Petizione di centinaia di cittadini e commercianti a favore del Lab Café – Allèmmérse in piazza Principe di Napoli a Molfetta
MOLFETTA - Sono centinaia i cittadini e i commercianti che si schierano a fianco del Lab Café – Allèmmérse (foto) in piazza Principe di Napoli (vedi anche l’articolo con la storia di Corrado Minervini sulla rivista mensile “Quindici” attualmente in edicola): oltre quattrocentocinquanta firme raccolte in nemmeno un mese con una petizione a sostegno della giovane attività che dalla sua apertura ha subito un crescendo di atti di intolleranza ed intimidazione.
Salta subito all’occhio il numero rilevante di cittadini del quartiere – oltre sessanta residenti nelle immediate adiacenze di Piazza Principe di Napoli: via Radivani, vicolo Sasso, via Rattazzi, via Ricasoli, ecc… – che hanno sottoscritto con convinzione l’appello. Tra di essi i più solerti in questa attestazione di solidarietà sono apparsi sin da subito gli anziani, che più di altri hanno compreso non solo il progetto di rigenerazione urbana attivato dal locale, ma anche la difficoltà di trovare e creare lavoro in un momento così difficile, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia.
Nella petizione rivolta al Sindaco, Paola Natalicchio, e per conoscenza a Carabinieri e Vigili Urbani di Molfetta, si specifica: “Le Attività esercitate dal “Lab Café – Allèmmérse” hanno supportato il desiderio dei cittadini residenti e non, di riprendere possesso di questo luogo, tentativo che necessita di segnali di tolleranza e accoglienza, piuttosto che di un atteggiamento sanzionatorio. Questo segnerebbe un passo in più verso la convivenza civile”.
Nella petizione si legge, inoltre, che l’attività ha contribuito a “creare una serie di eventi, nel costante rispetto delle norme previste in materia (ad esempio i concerti live sono sempre terminati entro la mezzanotte), trasformando la piazza in un contenitore culturale e fornendo un impulso alla rinascita di un luogo, che, seppur centrale, è stato lasciato troppo spesso e per troppo tempo all’incuria, che si è spinta fino a raggiungere atti di vandalismo”.
Infatti, nonostante l’impegno della giovane attività per ridare centralità a Piazza Principe di Napoli, garantendone un presidio costante, si è dovuta registrare una sequela di atti intimidatori che va dal lancio di oggetti sul dehors del locale (acqua e feci, acqua e pesci in putrefazione, olio, liquido corrosivo), agli atti vandalici sulla vettura del titolare; dalle chiamate rivolte alle forze dell’ordine per inibire ogni attività musicale del locale (non solo quelle più vivaci, ma anche live in acustico e cantautorali), alla campagna diffamatoria perpetrata con sistematicità verso il locale ed i suoi frequentatori.
Non è ancora chiara la matrice di tali atti, l’unica cosa certa è che lo scorso 11 luglio è giunto un provvedimento cautelare che ha prodotto il sequestro dell’impianto audio del Lab Café. La cosa sorprendente è che l’impianto sequestrato era già dotato di sigilli apposti in seguito ad una specifica perizia fonometrica commissionata dal gestore del locale, al fine di non superare mai i limiti acustici di legge. La perizia è stata realizzata con la supervisione del nucleo ambientale dei Vigili Urbani di Molfetta.
Tuttavia, in piena stagione estiva, il locale subisce questa ulteriore battuta d’arresto, mentre lo stesso trattamento non sembra riservato agli esercizi delle città limitrofe, che – giustamente – approfittano dell’alta stagione per potenziare le proprie attività.
E’ per questo che la petizione e la solidarietà dei cittadini risultano ancora più significative. Gli eventi di Piazza Principe di Napoli, infatti, hanno attivato un processo di rivitalizzazione a cui i cittadini non intendono più rinunciare. Proprio in questi giorni sta nascendo un comitato di quartiere che, al di là delle vicende legate al Lab Café – Allèmmérse, promuoverà una serie di processi inclusivi atti a rinsaldare il rapporto tra spazi comuni e cittadini. In questo l’Amministrazione Comunale si è già spesa, costruendo un percorso partecipato per la riqualificazione della Piazza.