Nuovi particolari sul tentativo di furto in via Verdi a Molfetta. Il ladro investe il proprietario della vettura e la gente fotografa il ferito invece di prestare soccorso
MOLFETTA - Nuovi particolari sul tentativo di furto avvenuto venerdì sera in via Puccini, parallela al viale Pio XI a Molfetta. Un professionista, proprietario di una Fiat Punto non nuovissima, avvicinandosi alla vettura per tornare a casa, ha notato al suo interno un giovane che smanettava intorno all’accensione per mettere in moto la macchina e rubarla.
Ha subito urlato per tentare di dissuadere il ladro e questi, per tutta risposta, essendo riuscito ad avviare già l’auto, lo ha investito provocandogli diverse fratture al ginocchio e alla tibia (è ricoverato in ospedale e ne avrà pqer qualche mese). Poi la vettura ha tamponato altre auto in sosta e il malvivente, dopo il tentato omicidio, ha abbandonato la macchina ed è fuggito a piedi, facendo perdere le sue tracce.
Un elemento sconcertante dell’episodio di cronaca, riguarda la sensibilità di alcuni molfettesi che hanno assistito alla scena del furto: il professionista è rimasto per terra e la gente che passava, invece di soccorrerlo e telefonare al 118, ha preferito fare le foto al malcapitato dolorante che chiedeva aiuto. Magari per mettere le stesse foto su Facebook, divenuto oltre che uno sfogatoio pubblico anche strumento di divertimento per cronisti improvvisati, che perdono di vista l’urgenza, per sentirsi protagonisti per qualche minuto.
Una nota negativa che dovrebbe far riflettere sul preoccupante del livello civico in cui siamo precipitati in questa città e che è anche occasione, ancora una volta per “Quindici” per rilanciare l’allarme sicurezza, che non può più essere ignorato. Certo, non siamo ai livelli di altri Comuni vicini, dove si spara per strada, ma se non vogliamo arrivare anche noi a quei livelli, occorre invertire la tendenza alla tolleranza dell’illegalità diffusa della micro criminalità e non solo, come è avvenuto negli ultimi anni. La repressione è necessaria e auspicabile da parte delle forze dell’ordine, ma sarebbe ora di cominciare a pensare anche ad una prevenzione, che è stata finora sempre ignorata.
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