Papà, mamma e gender secondo Michela Marzano
Uomini e donne si nasce o si diventa? E giusto che nelle scuole si parli di sesso, identità di genere e orientamento sessuale? Esiste un’ideologia gender? – Sono queste le domande a cui la filosofa e scrittrice, nonché professore ordinario all’Université Paris Descartes, Michela Marzano, risponde con estrema chiarezza e delicatezza e che compaiono sulla quarta di copertina del suo ultimo libro intitolato Papà, mamma e gender, presentato in Aula Consiliare lo scorso venerdì 15 gennaio. L’incontro è stato fortemente voluto dalla Consulta Femminile che da sempre interviene a favore del rispetto delle differenze di genere e dell’uguaglianza di fronte all’amore. Ad aprire la serata l’intervento del presidente dell’Arcigay della BAT Le mine vaganti, Vincenzo Antonio Gallo, che ha ringraziato la professoressa Marzano per aver accolto l’invito, prendendo parte ad un percorso iniziato già tempo fa dall’amministrazione comunale di Molfetta con la Notte Rainbow. ‘‘Oggi, – afferma Gallo, – lo spettro che si aggira nelle scuole italiane è il gender, presentato a livello mediatico quale strumento di demolizione della famiglia tradizionale, con lo scopo di imporre un nuovo mondo.” A tal proposito, denuncia l’esperienza di due dirigenti scolastici di Bisceglie che hanno ricevuto richieste scritte da parte di un gruppo di genitori, in cui si chiedeva l’allontanamento di alcuni insegnanti per aver affrontato il tema gender in classe. Richieste prontamente respinte dai presidi. Michela Marzano ha ricordato di essere stata nella nostra città già nel 2012, per presentare Come volevo essere una farfalla, un libro in cui racconta dell’anoressia, malattia che l’ha riguardata personalmente e ha aggiunto: “Il nuovo libro, Papà, mamma e gender è diverso e uguale. Anche questo è filosofico e anche questo è personale perché mio fratello, Arturo, è gay. Quello che cerco di fare con questo libro è fornire uno strumento per diminuire la confusione e la sofferenza che tale confusione genera nel mondo. Racconto del gender, tema che negli ultimi mesi ha dato vita ad una accesa polemica: gender è un termine inglese che significa genere, per cui si potrebbe semplicemente parlare di teorie del genere. Si sono invece diffusi video e documenti in cui il gender viene usato per confondere le idee, veicolando false paure e convinzioni, tra cui quella che si vuole insegnare ai bambini che si può cambiare sesso a piacimento”. L’errore più grande dei media è stato quello di aver mischiato differenza di sesso, studi di genere, identità di genere, orientamento sessuale e pratiche sessuali nel gender. È estremamente necessario invece sapere che la differenza di sesso è data da differenze biologiche e anatomiche, e nessuno nega la differenza tra maschile e femminile; che gli studi di genere dimostrano come le differenze biologiche e anatomiche non determinano le attitudini, mentre l’identità di genere si manifesta nei trans, persone che vivono la percezione precoce, profonda e duratura di appartenere al sesso opposto a quello del proprio corpo; l’orientamento sessuale riguarda l’attrazione: donne attratte da uomini, donne attratte da donne, uomini attratti da donne e uomini attratti da uomini, ma che restano sempre donne e uomini; infine per quanto riguarda le pratiche sessuali bisogna chiarire che la pedofilia è una pratica perversa e può essere vissuta sia da eterosessuali sia da omosessuali, non ci sono legami di causa-effetto. La Marzano sottolinea “Il libro l’ho scritto anche da cattolica, perché sono convinta che tutti i cattolici debbano citare il Vangelo e aprirsi agli altri, all’accoglienza”. Ha poi preso la parola il sindaco Paola Natalicchio: “Papà, mamma e gender è una porta attraverso la quale entrare nell’argomento e in cui il cattolicesimo trova il suo spazio. Di questo libro ho amato l’eguaglianza, la condivisione dei diritti e questo sta per fare il Parlamento italiano, ci troviamo in un momento storico in cui i diritti sono fatti per allargarsi. Incastrare le vite in categorie, stereotipi e pregiudizi è sbagliato, dobbiamo uscire da questo errore profondo, dalle diseguaglianze. Anche i bambini non devono essere vittime della confusione. Ho molti amici, lesbiche e gay, che potrebbero crescere i bambini molto meglio di coppie etero che vivono nel disamore. Questo sindaco è favorevole alle unioni civili, ai matrimoni gay, alle loro adozioni. I nostri genitori hanno conquistato diritti come il divorzio, l’aborto, ora tocca a noi batterci per nuovi diritti. Queste unioni vengono spesso giudicate disarmoniche, vorrei riflettere proprio sul concetto di disarmonia: la vita di ciascuno è abitata dalla complessità disarmonica, ed è questa che genera la vera bellezza”. In conclusione, Michela Marzano ha voluto aggiungere che la vera battaglia è, e sarà prima di tutto culturale, perciò ognuno deve avere gli strumenti per controbattere e contrastare gli stereotipi.