Per il "Nettuno" è un momento "no"
CALCETTO
Ancora qualche parola sulla rissa del dopo Nettuno-Delfini Giovinazzo. La società ha usato il pugno di ferro nei confronti del portiere titolare Orazio Bruni, messo fuori rosa per aver sferrato un calcione ad un avversario nei minuti ultimi dell'incontro, e nei confronti del veterano del gruppo Nicola Ferrante, il più inviperito della compagine di casa durante il match (tanto da correre repentinamente, alla fine della gara, dentro gli spogliatoi per regolare i conti con uno dei difensori giovinazzesi maggiormente indiziati e scaltramente chiusosi a chiave nel vespasiano): per lui, però, solo tre giornate di riposo forzato.
Indugiamo su queste vicende legate a sgarbi e ripicche perché poco v'è da dire sulle prestazioni della squadra; e quel poco non è certo d'elogio. Nei cinque incontri successivi a quel disgraziato pomeriggio i giocatori biancorossi sono stati in grado di collezionare solo sconfitte: a Terlizzi per 8 a 6, in casa contro il forte Real Gravina per 4 a 2, a Ruvo per 3 a 2, di nuovo tra le mura amiche dal Giovinazzo capoclassifica per 4 a 3 e in ultimo dal Team Gravina per 9 a 4.
Nell'ultima prestazione poi, a Gravina appunto contro l'ex fanalino di coda del girone, si è arrivati all'assurdo (calcistico): il presidente Papagni, già autopromossosi allenatore a seguito degli esoneri di Firrao e Di Benedetto, è dovuto scendere in campo dato il numero esiguo, causa squalifiche e infortuni vari, dei giocatori molfettesi presenti; né sono stati sufficienti i suoi trascorsi da portiere di serie B a limitare il passivo.
Insomma, siamo alla frutta. Mancano due gare al termine di un campionato nato sotto buoni auspici e terminato pessimamente: Altamura-Nettuno e Nettuno-Spinazzola (il 23/3); non c'è il rischio retrocessione e più d'uno ha già tirato i remi in barca.
Eugenio Tatulli