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Parte da Molfetta il progetto “Azienda sicura”, la Tecsial in prima linea per la sicurezza in azienda Il sindaco Natalicchio: «La sicurezza sul lavoro non è un optional, non è un costo, è una fatica che ci deve vedere pronti e attenti»
05 giugno 2014

MOLFETTA - Parte da Molfetta il percorso della “Tecsial”, azienda leader sul territorio che si occupa di tecnologie per la sicurezza, l’igiene e l’ambiente sui luoghi di lavoro, per promuovere formazione e informazione nelle aziende e ai lavoratori. Il progetto patrocinato da diversi Comuni della Provincia di Bari e della Bat ha ottenuto anche il patrocinio del Comune di Molfetta che ha creduto sin da subito, prima che Molfetta balzasse agli onori della cronaca per le morti bianche alla “DiDio Srl” e alla “Ilsa Mediterraneo”,  di dover puntare sulla formazione delle aziende in materia di sicurezza sul lavoro.

Il progetto parte non a caso da Molfetta e proseguirà nei prossimi giorni in altre città della provincia, il prossimo seminario sarà a Bitonto, due tappe importanti, due città segnate dalle morti bianche dei mesi scorsi.

Il progetto prevede corsi di formazione gratuiti per le aziende del territorio e gode del patrocinio dell’Ordine degli avvocati di Trani, dell’Ordine dei dottori commercialisti di Trani, dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro di Bari, del Centro studi diritto dei lavori e della Asl/Ba.

I dati Spesal relativi al 2014 parlano chiaro: 8 infortuni a Molfetta dal 1° gennaio di cui 3 mortali e 3 segnalazioni di sospette malattie professionali.

Ad aprire il seminario i saluti istituzionali del Sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e dell’assessore allo sviluppo economico Francesco Bellifemine.

«E’ una sfida che dobbiamo raccogliere senza più rimandare – ha detto il Sindaco di Molfetta – la città ha voglia di ribellarsi a quello che abbiamo sentito ai telegiornali, e io lo ribadisco: non ci sto a fare il Sindaco delle morti bianche. Dobbiamo mostrare la reattività degli imprenditori del nostro territorio - continua Natalicchio -  la sicurezza sul lavoro non è un optional, non è un costo, è una fatica che ci deve vedere pronti e attenti».

Il ricordo della tragedia della Truck Center nella quale morirono 4 lavoratori nel tentativo disperato di salvarsi l’un l’altro è ancora vivo tra i presenti, ancora più vivo il ricordo delle tragedie di Nicola e Vincenzo Rizzi e di Pasquale Soldano, morti a pochi giorni di distanza e a poche centinaia di metri gli uni dall’altro nei mesi scorsi.

Molfetta non è la città delle morti bianche: «Qui – afferma Paola Natalicchio - non c’è nessun picco di morti bianche» infatti i dati Inail fermi ancora al 2012 dimostrano che è tutto nella media, si muore a Molfetta come si muore sul posto di lavoro nel resto d’Italia.

«C’è una comunità che sente il peso di essere la città della Truck Center, ma questo - conclude il Sindaco - non può  e non deve essere una colpa».

 

Dopo il Sindaco è l’assessore Bellifemine intervenuto per illustrare i lavori dell’Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro istituito dal Comune a confermare : «I dati sulle morti a Molfetta – afferma l’assessore allo sviluppo economico - sono lineari rispetto a quello che accade in Provincia», dunque c’è cultura della sicurezza sul luogo di lavoro anche nelle aziende di Molfetta, ma non basta e a confermarlo è Gilberto Iannone della Tecsial che ribadisce quanto sia importante la formazione in azienda. Molti infatti gli adempimenti necessari per le aziende che spesso sottovalutano l’importanza del Documento di Valutazione dei Rischi o semplicemente trascurano le adempienze nei confronti dei lavoratori a tempo determinato o stagionale. Una materia molto complessa alla quale Tecsial offre supporto per non incorrere nelle sanzioni previste dell’Autorità giudiziaria all’atto della visita ispettiva dell’organo di vigilanza.

Ed proprio Giorgio di Leone, dirigente ASL-Spesal ad illustrare tutte le fasi della visita ispettiva dello Spesal e la documentazione che l’azienda deve mostrare all’atto del controllo. Il dott. Di Leone analizza molti dati su base regionale e nazionale relativi agli infortuni e morti derivanti da infortuni sul luogo di lavoro, comparando la spesa sanitaria impegnata per le cure degli infortuni alla spesa che si sarebbe potuta investire nella sicurezza aziendale e nel corretto utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale). Gli stessi DPI che se usati correttamente lo scorso 8 aprile avrebbero potuto salvare Nicola e Vincenzo Rizzi dalla cisterna maledetta che stavano ripulendo all’interno dell’azienda “Di Dio”.

A concludere il seminario, Pasquale Drago, Dirigente Asl servizio igiene che ha illustrato l’importanza delle autorizzazioni igienico sanitarie in azienda.

Purtroppo non ha potuto partecipare all’incontro il sostituto procuratore della Repubblica di Trani Dott. Antonio Savasta, trattenuto in Procura da altri impegni sopravvenuti, il quale avrebbe dovuto relazionare sull’interessante tema della responsabilità penale del datore di lavoro.

© Riproduzione riservata

Autore: Giovanni Angione
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