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Paola Natalicchio: lettera aperta al gatto e alla volpe di Molfetta. “Politicamente indecoroso” "Contro trasformismi, trucchi e inganni. Andateci voi nel paese dei balocchi"
11 aprile 2017

MOLFETTA – Tante reazioni negative all’accordo siglato fra i resti del Pd di Piero de Nicolo e le liste di destracentro di Tommaso Minervini fra gli elettori di Molfetta, ma anche a livello politico.

Fra queste c’è anche quella dell’ex sindaco Paola Natalicchio dedicata al “gatto e alla volpe”, che spiega ancora meglio i motivi delle sue dimissioni:

«Non so bene se, nel tempo, la città di Molfetta ha compreso le ragioni profonde per cui mi sono dimessa da sindaco, esattamente un anno fa, pur amando il mio lavoro e la mia terra – scrive Paola Natalicchio -. Forse, però, in queste ore qualche pezzo di verità sta venendo a galla. "Avevi i numeri in consiglio comunale, dovevi continuare", mi hanno ripetuto in molti. "Le forze politiche erano unite, sei tu che hai mollato". I numeri, le forze politiche unite. Se questo fosse stato vero e se il problema fossi stato io oggi quelle forze politiche si riproporrebbero insieme alla città e avrebbero un candidato sindaco unico.

Invece il Pd che era il partito di maggioranza della mia maggioranza (Piero De Nicolo, Nicola Piergiovanni) aderisce alla proposta trasformista di Tommaso Minervini e accetta un'alleanza politica con Saverio Tammacco, Ninnì Camporeale e Mariano Caputo, i nuovi "civici", che erano i consiglieri della mia opposizione. Quelli che per tre anni hanno fatto solo ostruzionismo e denunce, quelli che ci hanno attaccato ogni giorno e in ogni consiglio comunale. La cosa mi indigna, ma non mi stupisce. Certo, è politicamente indecorosa. Ma evidentemente il Pd con loro condivide le politiche: l'urbanistica di rapina, la cementificazione del nostro agro, l'ottimismo trionfalistico sulla prosecuzione dei lavori del Porto e molto altro. Il Pd si presenta con la destra, quindi, sostanzialmente. Ma ci sono i "dissidenti", i "fuoriusciti", quelli con la schiena dritta che hanno denunciato lo scandalo delle tessere e se ne sono andati dal circolo sbattendo la porta. Massimo rispetto per loro, quando lo hanno fatto.

Ma tra loro si aggirano il gatto e la volpe. Lillino Di Gioia e Annalisa Altomare. Seduti prima al tavolo col senatore Azzollini e poi ai tavoli e nelle assemblee con le sinistre cittadine. Loro, i promotori di "Cambia Verso", l'associazione che nei tre anni del governo cittadino ha ogni giorno criticato l'operato dell'amministrazione. Manifesti su manifesti contro di noi, un ostruzionismo di Annalisa in commissione urbanistica, una frontale opposizione in consiglio comunale pur stando in maggioranza.

Lillino fa sapere che è giunta l'ora di mollare gli ormeggi e votare Gianni Porta, il candidato di Rifondazione Comunista, partito onesto e battagliero, che ha una linea politica chiara su urbanistica, ambiente, politiche sociali e abitative, ma che ancora non si esprime su questa possibilità di allargare un progetto di cambiamento a persone nemiche della buona politica e del cambiamento. Perché Rifondazione tace? Intanto Bepi Maralfa va da solo. Nessuno ha pensato a lui come possibile figura di sintesi. L'unica cosa che per mesi hanno chiesto a Bepi, tutti, un po' inspiegabilmente (il suo movimento in città è popolare, le sue proposte programmatiche sono in larga parte in linea con le politiche elaborate negli ultimi anni) è stata: fatti da parte. Questo era il "gruppo di lavoro unito" con cui dovevo continuare a fare il sindaco di Molfetta?

La politica cittadina, se vuole tornare a essere credibile, abbia l'umiltà di ricominciare tutto daccapo. Io sto valutando in queste ore se candidarmi al consiglio comunale, ricominciare dal lavoro più umile e di servizio al cittadino. Si dice che uno che ha fatto il sindaco non debba mai "tornare indietro" e invece io penso che bisogna azzerare tutto. Rimettersi a lavorare sulle politiche, una alla volta. Dal basso. Mettere ancora una volta la testa e le mani su quello che serve.

Ma intanto serve un sindaco all'altezza: chi sosterrò tra Gianni e Bepi? Non ho ancora deciso. Stimo entrambi. Ho lavorato bene con Gianni in consiglio comunale e con Bepi in giunta. Sosterrò chi si libererà in modo radicale e totale del personale politico scadente che ha terremotato i miei tre anni da sindaco. Sosterrò chi sarà in grado di proporre un patto chiaro e popolare per la città su temi concreti e coraggiosi. Sosterrò chi rispedirà al mittente le lusinghe del gatto e della volpe, chi si impegnerà su un programma forte in prosecuzione con le politiche che abbiamo avviato dal 2013 in poi e sceglierà al suo fianco persone lontane da ogni compromesso.

La Molfetta pulita, perbene e onesta aspetta in queste ore uno scatto di coraggio. "Non possiamo fare le analisi del sangue ai candidati", sento dire. Invece se abbiamo imparato qualcosa dai nostri errori si comincia da qui: liste pulite e selezione rigorosa del personale politico che si candida a rappresentare la città.

Un caro saluto ai trasformisti e cordialità al gatto e alla volpe. La favola del paese dei balocchi andate a raccontarla a qualcun altro. Non ci crede più nessuno. #adessobasta #Molfettapulita».

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