Piano Casa pro villonem aristrocraticus razzia dell'agro già esecutiva?
Una nuova stagione per la cementificazione legalizzata nell’agro di Molfetta? Era un sospetto ad agosto, dopo la pubblicazione sull’albo pretorio del provvedimento definito impropriamente «Piano Casa» (Quindici ha già realizzato un’ampia disamina tecnica nel numero di settembre). L’approvazione dell’atto d’indirizzo in Consiglio comunale e la successiva conferenza stampa sembrano, però, averla confermata. Basterebbe una passeggiata in auto nell’agro di Molfetta per capire l’effettivo nuovo indirizzo dell’edilizia locale: materiali edilizi pronti per essere utilizzati, impalcature già montate, vani tecnici in fase di costruzione, piccole demolizioni ed escavazioni (es. tra le provinciali per Ruvo e Terlizzi o lungo la strada vicinale del Mino). L’elenco sarebbe infinito. Netto anche il contrasto normativo con il Disegno di Legge per la valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo, approvato a metà settembre dal Consiglio dei Ministri. In particolare, questo nuovo decreto introduce l’identificazione dell’estensione massima di terreni agricoli edificabili e prevede il divieto di cambiare la destinazione d’uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o di aiuti comunitari (disincentivare il dissennato consumo di suolo sui terreni che hanno usufruito di misure a sostegno dell’attività agricola). Inoltre, impedisce che i contributi di costruzione i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni previste siano parzialmente destinati alla copertura delle spese correnti del Comune. IL CONSIGLIO COMUNALE Nell’ordine del giorno presentato al consiglio e ratificato a maggioranza, l’amministrazione Azzollini ha fornito al Settore Territorio un inconsueto atto d’indirizzo: consentire gli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione nella zona agricole «purché gli immobili interessati abbiano destinazione residenziale evincibile dal certificato di agibilità ovvero dal titolo abilitativo principale». Basilare il ripescaggio del Piano Casa regionale Eppure, la Regione Puglia, in una nota del marzo 2012 sull’applicabilità della L.R. n.14/09, ha dichiarato inammissibili gli interventi straordinari di ampliamento, demolizione e ricostruzione di edifici che, pur se definiti residenziali, sussistono in zona agricola. Di contro, quegli interventi sono ammissibili solo per edifici rurali a uso abitativo, connessi all’esercizio dell’attività agricola da parte del titolato. Perciò, è piuttosto equivoca l’omissione della titolarità agricola nella delibera consiliare di approvazione: con questa “dimenticanza” si potrebbe legittimare la depredazione dell’agro, ad esempio nelle zone antropizzate e/o periurbane in evoluzione del Piano dell’Agro, ancora al vaglio della Procura di Trani (a Levante, tra Lama Cupa, villaggio Belgiovine e SS 16bis, e a Ponente su Cala San Giacomo). La posizione della Regione è stata, però, respinta dall’ing. Enzo Balducci, dirigente ad interim del Settore Territorio, nonostante fosse stato lo stesso Comune a richiederne il parere. Secondo le Norme Tecniche di Attuazione del Prgc di Molfetta, gli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione sono consentiti per immobili con destinazione residenziale evincibile dal certificato di agibilità o dal titolo abilitativo (tra cui si potrebbero anche includere edifici rurali ad uso residenziale). Un’indicazione sibillina che per Balducci divergerebbe dalla posizione di un organo sovraordinato. Situazione ballerina, ma già tecnicamente impostata dal dirigente che avrebbe potuto comunque assumere un autonomo provvedimento. Per questa posizione ante quem, prima della discussione, il consigliere Nicola Piergiovanni (Sel) ha posto la questione pregiudiziale, condivisa dai gruppi di opposizione, ma rigettata dal consigliere Mauro Giancaspro (Pdl), presidente della Commissione comunale di Urbanistica. In effetti, questo eccezionale coinvolgimento del consiglio per l’approvazione di un capzioso atto d’indirizzo pare abbia scaricato la responsabilità di un discutibile provvedimento proprio sui consiglieri comunali di maggioranza (ad esempio, Lillino Giancola di Molfetta in Azione, presente all’appello iniziale per mantenere il numero legale, è poi fuggito per non votare). Lo stesso assessore comunale Mauro Magarelli annuiva all’intervento tecnico del consigliere Pino Amato (Udc). LA CONFERENZA STAMPA Sbloccare la sospensione dell’attività edilizia a Molfetta. Questa l’interpretazione personale offerta dal sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, per il Piano Casa durante una stitica conferenza stampa cui hanno partecipato numerosi professionisti del settore (tra cui costruttori locali). Alcuni hanno richiesto delucidazioni sul possibile accorpamento di volumetrie (uno dei tanti espedienti tecnici contestati dalla Procura di Trani nell’indagine “Mani sulla città”). Altri, invece, sulla titolarità del terreno agricolo per l’autorizzazione comunale a interventi di ampliamento, demolizione e ristrutturazione in zona agricola. Insomma, sono emersi i primi appetiti: a naso, questo Piano Casa potrebbe essere goduto da imprenditori edili e cittadini privati che vorranno camuffare al bisturi vani tecnici e depositi in villoni. Infatti, diverse potrebbero essere le applicazioni “trasversali” di questo piano. Ad esempio, nelle aree agricole adiacenti i vari comparti edilizi in esecuzione o nelle zone residenziali di espansione (come la zona di completamento edilizio della Madonna della Rosa, ad oggi in esecuzione), vani tecnici, depositi e cascine potrebbero improvvisamente essere demolite o ampliate per trasformasi in ville familiari moderne Si potrebbe sfruttare ancora una volta l’escamotage dell’accorpamento delle volumetrie, ma qualcuno potrebbe anche abbattere i propri manufatti, presentando agli uffici comunali cartine e tarocchi vari per chiedere l’autorizzazione alla riedificazione e all’ampliamento, anche se privi del titolo giuridico. Allo stesso tempo, concessa la sanatoria edilizia, le volumetrie di edifici residenziali (e non) potrebbero anche essere delocalizzate in aree diverse con Piani urbanistici esecutivi ad hoc. Insomma, le possibilità possono essere infinite: e a nulla potrebbe servire l’opposizione di dirigenza e Ufficio Tecnico Comunale. In effetti, come ribadito dall’opposizione, il «Piano Casa» potrebbe assumere le fattezze di un prolifico contenitore di voti per le prossime amministrative.