MOLFETTA - «Solo percorrendo i sentieri della notte si arriva all’alba». Questo l’augurio di Piero Augusto de Nicolo (nella foto con Scalfarotto), candidato Pd alla Camera per le prossime politiche, a conclusione del suo intervento in occasione dell’apertura della campagna elettorale del Pd a Molfetta, svoltasi nella sala Finocchiaro a poco meno di due settimane dalle elezioni.
Una conferenza politica che ha visto protagonisti alcuni degli esponenti locali del Pd tra cui Davide De Candia, Ivan Scalfarotto, Dario Ginefra e Giusy Servodio, che hanno cercato di tracciare le linee guida della campagna elettorale, prospettando una panoramica a 360 gradi partendo dalla situazione locale a quella nazionale, condita da un pizzo di Europa.
Secondo de Nicolo, è necessario archiviare l’esperienza Berlusconi&Azzollini, dipinti come due egemoni da cui liberarsi, che hanno trasformato l’Italia e il Comune di Molfetta rispettivamente in un regno e in un granducato.
Partendo dalla realtà locale, negli intenti del PD l’intenzione è riprendersi il territorio, cominciando ad abbattere il “muro” dell’isolamento e ponendo le premesse per la ricostruzione a partire dalle macerie che la vecchia amministrazione di destra avrebbe lasciato, ma mantenendo il riserbo sui “papabili” canditati alle elezioni comunali, nell’intento di non dare vantaggio all’“organizzazione Azzollini”.
Con un occhio critico alle esperienze pregresse, a livello locale e nazionale, i candidati nei loro interventi hanno cercato di riassumere la nuova anima del partito muovendo le mosse dal nuovo slogan «L’Italia giusta». Promettono un nuovo partito, “pulito” (come impone la moda del momento) non solo all’apparenza, ma secondo un alto valore morale ed etico, un partito che non sia schiavo delle lobby.
Consapevoli che siamo in un momento difficile e che lo spettro della recessione è dietro l’angolo, non sono mancati gli spot lavoro, crescita, fiscalità e spending review. La candidata Giusy Servodio, che ha concluso la presentazione, ha dedicato l’attenzione a ciascuno di questi cardini della campagna elettorale, cercando di riempirli di significato. Sul fronte del lavoro, il PD si impegna a creare le possibilità e le opportunità, mentre il fronte fiscale sarà affrontato nell’ottica della solidarietà per fornire servizi alla società civile e dell’equità per ridistribuire le risorse il tutto nell’ottica del rigore (con l’impegno di ridurre la spesa inutile).
Sulla medesima scia con uno sguardo all’Europa, l’attenzione del candidato Ivan Scalfarotto è andata ai diritti civili posti a presidio della singola persona umana che ne tutelano il suo sviluppo, sottolineando che l’Italia con il Pd può diventare il Paese delle garanzie e delle opportunità.
E non sono mancati gli appelli al voto utile, consapevoli che l’Italia sta cavalcando l’onda lunga dell’antipolitica a causa dell’assenza di risposte che per lungo tempo ha caratterizzato (e forse caratterizza ancora) la politica italiana.
Così il Pd cerca di vestire i panni del rinnovamento, sempre attento all’autodisciplina, proponendosi come un conglomerato di idee democratiche che superano la mera appartenenza individuale dei simpatizzanti e che cercano di riproporre parole dal sapore antico all’altezza della modernità per ricostruire lo spirito pubblico.
Dopo tanti bei propositi, è opportuno chiedersi se, oltre a demolire l’operato altrui e a proferire belle parole, non sia arrivato il tempo di passare ai fatti e, piuttosto che fare oratoria per riempire di significato la parola, non si inizi a dare ai cittadini spiegazioni concrete sul “come” e “quando” si intende attuare ciò che da anni la politica, tra cui il Pd, propone. Davanti ad un imperversante malcontento e a un popolo estenuato dalla crisi, che esige le risposte, le parole e i discorsi, nelle calde ed accoglienti sale cittadine, non bastano più.
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