che il sindaco si sia dimesso per timore di prendere una decisione sulla necessità di rifare la gara di appalto del porto, cioè ricominciare da capo, dopo un parere in tal senso del consulente del Comune avv. Cerulli Irelli? «Non conosco questo documento e non posso esprimermi». Lo leggerà in altra pagina di questo numero di ‘‘Quindici’’, dove dimostriamo che quella di De Nicolo è una balla colossale, una bufala con la quale mente sapendo di mentire per ingannare gli iscritti al Pd e soprattutto i cittadini di Molfetta. Piergiovanni, dopo ben 18 anni di esperienza continua come consigliere comunale, sa bene che il commissario non può prendere provvedimenti straordinari. Solo una volta è avvenuto con la dott. Bellomo che approvò il piano regolatore alla caduta del sindaco Guglielmo Minervini, ma perché c’era già l’atto di indirizzo del consiglio comunale. Piergiovanni parla di alcuni provvedimenti come la riorganizzazione della Multiservizi e della raccolta differenziata, che va cambiata e migliorata, aumentando soprattutto i giorni della raccolta dell’umido (era già previsto nel piano estivo, ndr), come vogliono i cittadini che vanno ascoltati. E polemizza col presidente dell’Asm, Antonello Zaza e le sue recenti dichiarazioni: «l’Asm non è una repubblica a sé, ma un organismo che dipende dall’amministrazione comunale e dalle sue politiche». Ma quale sarà il futuro politico di Piergiovanni? Entrerà nel Pd ora che Sel si è liquefatto? «In realtà – dice – il gruppo consiliare (lui, De Robertis, Facchini e Cirillo) non ha aderito a Sinistra Italiana e ora deve ricollocarsi, del resto c’è una disponibilità della dirigenza del Pd ad accoglierci, ma per il momento non vedo un futuro politico definito. I risultati elettorali delle amministrative in Italia non confortano. Come vede questa ipotesi del grande centro o grande minestrone che si prospetta a Molfetta? «Non vedo nulla, sento solo fantasie anche sui possibili candidati sindaci e ragionamenti campati in aria. Credo in due ipotesi: una possibile candidatura forte del Movimento 5 Stelle, che potrebbe preoccuparci e un’iniziativa a sorpresa del sen. Antonio Azzollini che certamente non starà alla finestra, ma vorrà rientrare in gioco, anche se non direttamente. Secondo me lui punta ancora al Senato, ma tutto dipende dal referendum sulla legge elettorale. Lui è per il ‘‘no’’ per tornare a Roma. Ma tutto si deciderà dopo il referendum, solo allora si potrà parlare di future coalizioni e si capirà quali spazi ci sono per possibili alleanze. Ma non escludo che il governo, alla luce dei risultati negativi per il Pd alle ultime amministrative, tenterà di cambiare l’Italicum, con il premio di maggioranza non più al partito, ma alla coalizione, per evitare che il Movimento 5 Stelle vada al governo». Cosa pensa del boom delle liste civiche? Ci sarà anche a Molfetta? «Nessuna novità: dietro si nascondono personaggi politici che si riciclano diversamente, vedi i casi di Noicattaro e Triggiano dove hanno vinto liste civiche con vendoliani e fittiani alleati contro il Pd. Ormai c’è una frammentazione di diverse aree, si formano gruppi atipici. A Molfetta la partita è aperta e ci sarà un rimescolamento di carte, perché Dep, il movimento di Guglielmo Minervini non si è sciolto e Maria Sasso, Nino Sallustio e Cosimo Altomare non sono confluiti in SI? Che fine faranno i voti dell’Azione Cattolica?». Come dovrà essere individuato il candidato sindaco, con accordi politici o con le primarie? «Sono assolutamente per le primarie, i cittadini vanno coinvolti nella scelta, soprattutto dopo la delusione avuta con l’abbandono improvviso di Paola Natalicchio. Non dimentichiamo che nel 2013 molta gente ha cambiato idea tra il primo e il secondo turno e ha creduto in lei, oggi fra quelle persone vedo grande delusione e amarezza. Il vero motivo delle sue dimissioni lo scopriremo solo vivendo. Il tempo ci dirà se, come credo, lei una strategia ce l’ha». Piergiovanni sarà uno dei candidati sindaco? «Voglio passare anch’io dalle primarie».
Autore: Felice de Sanctis