Olio, “Dop Terra di Bari”, quando un unico consorzio?
La nuova annata si annuncia positiva
Dopo due annate sciagurate, che hanno visto l’olivicoltura pugliese perdere circa 700 miliardi di aiuti comunitari, per la stagione ‘98-‘99 gli olivicoltori italiani potranno beneficiare di una integrazione pari 227 mila lire per ogni quintale d’olio prodotto, grazie alla nuova normativa entrata in vigore il 1° novembre ’98, con il varo della riforma ponte (‘99-2001) fortemente voluta all’Italia e soprattutto dai nostri olivicoltori.
Questa riforma, nonostante alcune zone d’ombra, ha introdotto le quote nazionali e quindi non sarà più possibile ciò che è avvenuto negli anni passati. Col vecchio sistema, la sovrapproduzione di Spagna e Grecia (accusati di importare olio extracomunitario) aveva fatto splafonare la quantità massima garantita (1.350.00.000 tonn.) con il conseguente crollo dell’integrazione. Una normativa ingiusta, pagata cara dagli olivicoltori pugliesi che in due anni hanno subito una decurtazione di ben 700 miliardi.
La scorsa annata, per effetto della stagione di “scarica”, l’Italia ha prodotto circa 80 mila tonn. in meno della propria quota, mentre sia la Spagna che la Grecia, hanno mantenuto le stesse produzioni degli anni scorsi e quindi oltre le proprie quote. Per quanto riguarda la prossima campagna olearia, che partirà il 1° Novembre 1999, le previsioni sono buone, sarà la classica annata “carica” e si stima una produzione di circa 600.000 tonn., perfettamente in linea con la quota nazionale, perché secondo la riforma ponte alla quota nazionale bisogna aggiungere l’80% della minor produzione dell’annata precedente.
La nuova annata dunque parte con qualche certezza in più rispetto alle precedenti, anche se la “Vertenza olio” non può dirsi superata. Permangono le difficoltà di un mercato fortemente condizionato dalle grosse multinazionali, che comprano la materia prima dove costa meno. Complice anche una normativa ancora poco chiara e trasparente che penalizza la tipicità del nostro extravergine d’oliva. Accanto a ciò c’è anche l’incapacità dei nostri olivicoltori di trovare forme di cooperazione.
La vicenda del marchio “Dop Terra di Bari” è emblematica. Da due anni l’Unione europea ha attribuito questo marchio di qualità al nostro olio che non ha esordito sui mercati per l’individualismo esasperato delle organizzazioni degli olivicoltori le quali non sono riuscite a creare un unico consorzio. Infatti, se ne sono costituiti due: “Consorzio di tutela dell’Olio Dop Terra di Bari” e “Terrautentica”. Questa decisione ha disorientato e creato confusione tra gli olivicoltori, al punto che alcuni si sono iscritti ad entrambi, altri a nessuno. L’impasse, durato mesi, è stato sbrogliato dal ministero delle Politiche Agricole chiarendo che si possono anche costituire più consorzi a condizione che l’organismo di certificazione sia lo stesso.
Tutta questa vicenda dimostra come l’individualismo di alcune associazioni di categoria, forse timorose di perdere rendite di posizione, sia duro a morire. Ma siamo anche convinti che, presto o tardi, i due consorzi confluiranno in un unico organismo, non tanto per scelta, ma perché sarà il mercato a richiederlo. E pare che sia questa l’unica strada. Infatti è notizia di questi giorni l’iniziativa di creare un solo consorzio per il “Dop Terra di Bari”. Speriamo che non sia troppo tardi.
Francesco del Rosso
SCHEDA
Ecco gli aiuti stimati all’Ue per l’annata ‘98-’99
Produzione Quota naz. integrazione per tonn.
Italia 428.800 tonn. 543.164 tonn. £. 2.270.000
Spagna 890.700 tonn. 760. 027 tonn. £. 1.960.000
Grecia 521.000 tonn. 419.529 tonn. £. 1.960.000
Portogallo 33.300 tonn. 51.240 tonn. £. 2.270.000
Francia 2.400 tonn. 3.290 tonn. £. 2.227.000