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Ospedale, i Popolari-Udeur: le “sentinelle” avevano ragione
21 gennaio 2008

MOLFETTA - Sull'ipotesi di declassamento dell'ospedale di Molfetta si è scatenata una “guerra” all'interno del centrosinistra fra il Partito Democratico che ha ricevuto assicurazioni dalla commissaria della Asl Bari avv. Lea Cosentino che non ci sarebbe stato alcun ridimensionamento e i Popolari Udeur che sostenevano il contrario tanto da chiedere la convocazione di un consiglio comunale ad hoc, che ha affrontato il problema istituendo anche un'apposita commissione. Ora il capogruppo dell'Udeur in cosniglio, l'avv. Mariano Caputo torna sull'argomento con un documento in cui si dice che: «La vicenda “Ospedale” sollevata dal gruppo consigliare dei Popolari-Udeur di Molfetta, dopo una serie di inopportune critiche poste in essere da una parte dell'opposizione, è giunta all'approvazione di un ordine del giorno, così come voluto dal nostro gruppo, teso a monitorare attraverso una apposita commissione consiliare il piano di riordino ospedaliero che nei prossimi mesi sarà approvato dalla Regione Puglia. L'aver voluto con determinazione che si discutesse in Consiglio Comunale di una materia così delicata, era tesa, solo ed esclusivamente, ad evidenziare una serie di incongruenze e stimolare la nostra amministrazione a pretendere, dagli organi competenti, che all'ospedale di Molfetta fossero riconosciute tutta una serie di diritti previsti dalla legge. Di conseguenza, il voler nascondere la testa, “sotto la sabbia”, non avverrebbe aiutato la pacata e costruttiva discussione sul rilancio di una struttura ospedaliera amata dagli operatori sanitari e dalla stessa comunità Molfettese. Il nostro gruppo ha voluto evitare tutte le provocazioni, poste in essere sia dal Partito Democratico che dal gruppo dei Socialisti presenti in consiglio, ed evidenziando all'intero consiglio l'esistenza delle di disposizioni di legge, già vigenti, ha sollevato, come vere “sentinelle”, il problema e le denuncie che arrivavano sia dagli operatori sanitari che dai cittadini. La reazione “scellerata” alla nostra iniziativa da parte degli altri partiti di centro sinistra non può che imbiancare tutta la nostra comunità di un vero disonore e di non avere il coraggio, quale classe dirigente, di affrontare con dignità, assumendosene anche le eventuali responsabilità, una pacata discussione. Ma solo per ricordare a tutti quanto da noi evidenziato, appare opportuno ripercorrere le motivazioni della nostra denuncia. Con delibera di giunta regionale n.553 del 09.05.2007 venne approvato definitivamente il progetto di “Piano Regionale della Salute 2006/2008 disciplinando l'assistenza ospedaliera. La legge regionale n.25 del 03.08.2006 afferma che “la salute è un diritto dei cittadini e la tutela della salute è il fine del sistema sanitario regionale”. La giunta Vendola, con delibera n.1385 del 28.09.2005, ha approvato il nuovo modello organizzativo della rete ospedaliera regionale pugliese prevedendo: gli enti di eccellenza tecnologicamente avanzati, intorno ai quali dovranno funzionare una rete di ospedali di primo livello dotati di discipline di base, ed una rete di ospedali di livello intermedio dotati di disciplina di base e delle discipline specialistiche richieste dalle condizioni epidemiologiche-demografiche-socioeconomiche del territorio. Questa è la disciplina normativa con cui si realizza l'equilibrio territoriale della dotazione di posti letto, agendo sulla distribuzione delle discipline con riferimenti ad ambiti territoriali provinciali che garantisca equità di accesso ai servizi. Allora bisogna chiedersi e verificare come il territorio Molfetta-Giovinazzo (90.000 abitanti) viene classificato. Per tale normativa, quindi, l'ospedale di Molfetta è prima fra tutti di livello intermedio, se non proprio di eccellenza. Tale nostra affermazione è confortata dai profili esistenti nell'ospedale di Molfetta che sono quelli richiesti dalla delibera regionale 1385 del 28.09.2005 e cioè: 1) condizioni epidemiologiche; 2) condizioni demografiche (90.000 abitanti); 3) condizioni socio economiche; 4) posizione geografica (viabilità autostradale, 16 Bis e costa); 5) per essere territorio unico socio-sanitario che deve interagire con l'ospedale. Allora bisogna fare chiarezza e rivendicare quanto spetta alla comunità Molfetta-Giovinazzo in tema di tutela della salute. Occorre ricordare la precedente situazione imposta all'ospedale di Molfetta per non incorrere, eventualmente per una seconda volta, nella consapevole violazione dei diritti alla salute dovuti ai cittadini di Molfetta e Giovinazzo. Pertanto, oggi spaventati di quanto avvenuto nel passato, di qui la nostra iniziativa, anche in presenza di un ipotetico tentativo di ritenere Molfetta città esistente solo come punto geografico e trattare la nostra struttura sanitaria da ospedale provinciale quale era ad ospedale di zona, come “vorrebbero fare”, abbiamo ritenuto necessario sollevare il problema e porlo all'attenzione della nostra comunità attraverso il consiglio comunale. Oggi per riconoscere all'ospedale di Molfetta quanto dovuto per legge, occorre riportare e dotare lo stesso dei reparti di Ostetricia, Ginecologia, Pediatria, Otorino e tutti i servizi collegati e dovuti. Occorre riportare nella nostra struttura ospedaliera i posti letto a quanti previsti dalla stessa legge regionale vigente (4,5x100x1000 abitanti) e cioè a 270 posti (attualmente sono solo 130) e recuperare, sempre privilegiando la meritocrazia, i livelli professionali medico, paramedico e quindi i livelli occupazionali (in sintesi indire anche tutti i concorsi per Primari). Solo così avremmo fatto il minimo per tutelare la salute dei cittadini superando le scempiaggini di schieramento politico in quanto la salute non è ne di destra ne di sinistra. Queste sono le ragioni della nostra iniziativa. Queste le motivazioni di difesa. Questa la volontà di superare gli schieramenti politici ed avviare una costruttiva discussione politica e amministrativa. Ma da tutta la vicenda un dato è certo. Il consiglio comunale, dopo una animata e costruttiva discussione, dandoci ragione, ha accolto la nostra richiesta di costituire una apposita commissione consiliare che interagisca, con gli organi competenti, per la difesa delle nostre ragioni».
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