Pallavolo, un sogno infranto
La pallavolo a Molfetta ha sempre costituito uno sport vivo e generoso. Soprattutto nei confronti di chi è entusiasta di poter identificare l'attaccamento alla propria città, alle proprie radici “benigne” con una realtà sportiva che vede gli obiettivi spesso intoccabili e distanti, vagamente avvicinarsi fino al raggiungimento di traguardi di prestigio. Sono vittorie in una dimensione sicuramente più “umana” rispetto a quelle di televisiva matrice, perché più vicine, appartengono a situazioni comuni, vicine al proprio palazzetto, al giocatore vicino di casa, alla propria città, alla propria vita. Ma spesso, come poeti e scrittori ci rivelano, una realtà “benigna” può nascondere, nei suoi difetti o manchevolezze, una sfumatura “matrigna”, con gli effetti talvolta ingrati che derivano. Ogni squadra dovrebbe vivere i propri successi puntando continuamente il proprio sguardo al futuro, dunque ai giovani e quindi alle categorie inferiori. A Molfetta le due realtà giovanili, rispettivamente dell' ASD Pallavolo Molfetta e della Ragno Volley, destinate a disputare il campionato di prima divisione, hanno visto nell'approccio al nuovo campionato la propria fine. I due gruppi si sarebbero dovuti unire in un'unica squadra in modo da poter affrontare con i giusti requisiti la realtà agonistica che si prospettava. Ma gli scambi sono stati inaspettatamente rallentati, di fronte all'attesa fiduciosa dei ragazzi, che hanno poi visto svanire quella possibilità che sembrava loro sicura e vicina. Perché l'iscrizione ad un campionato dovrebbe essere una banalità, soprattutto se sostenuta da una volontà decisa e abbinata all'allenamento e all'impegno sportivo. Il tutto è sfumato inesorabilmente, di fronte alle scadenze giunte puntuali a segnare la fine di un sogno. O meglio, la fine di un'attività, visto che le squadre si sono sciolte totalmente e l'allenamento e il percorso sportivo di questi ragazzi ora non hanno più un seguito. Certamente può sembrare un fatto di poca rilevanza, vista la giovane età dei partecipanti (17-19 anni) e quindi l'ininfl uenza sulla prima squadra, ancora di successo a Molfetta. Ma per molti di questi ragazzi la pallavolo non è solo un passatempo, ma un'attività in cui esprimere al meglio le proprie potenzialità e il proprio genio, le capacità maturate nel tempo, il proprio spirito atletico e umano. In questo senso tale attività è un'esplicazione di se stessi, e ciò va ben oltre l'azione “esteriore”, consegue all'autodeterminazione individuale. Anche la semplice attività amatoriale non può che essere incentivata a favore di una pratica sportiva stimolante dal punto di vista atletico e sociale, visto che le società dovrebbero proprio puntare alla diffusione dello sport e dei valori ad esso connessi. In ogni caso esprimersi al meglio nella pallavolo non può prescindere, oggi più di prima, da strutture idonee, dall'allenamento indirizzato dall'esperienza, insomma dal sostegno di una società sportiva. E' proprio quello che è mancato in questo caso, in cui l'importanza per questi ragazzi del campionato e di un ausilio organizzativo è stata evidentemente sottovalutata. I ragazzi, giustamente indignati, hanno subito pensato ad una ripicca sportiva fra le due società sportive, ASD Pallavolo Molfetta e Ragno Volley, emersa nel corso delle pratiche per gli scambi. Ma i dirigenti hanno smentito, dichiarando le squadre in buoni rapporti. Essi hanno espresso il loro dispiacere nel vedere declinata l'attività sportiva di questi giovani, ma hanno anche evidenziato la carenza di personale organizzativo. E' stato questo per loro che non ha permesso di indirizzare a buon fi ne l'iscrizione e la conseguente partecipazione della squadra. Resta il fatto che, al di là dell'attuale impossibilità di questi ragazzi di confrontarsi con la realtà sportiva a cui ambivano, gli sforzi dei dirigenti delle squadre si sono indirizzati quasi completamente a favore della prima squadra, indiscutibilmente meritevole, senza considerare quanto i vivai siano fondamentali. Essi rappresentano il futuro delle società, il terreno sul quale costruire un successo costante e in continuo sviluppo, la base di una tradizione sportiva che altrimenti rimarrebbe isolata e fi nalizzata alla propria conclusione. Dunque incentivare la passione di un gruppo di ragazzi sradicati dalla costanza del loro intenzionale impegno costituisce, oltre che un'azione ragionevole e coerente col proprio impegno più che altruista, anche il segnale di una politica lungimirante. Ovviamente in questo momento l'inserimento dei ragazzi in un campionato appare impossibile in quanto tutti i campionati sono iniziati. Speriamo però di dare consistenza alla profonda motivazione insita nella denuncia di questi atleti. Una denuncia che insegue il solo obiettivo di incentivare una passione, non solo la propria, ma quella di tutti i ragazzi che vogliano approcciarsi ad uno sport ammirevole nella propria completezza e soprattutto nella sua più alta caratteristica, il divertimento. Speriamo che tale spazio possa incoraggiare, da parte di qualcuno, le attenzioni che a tale settore giovanile spettano di diritto, certo non dal punto di vista burocratico, quindi ciò sarà facilmente contestabile, ma dal punto di vista umano di certo.
Autore: Giacomo Pisani