MOLFETTA - La Posta elettronica certifica comunale fa acqua da tutte le parti. Purtroppo, alcuni cittadini hanno lamentato a Quindici la mancata risposta da parte degli uffici comunali alle diverse comunicazioni inviate tramite PEC. Non è un problema di protocollo, perché tutte le e-mail inviate tramite PEC o comunque agli indirizzi del Comune di Molfetta (come quello dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico) sono tutte protocollate e poi inviate al sindaco e agli uffici competenti.
Sembra proprio che quelle comunicazioni ammuffiscano negli assessorati, in alcuni uffici comunali e, in particolare, sulla scrivania del sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, costretto a tumultuose e frettolose letture tra il venerdì e il lunedì di ritorno da Roma. Il massimo del rispetto per i suoi cittadini. «Alle mail inviate dal cittadino giungono le risposte automatiche del sistema (avviso di ricevuta) - scrive un cittadino a Quindici -, ma non vi è alcun cenno dell'attivazione di un procedimento come previsto dalle leggi e dal Codice dell'Amministrazione Digitale 2010».
Eppure, la PEC è uno strumento innovativo per conferire trasparenza alla Pubblica Amministrazione che impone anche precisi tempi di risposta alle comunicazioni del cittadino. Il Comune di Molfetta ha anche investito a gennaio ben 16mila euro per rinnovare il contratto con la W-Enterprise (10mila euro) e ottenere un pacchetto di 20 giornate di formazione e consulenza tecnica formativa a consumo per il protocollo informatico e per la PEC (6mila euro).
Insomma, un servizio pubblico a singhiozzo che non tutela (o tutela poco) i diritti del cittadino. Teoricamente si potrebbe (e dovrebbe) dialogare con i vari uffici comunali (sono pochi quelli che rispondono, anche dopo qualche giorno) e con il sindaco (assente e reticente nel confrontarsi con tutta la cittadinanza), pagare le multe o i tributi comunali, stampare da casa i documenti emessi dal Comune.
Queste alcune misure fissate del Codice dell’amministrazione digitale (Legge n.7/05) e dalla Legge n.69/09 (quella introdotta da Renato Brunetta, ex ministro pidiellino per la Pubblica Amministrazione): per i molfettesi quasi un sogno. Quasi tabula rasa: l’ennesima schiacciante vittoria della farraginosa burocrazia a danno di una necessaria semplificazione per il cittadino. Anzi, ogni assessorato dovrebbe possedere una casella attiva di posta elettronica per bypassare il protocollo generale e arrivare direttamente nelle mani dell’assessore pro tempore (comunicazione poi soggetta a protocollo interno). Ma questa sembra proprio un’utopia. L’informatizzazione non passa per la Molfetta azzolliniana.
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