Recupero Password
Ospedale e tutela della salute a Molfetta Necessario creare una struttura che possa essere al passo con i tempi
04 febbraio 2017

MOLFETTA - Si è rivelato particolarmente intenso il dibattito che si è sviluppato ieri, nel corso dell’incontro promosso dal Comitato per la tutela della salute pubblica nel nostro territorio.

Al centro dell’attenzione il futuro dell’assistenza sanitaria nella nostra città.

A discuterne tre esperti, tre medici: Tommaso Fiore, già Assessore alla Sanità della Regione Puglia; Tommaso Fontana già direttore sanitario dell’ospedale di Bisceglie; Domenico Ruggiero, Portavoce comitato per la tutela della salute. Moderano: Ottavio Balducci, fiduciario dell’ordine dei medici e Stanislao Caputo, coordinatore dei medici di medicina generale di Molfetta.

In altre parole è stato creato un «tavolo tecnico che ha la caratteristica positività di unire personalità di estrazione diversa…» come lo ha definito il dott. Caputo, personalità accomunate dalla volontà di migliorare l’offerta dei servizi sanitari del territorio (nella foto: Balducci, Fontana, Fiore, Ruggiero, Caputo).

Nella platea, oltre a operatori sanitari e cittadini, molti politici, dal consigliere regionale Mario Conca (componente della commissione sanità) al Senatore Antonio Azzollini, dal sindaco di Giovinazzo Tommaso Depalma all’ex sindaco di Molfetta Paola Natalicchio.

L’intento dei promotori del Comitato è quello di «battersi per la salute di tutti i cittadini del territorio, non una questione campanilistica…» ha tenuto a precisare il dottor Ruggiero, che ha ripercorso le vicende del piano di riordino ospedaliero (piano bocciato per ben due volte nella Commissione Sanità della Regione Puglia).

Più volte è stata rimarcata l’eclatante carenza di posti-letto rispetto agli altri territori che il piano di riordino produrrebbe o gli effetti che la pressione di un bacino di utenza così ampio provocherebbe, ad esempio, sugli ospedali baresi.

«La filosofia di questa riforma ricalca quella del 1938: gerarchia nella sanità – ha affermato il dott. Fontana – È un ritorno al passato...».

Il piano che, secondo quanto sottolineato nel corso del dibattito, deve essere applicato entro il 31 dicembre del 2017, prevede che l’ospedale di Corato sia classificato di I livello ma, successivamente, dovrà confluire nel nuovo ospedale di Andria che (come ha ribadito questa mattina il presidente Michele Emiliano durante il suo sopralluogo nell’ospedale di Molfetta) sarà classificato di II livello.

«La pianificazione in sanità è molto difficile perché si parte dai problemi di salute delle persone che vanno conosciuti – ha affermato il dottor Fiore – e poi la pianificazione secondaria, in una regione come la nostra, è anche una forma di gerarchizzazione dei territori. L’impostazione data dal piano di riordino dovrebbe essere di rete ma in realtà è fortemente gerarchica… ».

La soluzione migliore per il nostro territorio, tenendo anche conto della sua orografia? Secondo gli intervenuti è la costruzione dell’ospedale del nord barese area adriatica, che servirebbe il territorio di Giovinazzo, Molfetta, Bisceglie, Trani, Terlizzi e Ruvo, rispondendo alle esigenze di un'ampia popolazione.

Sì è ipotizzato che la sua costruzione possa avvenire nell'arco di quattro anni, così come accade in alcune regioni del Nord Italia.

Diverse anche le proposte per il recupero dei fondi economici necessari alla costruzione del nuovo ospedale: creare fondazioni privatistiche in cui siano presenti anche i Comuni interessati, accesso a fondi europei o esperienze di "project finance".

Il dottor Fiore ha concluso l’incontro evidenziando come intervenendo sugli aspetti di cosiddetta programmazione secondaria, si determinano assi di sviluppo di un determinato territorio.

Va sottolineato anche un altro importante aspetto, messo in evidenza dal dottor Balducci: «Senza un potenziamento dei servizi della medicina territoriale non sarà possibile la sua integrazione nella riorganizzazione del piano ospedaliero».

Un grave neo del nostro sistema è proprio dato dalle lunghe liste di attesa che si registrano nell’ambito della medicina territoriale: non si può, dunque, pensare a un riordino che preveda il declassamento di alcune strutture ospedaliere senza un contemporaneo potenziamento dei servizi forniti dai Distretti.

Ulteriori approfondimenti sul prossimo numero della rivista mensile "Quindici" in edicola il 15 febbraio.

© Riproduzione riservata

Autore: Isabella de Pinto
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet