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Per il sindaco, i giovani non esistono Delusione dopo un incontro: promessi solo vuoti contenitori
15 gennaio 2004

Che cosa offre Molfetta ai giovani?: questo il tema proposto dai liceali dell'istituto Magistrale per l'assemblea mensile. Chi poteva rispondere esaurientemente a questo interrogativo? Chi poteva illustrare con certezza quali iniziative, luoghi di svago, di ritrovo la città offre a noi giovani? Sicuramente, abbiamo pensato, il sindaco della nostra città!. Accogliendo il nostro invito, il sindaco Tommaso Minervini, è stato, dunque, il nostro ospite, nella chiesa S.Pio X. Un incontro atteso, perché desiderosi di aprirci ad un confronto costruttivo e di conoscenza. Il sindaco ha iniziato con un discorso introduttivo sui problemi della città in generale, quindi è entrato nel vivo del tema, aprendo il dibattito. Gli spazi per i giovani? Proprio le scuole, afferma il sindaco, devono essere il primo luogo di incontro e scambio, da tenere perciò sempre aperte, non solo al mattino. Ma subito, come diceva Lubrano, una domanda mi sorge spontanea: in una carenza perenne di fondi nella scuola, ci saranno le risorse per retribuire i collaboratori? Non si riesce a reperire fondi per le attività di routine, per la manutenzione scolastica, figuriamoci per le ore extra! Senza pensare che, per la mancanza di spazi adeguati nella nostra scuola, siamo riuniti in una chiesa. Mi sono fatta più attenta, anche perché il sindaco ci rivolgeva una proposta: prendere in adozione la fabbrica S. Domenico, presso l'omonima chiesa, dove ci sono sale utilizzabili da tutti. Forse l'informazione a riguardo non è stata adeguata, ma certo, pochi dei presenti conoscevano la struttura. Il sindaco, con tono di rimprovero, ha esortato noi giovani ad essere più attenti ed aggiornati, ci ha dato notizie su questa struttura e la sua ubicazione. Ma, ancora una volta mi chiedo: “adottare” per fare cosa? Non ci vengono dati né suggerimenti né tracce! Il sindaco ci ha anche assicurato la disponibilità della Sala dei Templari e della sala consigliare. Ma si tratta sempre di contenitori vuoti! Non è solo questo che noi desideriamo, avrei voluto rispondere a gran voce; abbiamo bisogno di iniziative costruttive, incontri utili, eventi culturali che servano alla nostra crescita e formazione. Ci sono in città, ci assicura il sindaco, tante iniziative, ma nessuno dei presenti ne è al corrente. Siamo rimproverati ancora per scarsa informazione. Più tardi, a casa, ho guardato il sito del Comune, come indicato dal sindaco: dei giovani e delle attività a loro rivolte, neppure l'ombra! E' giusto chiedere la nostra partecipazione, come sollecita il sindaco, sfruttare le nostre giovani energie, il nostro capitale di risorse, ma bisogna fornirci tracce, strumenti, guide, che sappiano spingerci ad… osare. La città ha un solo cinema, un solo teatro (per l'estate, considerato che è all'aperto), poche librerie, non certo fornitissime, una vecchia “signora” biblioteca ma, non aggiornata, non computerizzata, priva di iniziative e di energie vitali. Perché non potenziarla? Perché non progettarne un'altra più al passo con i tempi con accesso libero ad internet? Perché non esistono sale di lettura? sale per ascolto della musica? Perché non si organizzano attività ad esempio di cineforum? Perché, insomma, non si pensa a noi giovani, lamentandosi, poi, del nostro disinteresse, della nostra passività o apatia? Questo il sindaco lasciava intendere di tanto in tanto, con un po' d'ironia e tono di sufficienza. Certo, più volte ha ribadito che qualsiasi nostra proposta sarebbe stata accolta da lui e avrebbe trovato il modo di realizzarla. Ma continuo a chiedermi, il sindaco ci reputa bambini capricciosi da accontentare nei loro desideri? No! No! Non è così! Noi giovani vogliamo essere partecipi della nostra città, e, soprattutto vogliamo essere ascoltati con serietà, in un dialogo sincero e costruttivo. Mi aspettavo molto dall'incontro con il sindaco, e come tutti i miei compagni, sono rimasta delusa. A mio parere la comunicazione tra noi non ha funzionato: il sindaco sembrava sulle difensive, e noi riuscivamo solo a polemizzare. Se non riusciamo a spingerci oltre le recriminazioni, difficilmente si potrà camminare insieme verso un futuro migliore. Paola Mastropasqua
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