MOLFETTA - L’alleanza PD&SEL è ormai una certezza a Molfetta. Tanto che il contratto per il locale del Corso Umberto, quello dove si è costituito il comitato per le politiche 2013, ha una scadenza fissata per giugno 2013. Venerdì scorso il primo incontro a cui hanno partecipato simpatizzanti, motivati sostenitori dell’alleanza e curiosi interessati a capire (e definire) le radici profonde della coalizione.

Una «comunità di destino» che dovrà essere la colonna portante per le prossime amministrative. Un’occasione per ricostruire la sinistra in una città sventrata dalla precedente amministrazione di centrodestra. Indissolubilmente legata ai meccanismi politici nazionali, la sinistra di Molfetta è pronta a mettersi in gioco e a scendere in piazza con idee e programmi.

Nel primo incontro, sono state ripresentate le candidature (di servizio, alla città e al partito) di Piero de Nicolo, candidato alla Camera per il PD, e Tommaso Minervini, candidato al Senato per il SEL: il primo ha fortemente criticato l’operato della passata amministrazione comunale del sindaco uscente, Antonio Azzollini. Il secondo, invece, ha analizzato i problemi del Paese da parte della cultura e del lavoro, anche in questo caso, riunendo energie e menti contro un’unica persona.

Ha aggiunto Minervini che la vecchia generazione dovrebbe lasciar spazio alla nuova, creando correnti che non rifilino i soliti luoghi comuni “da politici” ma profumino di novità. Per questo l’assemblea non ha perso occasione per confrontarsi e discutere sulla città di Molfetta.

Solo l’intervento dei Giovani Democratici è riuscito a far luce sul proprio credo, che è andato ben oltre la contrapposizione a un uomo singolo. Dalle loro voci fibrilla rinnovata passione, freschezza, spontaneità, verità, coraggio. Ciò che a Molfetta servirebbe, a prescindere dall’orientamento politico. Quei giovani credono nell’Italia giusta delle pari opportunità, dell’innovazione e ricerca, economia e sostenibilità, ricerca meritocratica di un lavoro e rispetto della Costituzione. Credono nei principi di legalità ed etica pubblica, partecipazione dal basso, tutela del territorio, attenzione ai più deboli. Propongono l’aderenza al progetto europeo di energia rinnovabile e carburanti puliti per rendere Molfetta una città più “ambientalista”.

Ma, soprattutto, vogliono essere protagonisti ed interpreti di chi non crede nella politica pur sapendo che è l’unico mezzo, attraverso un quotidiano impegno che vede al primo posto una convinta ideologia e non una distruttiva lotta politica.

Tutti concordano nell’affermare che la necessità di un cambiamento, con novità, ottimismo e spirito costruttivo. Tutti si aspettano un centrosinistra luminoso, trasparente, in cui ognuno si possa rispecchiare.
Acceso è stato anche il dibattito sulla figura del candidato sindaco, soprattutto dopo i nomi che son circolati nelle ultime settimane e le libere iniziative su facebook: ma per ora, la decisione è stata rimandata. Saranno le politiche a innescare la scintilla giusta o, forse, le primarie che potrebbero essere l’unico modo di creare entusiasmo non solo nel centrosinistra e tra i suoi militanti e simpatizzanti, ma soprattutto in una città assopita come Molfetta.

Sembra che questo impeccabile centrosinistra farà miracoli a Molfetta. Ma fin quando non sarà stilato un programma politico e fin quando non saranno le idee a far camminare il partito, la gente continuerà a nascondersi dietro al luogo comune di una politica inguaribilmente corrotta che si nutre di scopi utilitaristici. E Molfetta, come l’Italia, continuerà ad essere una nave sbattuta dal vento e dalla tempesta.

 

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