Oggi si vota per le primarie del Pd anche a Molfetta. L’ex sindaco Natalicchio: non voterò
MOLFETTA – Oggi si vota per eleggere il nuovo segretario nazionale del Partito Democratico. Per votare non è necessario essere iscritti, ma è possibile farlo pagando un contributo di 2 euro per finanziare la vita del partito. È necessario portare carta d’identità e tessera elettorale.
Si vota presso Piazza Garibaldi n. 54, di fronte all’ingresso della Villa Comunale, alle spalle del benzinaio IP. Il seggio è aperto dalle 8 alle 20.
In occasione di questa consultazione, l’ex sindaco Paola Natalicchio ha scritto una nota molto critica spiegando perché non andrà a votare alle primarie del Pd. Partito, tra l’altro, che ha contribuito alla caduta dell’amministrazione di centrosinistra, per confluire poi nelle liste civiche di destracentro che amministrano la città.
Scelte come questa hanno contribuito al crollo dei consensi del Partito Democratico.
Ecco cosa scrive Paola Natalicchio: «No. Non voterò alle primarie del Partito Democratico. Lo dico a voi che mi avete detto che tra il 2013 e il 2016 lavoravo solo a far carriera. Che ero in marcia verso Roma, il Parlamento e mi accordavo con Renzi o con Serracchiani in cambio di posti al caldo e poltrone. Lo dico, con rispetto enorme, ai tanti amici e compagni e amiche e compagne che hanno scelto di crederci, di abitarlo questo Pd impossibile che si è venduto l'anima alle larghe intese, che si è vestito di affarismo e arroganza, che si è dimenticato le politiche di innovazione radicale, che ha precarizzato ancora la mia generazione col Jobs Act e violato ancora l'ambiente e il paesaggio con lo Sblocca Italia, che non vuole la patrimoniale e che gioca ancora una eterna partita a scacchi fatta di equilibrismo e correnti fratricide.
Lo dico a chi mi dice: la battaglia va fatta dentro. No, mi dispiace. Andate voi. Io non vengo. Me lo dovete dimostrare il Pd convertito e capace di tornare indietro. A prima della geniale teoria veltroniana del "partito maggioritario" e dell'autosufficienza. A prima del narcisismo coloniale del "noi siamo il 40 percento e faremo da soli".
A prima di patti diabolici con Alfano e Verdini e con tutti gli Alfano e i Verdini che girano a briglia sciolta sui territori. Le sapevate tutte e le avete sbagliate tutte. Ancora parlate? Eleggetelo voi il segretario di queste assurde primarie che stanno ritardando in modo imperdonabile l'avvio della campagna elettorale per elezioni europee che rischiano di farci travolgere dall'onda nera di paura, odio, xenofobia, neorazzismo tossico, sindaci modello arrestati come delinquenti, giornalisti picchiati e minacciati come cani e bambini di colore trattati a insulti in faccia.
Mani tese, porti chiusi, svastiche sui muri, omosessuali bullizzati nei condomini delle grandi città. Questa Italia forte e urlante si è fatta largo perché la sinistra giocava a burraco nelle stanze sbagliate, non sentiva più né il rumore della pancia vuota di un Paese in crisi né scriveva una canzone popolare per convocare competenze ed energie. Non basterà dire "ci siamo sbagliati, facciamo il centrosinistra" per recuperare quota mentre coliamo a picco.
Con i militanti sinceri e sfiniti della comunità democratica, che abbraccio tutti perché posso solo immaginare che fatica sia questa tortura infinita, ci ritroveremo come sempre a tenere duro in qualche presidio o in qualche battaglia.
Ci ritroveremo, verrà il tempo. Ma non possiamo ritrovarci per convenienza o per sfinimento. E di questa classe dirigente che si sfida a duello, tutta animata da maschi alfa che balbettano rivoluzioni tiepide e incompiute, non mi fido ancora. Stupitemi, travolgetemi, smentitemi, trascinatemi nei prossimi mesi. Io, intanto, spero che stamattina a Napoli Luigi De Magistris trovi il modo di evitare l'ennesima scissione dell'atomo della sinistra che resta. E trovi la forza e la fantasia, l'energia e la voglia per disegnare una casa aperta a chi ha ancora l'adrenalina di far esplodere la propria indignazione a mani nude. Che i guanti bianchi non ci hanno portato da nessuna parte. Bisogna toglierseli e difendere il futuro con i pugni e con i denti. A questo sono pronta, ancora.
Astenersi perditempo. Che il tempo, con tutta evidenza, è scaduto da un po'».
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