Philippe Daverio a Molfetta ricorda l'artista Franco Poli
MOLFETTA - «La prima cosa che mi colpisce è avere questa sala piena! Stiamo parlando di un’artista che è morto dieci anni fa e pensavo che avessimo davanti a noi trentasei persone, come succede di solito in questi casi. Invece abbiamo la sala piena. Perché? Dobbiamo chiedercelo, parlando di un’artista. I motivi sono, oggettivamente, tre: uno è l’artista, due può essere, forse, il sottoscritto e terzo, il più importante è il luogo dove avviene. Un luogo storico, che corrisponde all’aggregato di una comunità.»
Queste le parole d’esordio di Philippe Daverio (foto) nel corso della conferenza che presentava la mostra, curata da Gaetano Centrone, “Come un’antica sera. Opere scelte di Franco Poli”, inaugurata presso il Museo Diocesano di Molfetta il 9 ottobre 2013.
L’artista è Franco Poli, il “sottoscritto” naturalmente Philippe Daverio e il luogo di aggregazione il Museo Diocesano.
Daverio, importantissimo storico dell’arte francese (ma naturalizzato italiano), noto al grande pubblico per essere il conduttore di “Passepartout” (in onda su Rai 3 ogni domenica dalle 13:25), non è riuscito a nascondere il suo stupore alla vista della sala gremita di gente. Una sala grande, quella del Museo Diocesano, che però presentava un’insufficienza di posti, a causa della numerosa partecipazione della cittadinanza, che si è vista costretta anche a seguire l’evento da un teleschermo posizionato in un’altra sala del Museo, perché per ragioni di sicurezza la sala non poteva ospitare tutte le persone che si sono presentate.
Daverio, con modestia, ha accennato al fatto che un discreto numero di quelle persone fossero venute per ascoltare lui, essendo egli una celebrità, tuttavia ha lasciato tutto il merito all’artista Franco Poli. È rimasto colpito dall’affetto che Molfetta ha dimostrato nei confronti del suo concittadino, morto dieci anni prima. Infatti, nonostante Poli sia stato sicuramente un esponente di spicco della nostra città e un eccellente pittore, tuttavia la sua fama non si è spinta molto oltre i confini di Molfetta.
È stato dunque – a mio parere – un omaggio non solo al pittore Franco Poli, ma anche all’uomo Franco Poli, che è stato ricordato prima dal cugino e priore dell’Arciconfraternita di Santo Stefano dal Sacco Rosso (che ha promosso l’evento) Giuseppe Saverio Poli e poi da Gaetano Centrone e da Gianna Sallustio (scrittrice, collaboratrice di "Quindici"), gli altri relatori della conferenza, con grandissimo affetto.
Daverio, per la verità, più che parlare del pittore, ha fatto un intervento di carattere generale, in cui ha conversato di antropologia culturale e di storia dell’arte. Ha tuttavia fatto puntuali e precisi riferimenti all’opera di Poli.
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Autore: Olimpia Petruzzella