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Paolo Bartoli e l'adunanza del febbraio '900 nel Liceo di Molfetta
15 aprile 2010

Appena due settimane dopo la sua inaugurazione ufficiale, con il discorso tenuto da Giovanni Panunzio (v. “Quindici” del mese di gennaio, a riguardo del quale è da correggere “una nazione” in “sua nazione” al terzultimo rigo della prima colonna, p. 23), il nuovo Liceo- Ginnasio di Molfetta registrò “ nel libro dei suoi annali – scrive Paolo Bartoli nella circostanza – il suo primo trionfo scientifico” con l’”Adunanza dei Professori di Matematica delle Puglie”, che si tenne il 26 febbraio 1900. A organizzarla fu lo stesso Bartoli ( sul quale, v., in “Quindici” del gennaio 2009, l’articolo di Antonio Balsamo), nato a Molfetta nel 1866 e uscito come egli scrive nella sua Autobiografia ( Molfetta, 1940, p.15) – dalla scuola di Riccardo De Paolis (1854 – 1892), professore di Geometria Superiore nell’Università di Pisa, con il quale si laureò nella stessa disciplina il 2 luglio 1888. Intrapresa la carriera di professore di matematica, nella quale ebbe come suo “Angelo tutelare” un altro suo maestro (per il Calcolo infinitesimale e l’Analisi Superiore) all’Università di Pisa, il celebre matematico Ulisse Dini, Paolo Bartoli insegnò dal 1889 nel Liceo del Seminario di Molfetta, dove ebbe tra i suoi alunni, nell’anno scolastico 1889-90, Gaetano Salvemini, in terza liceo, di cui fu Commissario d’esami il 31 luglio 1890, e il 20 settembre successivo furono entrambi alla stessa cerimonia in cui Paolo Bartoli venne ordinato sacerdote (v. G. Salvemini e le scuole del Seminario tra il 1881 e il 1891, in “Luce e vita documentazione”, 2007/1). Dal 1893 fu nel Liceo pareggiato, dove insegnò fino a quando, “tenuti gli esami di licenza liceale, il 31 luglio 1901, mi ritirai a Roma”, egli dice nell’Autobiografia (p.36 e 82). Nel 1897, appunto come professore del Liceo pareggiato di Molfetta, pubblicò come libro di testo nelle scuole, approvato dal Ministero della P.I., Lezioni di Algebra (Napoli, Morano, 1897), anticipando così l’esortazione che egli rivolse ai colleghi nel discorso Sull’importanza della Matematica, letto all’Adunanza (e pubblicato dalla Tipografia Candido di Molfetta) nel 1900: “procuriamo che nella patria del De Paolis che strappò ad Euclide lo scettro che per ben 22 secoli avea tenuto, nella nostra Italia siano banditi per sempre dalle scuole pubbliche o private certi libri di geometria tradotti dal francese, dei quali fu detto che sono mal pensati e peggio scritti.”(p.25). In quegli stessi anni, “una esagerata interpretazione dei moderni concetti di pedagogia”, dice ancora il Bartoli nel suo Discorso, aveva “fatto abbassare il livello scientifico nelle nostre scuole”, per cui si era creato “una specie di dualismo fra le scienze e le lettere a vantaggio di queste e a scapito delle prime: i professori di lettere – egli dice – guardavano dall’alto in basso quelli delle scienze, perché le circolari ministeriali avevano dichiarato materie secondarie queste discipline, non esclusa la stessa Matematica: anzi in una delle circolari era detto che l’insegnamento scientifico nei Licei non era stato ridotto abbastanza.” (p.23). Dinanzi a questa minaccia, un gruppo di valorosi insegnanti di Matematica si fecero promotori di una Associazione, la Mathesis, allo scopo di migliorare la scuola e gli insegnamenti dal punto di vista scientifico e didattico. Presidente dell’Associazione, della quale fu socio anche Paolo Bartoli, fu il prof. Rodolfo Bettazzi, nativo di Firenze (1861), laureatosi in Matematica a Pisa (1882), dove studiò sotto la guida degli illustri maestri Enrico Betti e Ulisse Dini (del quale fu assistente universitario), e pubblicò (1890) la sua Teoria delle grandezze, citata da Bertrand Russel (principi di Matematica). Trasferitosi (1891) a insegnare a Torino nel Liceo Cavour, fondò (1895) con Aurelio Lugli e Francesco Giudice la Mathesis, di cui promosse anche delle Adunanze nelle principali città d’Italia e organizzò, nel settembre 1898, il Congresso generale a Torino, sede dell’Associazione. Da tutte le parti – come ricorda il Bartoli nel suo Discorso (p.24), - “si levò un grido di dolore”, perché la regina delle scienze era stata detronizzata; si presentarono reclami all’ex Ministro della Pubblica Istruzione Gianturco, dopo il quale erano passati nell’anno scolastico 1897-98 i ministri Codronchi, Gallo, Cremona, per tornarvi nel 1898-99 il mi- Paolo Bartoli e l’adunanza del febbraio ‘900 nel Liceo di Molfetta di Pasquale Minervini Centro Studi Molfettesi Rodolfo Bettazzi T U R A 25 15 aprile 2010 nistro Baccelli. Il Gianturco, convenendo che la Matematica nei licei era ormai anch’essa ridotta a materia decorativa, riconobbe la necessità “di circondarne di maggiori guarentigie lo studio”. Da parte sua, il ministro in carica Baccelli, in risposta al telegramma col quale Enrico D’Ovidio, professore di algebra e geometria analitica nell’Università di Torino come Presidente del Congresso generale, aveva fatto voti per il miglioramento dell’insegnamento della Matematica, rispose che “avrebbe assai volentieri preso in esame le proposte intese a migliorare l’insegnamento della matematica nelle scuole secondarie”. Se non che, prosegue il Bartoli, non essendosi in seguito raggiunto l’intento, l’associazione Mathesis continuò a promuovere adunanze di preparazione ad un nuovo Congresso, che si sarebbe tenuto nel 1901. Poiché “nel coro generale di tutte le regioni d’Italia” mancava ancora all’inizio del 1900 “la voce della Puglia”, Paolo Bartoli, che nell’anno scolastico 1899-1900 insegnava nel Liceo municipale allora inaugurato, si fece promotore di una adunanza fra i professori di matematica della regione, e diramò una circolare nella quale annunciava essersi determinato a convocare l’incontro tra soci o non soci di Mathesis per discutere di alcuni argomenti, tra cui: Modificare i programmi di matematica delle varie classi nelle diverse scuole medie. Procurare che fosse elevato il prestigio della matematica che nei Ginnasi e nei Licei era divenuta materia secondaria. L’iniziativa fu annunciata dal “Periodico di Matematiche”, organo dell’Associazione Mathesis, e fu divulgato anche dal “Corriere delle Puglie” del 7 febbraio 1900 (Molfetta. Congresso di Matematica). All’adunanza dettero la propria adesione i professori delle scuole di Altamura. Bari, Barletta, Bisceglie, Bitonto, Cerignola, Conversano, Foggia, Galatina, Giovinazzo, Lecce, Lucera, Monopoli, Ostuni, Ruvo, Sansevero, Taranto, Trani. A Molfetta, con Paolo Bartoli fu promotore dell’adunanza anche il prof. di matematica del Ginnasio Antonio Pansini, che furono aiutati con tutte le sue forze dal preside Giovanni Panunzio, e dal sindaco Mauro De Nichilo, che accordò di ospitare l’adunanza. Al congresso, che vi ebbe luogo il 26 febbraio, furono presenti il Provveditore agli studi di Bari Giuseppe Chiaia; il prof. Cosmo Palma, Direttore della Scuola Tecnica di Brindisi; Onofrio Porcelli, Preside dell’Istituto Tecnico di Bari, e i professori (elencati dallo stesso Bartoli nel suo opuscolo) Leoncini e Nannei, del R. Istituto Tecnico di Bari; Boccuzzi, della Scuola Tecnica Pareggiata di Ruvo; Caminati, del R.I. Tecnico di Foggia; Chieco, del R. Ospizio, e Girolamo Nisio, del R. Ginnasio di Giovinazzo; Spinelli, del Liceo P. di Bitonto; Susco, del Ginnasio P. di Conversano; Valle, del R. Liceo di Trani; Giacomo Candido, del Liceo Classico di Galatina, che scriverà sul “Periodico di Matematica” con lavori consultabili anche nella nostra Biblioteca comunale “G. Panunzio”, come quelli di un altro professore presente all’Adunanza, Angelo Andriani, matematico, del Regio Liceo di Bari, autore di Soluzionario degli esercizi contenuti nell’Euclide di Berti e Brioschi (1875), i quali sono ricordati, per i loro perfezionamenti apportati nella geometria euclidea e in quella descrittiva, anche nel Discorso, letto ad Avellino nel 1890, sulla Importanza della matematica nello scibile umano e sua influenza nella civiltà, inviato dall’Andriani, come altri suoi scritti, a Giovanni Panunzio, Preside allora del Seminario. Ai congressisti convenuti all’Adunanza rivolse parole di augurio il Sindaco De Nichilo (v. G. , Molfetta. Congresso di Matematica, “Corriere delle Puglie”, 1 marzo 1900) e giunse anche un messaggio di saluto del Presidente della Mathesis, Bettazzi, che fu letto dal Bartoli, il quale poi, nel suo Discorso, si mostrò dolente che la matematica, “fonte copiosa di scoperte”, fosse trascurata nei Licei. Perciò fece voti chè questa disciplina avesse in seguito “maggior prestigio e incremento”, e sollecitò i colleghi a rimettere in onore la Matematica modificando i programmi, semplificandoli, armonizzandoli fra loro e con le scienze affini, rendendone l’insegnamento “utile e al tempo stesso dilettevole” (p. 35). Al termine del discorso del Bartoli – sul quale, l’anno dopo , il cardinale Lucido Maria Parocchi, fondatore (1871) della rivista “La scuola cattolica” e Vice Cancelliere di Santa Romana Chiesa, scrisse all’Autore il 5 gennaio 1901: “Sane si ingenium aperiunt litterae, Mathesis acuit, et cum ingenio iudicium” (Autobiografia cit. , p.35) [se le lettere svelano certamente l’ingegno, la matematica lo affina e con l’ingegno il giudizio] -, con l’unanime consenso degli intervenuti all’Adunanza, si nominò il “nostro” prof. Onofrio Porcelli (scrive G. V. , in Corriere cit.) Presidente del Congresso, i cui lavori incominciarono dopo un discorso del prof. Andriani, il quale, nella stessa data del 26 febbraio 1900, licenziò da Bari per la stampa il suo opuscoletto per la riforma della scuola secondaria. (Ringrazio per la collaborazione gli amici Marco I. de Santis ed Ernesto Ricci, per le fotoriproduzioni riguardanti il Bartoli, gentilmente concesse all’Archivio Diocesano di Molfetta, l’amico Corrado Pappagallo).

Autore: Pasquale Minervini
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