Nuova giunta regionale del presidente Vendola, confermato il molfettese Minervini
Ma resta il malcontento nel centrosinistra, soprattutto fra gli esclusi del Partito Democratico
BARI - Nuovo esecutivo regionale a tempo di record per Nichi Vendola, dopo l'azzeramento degli assessori in seguito alle indagini sulla sanità. Il presidente della Regione ha voluto nella sua squadra anche il molfettese Guglielmo Minervini (foto) che ricoprirà la delega alla trasparenza, la stessa che aveva nel precedente esecutivo.
Questi i nuovi assessori: Loredana Capone (Pd): vicepresidente con delega allo Sviluppo economico (Attività produttive, Industria, Industria energetica, Artigianato, Commercio, Innovazione tecnologica, Fiere e mercati), che era di Sandro Frisullo.
Fabiano Amati (Pd): assessore alle Opere pubbliche. Onofrio Introna (Sl): assessore con delega all'Ecologia. Michele Losappio (Sl): assessore con delega al Lavoro, Cooperazione e Formazione professionale. Dario Stefano (ex Pd ora vicino all'Udc). assessore alle Risorse agroalimentari (Agricoltura, Alimentazione, Acquacoltura, Foreste, Caccia e pesca), al posto di Enzo Russo.
Magda Terrevoli (Verdi): assessore al Turismo e Industria alberghiera. Gianfranco Viesti (tecnico): assessore con delega al Sud – Diritto allo studio (Pubblica Istruzione, Università, Beni culturali, Musei, Archivi, Biblioteche, Ricerca scientifica). Escono anche Mimmo Lomelo dei Verdi, Marco Barbieri e Massimo Ostilio.
Queste nomine stanno creando un po' di malumore soprattutto all'interno del Pd e nessuno giura sulla stabilità di questo esecutivo che oggi rischia il “fuoco amico”.
Guglielmo Minervini ha dichiarato che "il presidente Vendola ieri sera mi ha chiesto di continuare a lavorare insieme per portare avanti la sfida del cambiamento. L'obiettivo resta immutato: proseguire il lavoro per rendere le istituzioni trasparenti e i cittadini protagonisti attivi della vita pubblica.
Obiettivo ardito perchè bisogna arrivare fino al punto di segnare una svolta irreversibile nell'idea dominante della politica come controllo e gestione del potere. Lo diciamo da tempo: la politica ridotta a esercizio del potere è primitiva, arcaica, rozza. Per noi invece è cammino comune. E' costruzione del futuro".
"La politica, prendo in prestito le parole di H. Arendt, è fare un nuovo inizio. Ho accettato perchè non rinuncio alla mia personale convinzione: esiste un'altra forma del potere ed è propria di ciascuno di noi in quanto persona. Questo volto altro del potere è quello che percepiamo quando ci sentiamo protagonisti di una relazione comune, di una sfida condivisa, di un cammino corale. In quell'attimo la forza del senso dilata le nostre possibilità in misura imprevedibile. Ho accettato perchè testimoniare questo rapporto libero col potere è il modo migliore per cambiarlo".