Ospedale di Molfetta, manutenzione ignorata: per favorire la chiusura?
Il presidente Emiliano disse che era «vecchio, chiuderlo è un dovere, mezzo vuoto, pericoloso e incompleto, tenuto così per compiacere politici e medici»
MOLFETTA - Da mesi a Molfetta e alla Regione si discute di ‘Ospedali; il nostro, quello di Molfetta, don Tonino Bello: chiude, non chiude? Sarà declassato o sarà potenziato?
Sembrerebbe che la decisione sul destino di questa struttura, che gestisce la Sanità di un bacino di utenze vicino alle ottantamila anime (Molfetta circa 60.000 abitanti, Giovinazzo circa 20.000), sia già stata presa: diventerà(?) un ‘Ospedale di secondo livello’, un presidio sanitario limitato alle emergenze locali e con pochi ambulatori. Mentre la tendenza alla scelta dell’Ospedale di Corato per assurgere al rango di ‘Ospedale di primo livello’, si rivelerebbe sempre più orientata in questo senso.
Non entriamo nel merito di queste decisioni che devono (dovrebbero) essere prese con obiettiva serenità e spiegate diffusamente, dati alla mano, ai Cittadini che si dovranno sobbarcare poi l’onere di recarsi fuori ‘porta’, per le cure speciali che non potranno più avere a ‘casa loro’, nel loro Ospedale.
L’orientamento, la tendenza percepita si spiega anche con alcuni eventi che ci vengono riferiti dagli addetti ai lavori.
In particolare: dopo i recenti lavori di ristrutturazione dell’unità operativa di Pronto Soccorso, viene lamentata l’impossibilità della chiusura delle saracinesche, che chiudono il tunnel all’interno della struttura di P.S., nel quale si fermano le ambulanze che trasportano i pazienti bisognosi di cure di primo intervento e passano direttamente in zona ambulatorio. Questo tunnel separa di fatto l’area ‘attesa e triage’ dal nucleo vero e proprio del P.S. dove sono ubicati gli ambulatori, l’astanteria, locali medici, ecc..
In questo tunnel si affacciano due porte scorrevoli che comunicano con le due aree triage ed ambulatori, attraverso le quali, c’è un continuo via-vai di medici, pazienti, operatori e persone che attraversano il tunnel medesimo.
Come detto, le porte saracinesca motorizzate che servono ad isolare l’area dal ‘pubblico’, da mesi sono in avaria, pertanto il tunnel è sempre aperto. Sappiamo di sciagurati, incoscienti frequentatori dell’Ospedale che addirittura, con la propria auto, lo imboccano – per… comodità - per recarsi nella zona degli uffici ticket. Ci riferiscono di un Operatore, che attraversava per recarsi dagli ambulatori in area triage, che per poco non era travolto dall’incosciente criminale che adotta la… scorciatoia, passando anche a velocità sostenuta! Questa situazione – più volte, ripetiamo, segnalata alla Direzione sanitaria, ma finora restata inascoltata – genera anche disagio ai pazienti bisognosi di cure in arrivo in ambulanza, che sono esposti alle correnti d’aria che attraversano il tunnel; in particolari condizioni esso costituisce un vero e proprio tunnel del vento, appunto per le correnti d’aria che s’incanalano non essendoci barriera alcuna.
Il culmine del disagio si è verificato in questi due giorni di cattivo tempo, con fortissimo vento! Le immagini allegate mostrano parzialmente anche i danni verificatisi per la forte corrente d’aria, non mitigata/bloccata dalle saracinesche che sono sempre aperte: forse perché se fossero chiuse di forza, manualmente, sarebbe disagevole, all’arrivo di un’urgenza medica, perdere ulteriore tempo per aprirle e permettere l’accesso dell’ambulanza. D’altra parte, sono state create/installate, con pulsante d’emergenza, apposta per evitare continue manovre di apertura e chiusura manuale!
Non abbiamo notizie di altri inconvenienti più o meno gravi che si possano verificare, nonostante l’attenzione degli addetti ai lavori tutti, in altre Unità operative; ma crediamo che ve ne siano e siano state opportunamente segnalate alla Direzione (che è intervenuta?).
Questo giustifica dunque l’ipotesi che si stiano forse, ribadiamo forse, creando anche le condizioni che possano avvalorare la scelta di un “Ospedale di primo livello” o d’eccellenza che dir si voglia, quello cioè che dovrebbe costituire il fiore all’occhiello della Sanità locale, verso un Nosocomio diverso da quello di Molfetta?
Del resto non fu il presidente della Regione, nonché assessore alla Sanità della Regione Puglia, Michele Emiliano, a sostenere tempo fa che: “Molfetta è un ospedale vecchio, chiuderlo è un dovere, mezzo vuoto, pericoloso e incompleto, tenuto così per compiacere politici e medici".
Denunciamo quanto sopra, non spinti da uno sterile senso di campanilismo… sanitario, che non serve a nulla e non contribuisce a migliorare la Sanità locale o ad orientare la scelta finale. Ma la sensazione di una sorta di ineluttabilità nella scelta, viene spontanea, anche nel constatare che la Direzione sanitaria, al corrente del problemi sembra inerme, sorda e cieca nel risolvere tempestivamente un’anomalia che richiederebbe solo l’intervento di manutentori.
E’ nostro fermo desiderio non accettare un’ipotesi così estrema; però,come fare a non pensare male?
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Autore: Tommaso Gaudio