MOLFETTA - Anche il Pd cerca di giustificare il suo comportamento all'ultimo consiglio comunale quando ha fatto da stampella al centrodestra di Azzollini che non aveva più la maggioranza per la defezione di molti consiglieri.
Ecco il comunicato stampa del Partito Democratico, al quale segue una nostra nota.
"Gli articoli di alcuni giornali on line sull’ultimo consiglio comunale di venerdì 6 luglio richiedono un urgente chiarimento. Innanzitutto, quando si fa informazione in un momento storico caratterizzato da una così forte sfiducia nei confronti della politica genericamente intesa, è necessaria particolare cautela nella comprensione delle vicende politiche e amministrative, evitando di partire lancia in resta in campagne totalmente infondate, attribuendo alle forze politiche di opposizione e alle persone che le rappresentano posizioni e atteggiamenti che albergano esclusivamente nella mente di incauti redattori. Infatti alcune gravi inesattezze ed omissioni e le conseguenti infondate valutazioni contenute negli articoli in questione hanno scatenato una ridda di commenti fortemente ostili basati su presupposti di fatto totalmente inesistenti (a cominciare da espressioni virgolettate mai profferite).
E allora va chiarito quanto segue.
Il punto all’ordine del giorno era l’individuazione degli organi collegiali indispensabili del Comune tra cui si annoverano le commissioni consiliari permanenti e la commissione per il monitoraggio dei fenomeni delinquenziali. Era intenzione delle minoranze votare a favore del punto, come avvenuto in tutti gli anni precedenti (si tratta di un adempimento che va ripetuto ogni anno) non essendoci divergenza con la maggioranza sulla questione. Anzi, era particolare interesse delle opposizioni votare favorevolmente per poi richiedere, come è stato fatto, di rendere operativa la menzionata commissione sulla delinquenza, mai effettivamente attivata.
Quando al momento del voto abbiamo rilevato che in aula non erano presenti i 16 consiglieri della maggioranza necessari a mantenere il numero legale lo abbiamo sottolineato con forza, dichiarando la nostra astensione sul punto all’ordine del giorno, commentando altresì negativamente la debolezza della maggioranza e costringendo la stessa a riconoscerla.
Non abbiamo ritenuto opportuno chiedere la verifica del numero legale impedendo l’approvazione della delibera, poiché ciò non avrebbe comportato affatto la caduta del sindaco e della giunta, come imprudentemente è stato fatto credere (l’amministrazione cade solo se viene votata a maggioranza assoluta la sfiducia al sindaco o se non viene approvato il bilancio), ma avrebbe avuto come conseguenza la riconvocazione del Consiglio per l’approvazione del punto e lo slittamento a fine agosto della discussione sul bilancio prevista per il corrente mese, perché la commissione consiliare che avrebbe dovuto emettere il relativo parere non avrebbe potuto tempestivamente riunirsi a causa, appunto, della mancata individuazione degli organi indispensabili.
Così facendo avremmo fatto un favore al sindaco, concedendogli il tempo necessario a tentare il ricompattamento della sua maggioranza in via di sfilacciamento, essendo noto che due assessori si sono rifiutati di firmare la bozza del bilancio preventivo approvata dalla giunta il 2 luglio.
Quello che stranamente non è stato compreso è che, in linea generale, le opposizioni hanno interesse a far mancare il numero legale allorquando vengono posti all’ordine del giorno argomenti sui quali intendono votare a sfavore e non già argomenti sui quali intendono votare favorevolmente, come costantemente avvenuto in passato senza che gli stessi novelli Robespierre autori dei sullodati articoli abbiano mai osservato alcunché.
Ovviamente l’opposizione, se tale vuol essere, deve far mancare il numero legale in sede di approvazione del bilancio preventivo, perché, in tal caso (e solo in tal caso) determinerebbe la caduta dell’amministrazione e lo scioglimento del consiglio comunale. Quindi, in caso di accertata difficoltà della maggioranza al riguardo, non deve concedere alla stessa pretesti di sorta per allungare i tempi.
Sarebbe bastato avere un minimo di umiltà e, quindi, aver chiesto lumi a un qualsiasi consigliere comunale di minoranza, per non incorrere in un equivoco la cui indubbia gravitàè dimostrata dalla valanga di commenti, a volte addirittura ingiuriosi, di lettori purtroppo assai proclivi ad invettive qualunquistiche contro la cosiddetta “classe politica” indistintamente considerata.
Quanto, infine, alla pretesa occasione perduta per far constatare la debolezza della maggioranza e il ruolo dell’opposizione, non si comprende di cosa si stia parlando giacchè l’insufficienza dei numeri degli azzolliniani è stata accertata urbi et orbi e, nel, contempo, è stato scongiurato qualsiasi pretesto per allungare i tempi dell’approvazione del rendiconto di gestione e del bilancio preventivo addossandone la colpa all’opposizione “irresponsabile”.
Chissà se i due autori degli articoli avranno l’onestà intellettuale di chiedere scusa, non tanto a noi, ma ai lettori, che non meritavano di essere così macroscopicamente fuorviati".
Fin qui il comunicato del Pd di Molfetta. Ci saremmo limitati a pubblicare il comunicato, prendendo atto delle loro ragioni. Ma avendo espresso giudizi sulle persone dei nostri redattori, siamo costretti, nostro malgrado, a replicare.
Intanto ringraziamo il Pd per due motivi: 1) perché conferma la disponibilità di "Quindici" a confrontarsi con chiunque e il confronto è simbolo di democrazia.
2) smentisce definitivamente tutti quegli allocchi che attribuivano a "Quindici" una specie di collateralismo con il Pd che, anzi, e ce lo possono confermare, non siamo stati mai teneri con loro.
Del resto rifuggiamo da ogni etichetta, siamo uomini e giornalisti liberi, merce rara oggi, che fanno un giornale libero che non riceve alcun tipo di finanziamento né occulto (come altri), né palese, ma vive essenzialmente delle proprie risorse. Se le nostre critiche si appuntano maggiormente sul centrodestra, è perché quest'ultimo si trova alla guida della città e mette in atto un metodo amministrativo condannabile e pericoloso, dall'illegalità diffusa alla mancanza di regole, dagli sprechi al delirio di onnipotenza del sindaco-senatore incompatibile Azzollini. E un giornale libero e serio deve svolgere una funzione di contropotere e di controllo.
Ciò premesso, ricordiamo al Pd che, come Rifondazione, a nostro parere (se ci è consentito ancora in democrazia di farlo), ha commesso un errore politico. Loro ritengono di no, prendiamo atto anche di questo, saranno i cittadini a giudicare. Per non ammettere tale errore e chiedere scusa, non tanto a noi, ma ai loro elettori che la pensano diversamente, come abbiamo verificato e come dimostrano i commenti sul nostro quotidiano on line, si arrampicano sugli specchi.
Prendiamo atto delle motivazioni che li hanno spinti a non far mancare il numero legale a maggioranza battuta, ma come abbiamo risposto a Rifondazione, ammesso pure che ci sia stata la strategia illustrata nel comunicato, resta un dato di fatto: sia i redattori di Quindici, che non sono affatto incauti (il bue dice cornuto all'asino), sia il pubblico presente, hanno ricevuto un messaggio diverso e negativo.
Premesso questo, ci preme ricordare che i nostri redattori meritano rispetto per il lavoro volontario di servizio alla città che compiono disinteressatamente e senza i vantaggi politici o economici diretti o indiretti.
Non consentiamo a nessuno per giustificare i propri errori, di fare valutazioni su redattori e collaboratori di Quindici. E questo vale per tutti, soprattutto per il sindaco Azzollini che da perfetto despota, osteggia giornali non amici e non servi, ma di questo parleremo in altra sede. Chi vuole rispetto, deve dare rispetto. Ecco perché le scuse le pretendiamo noi da chi si candida a governare la città, ci auguriamo in modo diverso da Azzollini, e nel rispetto delle regole.